Il numero di persone a vario titolo ostili ai diritti civili in Italia è incredibilmente alto. Non ho dati assoluti, ma penso che la percezione sia comune. Libri di grande successo inneggianti all’odio, la mancata approvazione del ddl Zan, la reiterata contrarietà all’adozione da parte delle coppie Lgbt mostrano uno zoccolo duro inquantificabile ma certamente impattante sul progredire del nostro Paese.

Ciò desta vieppiù meraviglia se si pensa che poche Costituzioni tutelano quanto la nostra i diritti umani in ogni loro tipologia. Potremmo anzi dire che la Repubblica Italiana, oltre che sul lavoro, è fondata proprio sui diritti. Lo attesta con parole d’oro il primo comma dell’articolo 3 della Costituzione.

Le parole più preziose
della nostra Costituzione

«Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali».

Un’attenta disamina del testo ci mostra le garanzie granitiche che da tempi non sospetti nutrono il tessuto sociale della nazione, ripudiando le discriminazioni al punto da radiarle alla radice stessa della nostra giurisprudenza.

Sono convinto che proprio dalla mancata consapevolezza del vero significato di questo testo derivino i fraintendimenti, le ipocrisie e le battute d’arresto sulla strada della sua piena attuazione. In questo video, ricorrendo alle nozioni di diritto pubblico e di politologia che appresi in università, provo a darne una illustrazione chiara e – oso – definitiva.

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