E’ appena finito il 2022 e Artprice dedica, per la prima volta, un intero rapporto annuale al mercato dell’arte ultra-contemporanea, ossia quel sottoinsieme del contemporaneo alimentato da artisti di età inferiore ai 40 anni. Il report è interessante perchè offre un’analisi globale dei risultati delle aste pubbliche di belle arti e della NFT Art.

Tra le cifre analizzate nel documento alcuni dati sono degni di particolare attenzione. Tra luglio 2021 e giugno 2022, su un fatturato globale delle aste pari a 15,2 miliardi di dollari, 2,7 miliardi provengono dalle vendite del contemporaneo e 420 milioni dall’ultra-contemporaneo, ossia circa il 15,5% del mercato dell’arte contemporanea e il 2,7% del valore complessivo (era l’1,8% nel 2020, lo 0,9% nel 2010, lo 0,5% nel 2002), con gli Stati Uniti che la fanno da padrone (con il 35% di fatturato globale), seguiti da Regno Unito (26%) e Cina (25%).

In generale, i giovani artisti hanno visto crescere le loro quotazioni senza dover aspettare un lento evolversi come accadeva in passato, (“value is not a question of age”) e si registra una forte rappresentanza di quelle da sempre etichettate come minoranze (etniche, culturali, di genere), che prediligono tematiche quali l’inclusività e l’identità e l’utilizzo del medium pittorico come principale veicolo espressivo.

In particolare, per quanto riguarda le donne, stiamo ormai assistendo ad una netta inversione di tendenza, con le artiste che occupano sette delle dieci posizioni della classifica dei top 10 under-40.

I prezzi di aggiudicazione registrano continui record

Alcuni esempi: lo statunitense-pakistano Salman Toor (classe 1983), che mescola luci innaturali ad ambientazioni alla Goya nella rappresentazione del suo mondo queer, ha incassato 1,6 milioni di dollari da Sotheby’s New York, da una stima di prevendita di 300.000 dollari.

La pittrice Ewa Juszkiewicz (classe 1984), che indaga l’annullamento dell’identità femminile nella storia attraverso dei ritratti surreali in cui il volto delle modelle è celato, ha venduto il suo Portrait of a Lady (After Louis Leopold Boilly), da Christie’s, a più di un milione e mezzo di dollari, partendo da una stima iniziale di 200.000 dollari.

Speculazioni a parte, questo cambio di paradigma ha, come ulteriore conseguenza, quello di riscattare figure del passato che hanno contribuito a gettare i semi di questa nuova generazione artistica.

Il female gaze di Alice Neel

L’artista americana Alice Neel, nata nel 1900 a Philadelphia da una famiglia borghese, intraprende il suo percorso da pittrice mescolando vita ed arte con l’attitudine di chi solo dipingendo riesce a sentirsi viva.
Decide di andare controcorrente nella vita come nella scelta del linguaggio espressivo, il figurativo, in un contesto artistico in cui predomina solo la scuola newyorkese dei cosiddetti Irascibili, ossia l’espressionismo astratto di De Kooning, Ghorky, Rothko e Pollock.

Dipinge gli emarginati, con cui condivide il quotidiano e le emozioni, i perdenti e gli esclusi, per la loro etnia, stile di vita, orientamento sessuale. Dipinge molte donne e i suoi nudi femminili anticipano quello che oggi è più noto come female gaze.

Nonostante i tradimenti e gli abbandoni dei suoi amanti, i lutti e dolori familiari, dipinge incessantemente, sviluppando uno stile riconoscibilissimo, che sembra quasi semplice, a tratti ingenuo, fatto di pennellate a volte dense, a volte solo strusciate sulla tela, con colori accesi e spesso acidi.

La sua arte affronta diversi tabù: la depressione delle giovani madri, la violenza sulle donne e la vecchiaia. Il suo autoritratto nuda, da anziana, dimostra il coraggio e l’onestà di un’intera esistenza.

Il riscatto di Alice Neel (morta a New York nel 1984) inizia in tarda età, ad inizio anni ’70, grazie al femminismo militante. Riconosciuta come punto di riferimento della controcultura, dipingerà personaggi ormai noti, come Andy Warhol, rimanendo sempre fedele al suo stile.

“The place where I had freedom was when I painted.  When I painted, I was completely and utterly myself.  For that reason, it was extremely important to me. It was more than a profession. It was even a therapy”.


Proprio per il suo impegno politico e culturale, nonché l’aver anticipato tante tematiche attuali, Alice Neel è ormai un’artista riscoperta. Numerose sono le retrospettive ad essa dedicate, non solo in America, ma anche in Europa.

Nel 2021 il Metropolitan Museum of Art le ha dedicato una mostra epocale che l’ha definitivamente consacrata presso i giovani, i quali hanno apprezzato i suoi lavori proprio perché sensibili ai temi contemporanei.

Da poco si è conclusa una importante monografica al Centre Pompidou di Parigi e speriamo che anche in Italia, presto, si organizzi qualche evento alla sua altezza per farla conoscere al grande pubblico, troppo assuefatto ai soliti nomi.

Condividi: