Qual è il verbo più potente che possiamo utilizzare? Avere? Potere? Amare? Sicuramente questi, e tanti altri verbi, sono molto potenti; ma probabilmente quello che ha la capacità di superare ed eclissare tutti gli altri è il verbo scegliere. La scelta, la sua forza e la sua autorità non hanno eguali.

Ed è anche la parola che più in assoluto viene usata ed abusata dalle persone; sia a parole che con i fatti. Molto spesso facciamo le nostre scelte talmente tanto in automatico, che un po’ la diamo per scontata la nostra libertà di scelta. Ed è come se la dimenticassimo di avere. Anzi, peggio: ci dimentichiamo che non ce l’abbiamo solo noi, ma tutti quanti. Ed è altamente probabile che le nostre decisioni vadano a scontrarsi con quelle altrui, andando ad iniziare una lotta per rivendicare l’importanza della propria.

La scelta e la paura della reazione degli altri

Ma forse quello che spaventa veramente non è la possibile diversità nell’atto della scelta, quanto piuttosto la paura della reazione degli altri; perché ciò che per noi è un sì, per altri è un no. E quando ci opponiamo, quando siamo contrari alla scelta di un’altra persona, perché noi avremmo scelto esattamente l’opposto, ci si sente come svuotati. Perché tutte le nostre energie le abbiamo usate per convincere l’altra persona a ripensare a ciò che ha scelto; iniziamo un’opera di convincimento che non porterà (il più delle volte) a nulla: la scelta è stata presa. E allora ci domandiamo: “cosa faccio?”.

“Io prima di te”, il film

Questa stessa domanda se l’è fatta anche Louisa Clark, la protagonista del film Io prima di te. Questa pellicola uscita nel 2016 è tratta dall’omonimo romanzo di Jojo Moyes, ed è disponibile sulla piattaforma streaming di Amazon Prime Video, e racconta la storia di Louisa e Will. I due protagonisti non potrebbero essere più diversi tra loro: solare e allegra lei, freddo e scostante lui. Louisa è la badante di Will. Quest’ultimo, infatti, è rimasto tetraplegico a seguito di un incidente stradale. Gli inizi tra i due non sono proprio dei migliori, ma a poco a poco il ragazzo si apre sempre di più ed i due finiscono per innamorarsi.

Ma le cose sono destinate presto a cambiare, quando Louisa scopre che Will vuole andare in una clinica in Svizzera per praticare il suicidio assistito. Questa è la scelta di Will, e questa è la scelta che Louisa non vuole accettare. Per tentare di fargli cambiare idea la ragazza organizza tutta una serie di attività per far capire a Will che la sua vita è ancora degna di essere vissuta.

Se Louisa è riuscita a far cambiare idea a Will questo sta a voi scoprirlo, andando a vedere il film. Ma oltre a raccontare la storia d’amore tra i due protagonisti, questa pellicola va a trattare delle tematiche delicatissime ed attualissime: in primis l’eutanasia e il suicido assistito. Nel film (e di conseguenza anche nel libro) si fa vedere senza filtri ed in modo dettagliato da una parte la quotidianità della malattia, dall’altra la difficoltà che le persone care hanno nell’accettare e nel rispettare la scelta di un paziente di porre fine alla sua vita. Anche se non la si comprende. Anzi, soprattutto se non la si comprende. Questa è una storia che insegna a non giudicare gli altri e le scelte altrui, ma ad amare e rispettare le persone amate.

È una storia che ci fa vedere anche l’importanza del tempo e di saperlo usare al meglio delle proprie possibilità. Sempre. Anche quando si sta vivendo la realtà di una malattia. È una storia che ci regala lacrime e sorrisi. Ma è una storia degna di essere raccontata, e assolutamente di essere vista.

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