Da predatori a custodi: il potere di un progetto e di una missione. Questo cortometraggio, che ci è stato dato direttamente da Animals Asia, dura circa 15 minuti e vi consigliamo di tenere i fazzoletti a portata di mano. Guardate Ritorno a casa degli orsi della luna, poi proseguiamo:

Siete in lacrime? Noi sì. Una storia in cui è impossibile non identificarsi a qualche livello, provare un’empatia profonda, quel senso di lieto fine, di liberazione, l’ingiustizia che diventa giustizia. Sono sentimenti per fortuna universali, che proviamo per il fatto di essere umani, indipendentemente se siamo più o meno amanti degli animali, più o meno animalisti, più o meno sensibili o edotti sulle torture di vario tipo che molti animali subiscono per permettere a noi, specie apicale della scala evolutiva (…) di fare qualcosa che ci appare necessaria (dalle sperimentazioni di farmaci agli indumenti morbidi).

Nella gioia profonda degli operatori che hanno dedicato anni della loro vita e un’infinità di soldi (servono soldi per le cure degli osri: dona qui!), nella loro voce spezzata dall’emozione, così come nella gioia degli orsi che, piano piano cominciano a vivere la loro vita fuori da una gabbia, quasi spaventati e timidi, come sempre accade di fronte a un’esperienza sconosciuta, esplode anche la nostra di gioia: impossibile non partecipare fin nel corpo.

Si tratta dell’operazione di salvataggio più grande della storia: Animals Asia (Gentilezza in azione il claim) è una associazione da anni impegnata nella liberazione e tutela degli Orsi della Luna, sfruttati per estrarre la bile dai loro corpi causando atroci sofferenze e spesso gravi infezioni, come si racconta nel film. Dopo sette anni di lavoro, in cui i collaboratori e le collaboratrici di Animals Asia si sono presi cura degli orsi rinchiusi nella fattorie della bile in Cina, finalmente sono riusciti a portarne in salvo ben 101.

La voce dell’attore James Cromwell racconta con calore ogni dettaglio dell’eroica operazione, attesa da tanto tempo ma rimandata continuamente a causa di problemi legislativi e di proprietà, oltre alla pandemia. Finalmente però, il 19 aprile scorso, parte il convoglio e, il 27 maggio, arriva a destinazione: è fatta! Nove camion e decine di operatori si muovono in un tragitto di 1250 chilometri con vari inconvenienti e incidenti, per fortuna tutti superati, e restituiscono la vita a 101 orsi.

Senza voler stimolare sentimenti di rabbia o fare leva sulla pietas, vogliamo raccontarvi da che cosa sono stati salvati questi animali: gli Orsi della Luna, o Orsi tibetani, vengono utilizzati per l’estrazione della bile che serve per molti farmaci della medicina tradizionale. A Nanning, vengono tenuti chiusi in piccolissime gabbie che non consentono loro alcun movimento dove, se sopravvivono alle dolorose tecniche di estrazione e alle conseguenti infezioni, vivono anche 30 anni senza mai uscire dalla gabbia.

Quest’impresa ha consentito di riscattare la loro esistenza offrendo finalmente cura, riparo e riposo nella riserva di Chengdu, noto santuario per gli animali, luogo dove sarà possibile per queste creature scoprire, per la prima volta nella loro lunga vita, quelle caratteristiche di specie di cui la natura li ha dotati e di cui l’essere umano li aveva privati. 

Finalmente a casa!

Così si sente nella voce che commenta le immagini del video che documentano questa impresa meravigliosa. Quanta tenerezza, persino struggente, nel pensare che queste creature abbiano trovato finalmente casa. E quanta tenerezza, altrettanto struggente, nel vedere l’entusiasmo, la tenacia, la forza di tutto il gruppo che ha lavorato per realizzare tutto questo e che ci ha creduto per sette lunghi anni: hanno saputo attendere e perseverare, hanno mantenuto lo spirito di gruppo e il credo comune, hanno saputo riscrivere la relazione di noi esseri umani con questi orsi devastati dalla violenza predatoria, finalizzata allo sfruttamento senza alcuno scrupolo e alcun rispetto.

Un’impresa resa possibile dalla capacità di cooperare: cooperare all’interno della squadra, cooperare con la popolazione locale che ha avuto il coraggio di riorganizzarsi per cambiare una tradizione secolare, riconvertire il loro lavoro per trovare forme di sostentamento alternative.

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