Partecipare ad un festival è un’esperienza sicuramente da provare secondo Barbara Lalle, che di festival (musicali e non solo) sparsi per la penisola è appassionata esploratrice. È anche questa una forma di arte partecipata, in cui conta chi sale sul palco ma anche chi si riunisce per condividere il momento, spesso gomito a gomito con gli artisti stessi. Il pubblico diventa, in un certo senso, coautore dell’evento.

Il festival, le emozioni, la potenza del collettivo

Il clima di condivisione che si crea nella bolla spazio-temporale di un festival è un’esperienza ormai rara in un’epoca in cui le abitudini culturali vanno sempre più in direzione di una fruizione solitaria, e le emozioni anche intense che l’arte o la musica possono suscitare restano confinate in uno spazio privato. Nel festival, invece, quelle emozioni vengono messe in circolo e amplificate da una socialità non formale ma intima, spontanea, quasi tribale, spesso potenziata da un contesto naturale suggestivo. Barbara Lalle parla di potenza del collettivo, di qualcosa di ancestrale che si risveglia in noi, come se il confine tra esperienza artistica ed esperienza magica o mistica si facesse sottile fino a confondersi.

Per questo un festival può essere anche, a suo modo, un’esperienza spirituale, o quanto meno che crea coscienza. Chi pensa che i tempi della mitica Woodstock siano ormai lontani, potrebbe finire per ricredersi.

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