Ma chi se lo aspettava che La Clavicola di San Francesco fosse un libro così intrigante, complesso e ben scritto? E non per mancanza di fiducia, ci mancherebbe altro, anche perché Daniele Nadir, non è esattamente l’ultimo arrivato, anzi, qualche hanno fa, diede alle stampe per Sperling & Kupfer, Lo stagno di fuoco, un romanzo monumentale che gli valse moltissimi riconoscimenti, poi, una lunga pausa durante la quale si è messo a progettare giocattoli distribuiti in tutto il mondo.

La clavicola di san Francesco, uscito per  la casa editrice 21 Lettere, è il suo secondo romanzo: un lavoro ambizioso, raffinato e sorprendente, un po’ romanzo di formazione, un po’ storico, un po’ thriller. La storia racconta le vicende di Fabio, Giulia, Sebastiano, Marco, il Duca e Caterina, sei bambini cresciuti insieme in un collegio ecclesiastico a Roma. Casinisti, ribelli, si fanno chiamare i Magnifici Sette perchè alla banda aggiungono Dio in persona, che sta dalla loro. Inevitabilmente i ragazzi crescono e ognuno intraprende una strada diversa – alcuni prendono i voti, qualcuno trova una propria dimensione, Fabio invece, si sente perso – ma la loro amicizia rimane sempre solida e genuina anche con il passare del tempo. Poi un giorno, Giulia, ex suora, bussa a casa del Duca e di Fabio in cerca di aiuto. Suo fratello Sebastiano (Frate Elia) è scomparso da anni, l’ultima volta è stato avvistato ad Assisi, proprio nei giorni del terremoto che ha colpito la città. Molti credono che Sebastiano sia morto lì, sotto le macerie, ma sua sorella Giulia sa che non è così, anche perché non è la sola che lo sta cercando.

«Se cerchi il Pentagono su Google Maps, non trovi che una macchia. Il Cremlino? Uguale. Se ci vai sopra l’immagine è sfocata. Sicurezza nazionale. Lo stesso ha fatto il Vaticano. dall’Irlanda all’Islanda c’era un’unica isola sfocata da pixel incomprensibili. Nessun nerd avrebbe mai visto il Convento, per caso, dall’alto, ma fu così che all’una di notte scoprii la nostra meta». 

Da questo momento accadono talmente tante cose da restare sopraffatti perché Sebastiano è alla ricerca di una reliquia segreta: la Clavicola di San Francesco, e Nadir ci ricama sopra un mondo stupefacente. Tra personaggi vivi e sfaccettati (il Duca è un mito), storie di fede, letteratura sacra, leggende e superstizioni, La Clavicola di San Francesco indaga il profondo rapporto tra uomo, natura e mondo animale, e lo fa attraverso registri diversi, alternando piani temporali ma restando sempre una storia di amicizia e di avventura tra l’Italia e una misteriosa isola irlandese. La capacità dell’autore è quella di inserire elementi e arricchire la storia, pagina dopo pagina, riuscendo a mantenere sempre un equilibrio sopraffino nonostante le continue scoperte ed i colpi di scena repentini. Insomma, per me  La clavicola di San Francesco è un libro d’altri tempi, una letteratura matura, consapevole, frutto di ricerca, di studio, di ingegno narrativo, è un libro pazzesco, sbalorditivo, capace di coinvolgere l’appassionato di thriller, come il lettore più intimista. 

Segnalo, per la cronaca, che a proposito di rapporto dell’uomo con la natura e con gli animali,  i diritti d’autore del libro saranno devoluti ad Animal Equality, un’associazione che si occupa di migliorare la vita degli animali negli allevamenti intensivi.

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