Ad un anno esatto dalla scomparsa di Gianluca Vialli, il 9 gennaio 2024, è uscito in libreria e negli store on line, Le cose importanti (Mondadori, pagine 156, euro 19), il libro postumo del grande indimenticato campione, curato dal regista Marco Ponti e dallo scrittore Pier Domenico Baccalario, che hanno raccolto le parole di Vialli sul set del docufilm La Bella Stagione.

Gianluca Vialli è e resterà sempre nel cuore dei tifosi italiani, un campione di calcio e di vita, un campione di quelli che forse oggi non ne nascono più.

Nato a Cremona il 9 luglio 1964, quinto e ultimo figlio di una benestante famiglia originaria di Cles, in Trentino-Alto Adige, Vialli è stato tra i migliori centravanti degli anni ’80 e ’90 del XX secolo e fa parte di quella ristretta cerchia di calciatori che ha vinto tutte e tre le principali competizioni UEFA per club, unico tra gli attaccanti. Vincitore di numerosi trofei in campo nazionale e internazionale, è stato capocannoniere dell’europeo Under-21 1986, della Coppa Italia 1988-1989 in cui ha stabilito, con 13 reti, il record assoluto di realizzazioni in una singola edizione del torneo, della Coppa delle Coppe 1989-1990, e della Serie A 1990-1991.

La carriera, gli storici risultati, le maglie

Cresciuto calcisticamente nella Cremonese, in cui nel 1984 ha contribuito al ritorno dei grigiorossi in Serie A dopo oltre mezzo secolo di assenza, Vialli ha raggiunto la definitiva consacrazione sportiva indossando la maglia della Sampdoria, in coincidenza col periodo più vittorioso (1984-1992) nella storia del club ligure, e nel quale ha composto con Roberto Mancini una tra le coppie di attaccanti più affiatate nella storia del calcio italiano, con l’apice del primo scudetto blucerchiato nella stagione 1990-1991.

Gianluca Vialli e Roberto Mancini in maglia Sampdoria
Photo by sconosciuto – Wikipedia on Pubblico dominio

Massimi livelli internazionali per lui anche con la successiva esperienza nella Juventus, dove entra ancor più nel cuore dei tifosi indossando la fascia di capitano e divenendo ben presto quel trascinatore dei bianconeri di metà anni ’90, che porterà la squadra a sollevare la UEFA Champions League nella stagione 1995-1996. Sul finale di carriera, come giocatore, Vialli ha infine concluso nel Chelsea dove, anche in veste di player-coach, ha contribuito a riportare i londinesi ad alti livelli dopo decenni di anonimato.

Tra il 1985 e il 1992 ha totalizzato 59 presenze e 16 reti nella nazionale italiana, prendendo parte a due mondiali (Messico 1986 e Italia 1990) e un europeo (Germania Ovest 1988); al suo attivo anche 21 gare e 11 gol con l’Under-21, con cui ha disputato due europei di categoria (1984 e 1986).

Nel 2015 è stato inserito nella Hall of Fame del calcio italiano. Il 9 marzo 2019 viene nominato dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC), insieme a Francesco Totti, ambasciatore italiano per il campionato d’Europa 2020. Il 26 febbraio 2006, assieme ad altri ex atleti italiani – il pugile Nino Benvenuti, il tuffatore Klaus Dibiasi, l’altista Sara Simeoni, lo sciatore Gustav Thöni, la nuotatrice Novella Calligaris, il velocista Livio Berruti e il ciclista Mario Cipollini – è tra i portatori della bandiera olimpica nel corso della cerimonia di chiusura dei XX Giochi olimpici invernali di Torino.

L’impegno di Vialli nel sociale,
il docufilm, il libro

Dal 2004 Vialli ha iniziato a svolgere attività nel campo del sociale creando, insieme all’ex collega Massimo Mauro e a Cristina Grande Stevens, la Fondazione Vialli e Mauro per la Ricerca e lo Sport, una ONLUS che ha lo scopo di raccogliere fondi per la ricerca sulla sclerosi laterale amiotrofica, il cosiddetto morbo di Lou Gehrig, nonché sul cancro, attraverso la fondazione ARISLA, l’associazione AISLA e la FPRC.

Photo by Di RISE – Wikipedia

Nel 2021 scrive a quattro mani con Roberto Mancini La bella stagione, incentrato sul racconto dello scudetto sampdoriano di trent’anni prima. L’anno seguente il libro viene trasposto in un film documentario omonimo, diretto da Marco Ponti e con lo stesso Vialli tra gli sceneggiatori. Ed è proprio dalla raccolta di interviste e testimonianze e dalla viva voce di Vialli che Ponti e Baccalario decidono di scrivere Le cose importanti.

«Ci sono un po’ di cose in più che vorrei raccontarvi. Cose importanti, per me, che voglio che voi ascoltiate e che restino. Ci tengo molto.»

Le cose importanti che Gianluca Vialli ha voluto dire durante la registrazione del docufilm, sono importanti perché sono proprio le sue e sprigionano la magica energia delle parole definitive. Dopo la clamorosa e vincente carriera da calciatore professionista, Gianluca Vialli si è reinventato molte volte: prima come commentatore televisivo, poi public speaker, quindi capodelegazione della Nazionale italiana di calcio, quella che sollevò il trofeo nel 2021. L’ultima reinvenzione è stata quella di condivisione pubblica della sua personalissima esperienza di resilienza di fronte alla malattia incurabile.

In questo libro Vialli parla di sé, delle persone che ha incontrato, delle esperienze che lo hanno migliorato, dei valori che ha incarnato, della consapevolezza della propria fragilità, della forza delle relazioni vere, del rigore nel fare le cose ben fatte, della serietà e dell’impegno con cui ci si deve offrire al mondo. Un patrimonio di riflessioni che ora è stato raccolto e messo nero su bianco dai curatori Baccalario e Ponti, e che ora potrà essere letto e tramandato nei tempi a venire.

I proventi del libro vanno a sostenere la Fondazione Vialli e Mauro per la ricerca e lo sport Onlus per un progetto specifico: il progetto MOMALS: monitoraggio e analisi multi-omica della SLA, dei Centri Clinici NeMO di Milano e Arenzano (GE).


Gianluca Vialli muore il 5 gennaio 2023, all’età di 58 anni, al Royal Marsden Hospital di Londra, dove era ricoverato da qualche settimana in seguito al peggioramento delle sue condizioni di salute dovute a un tumore del pancreas diagnosticatogli nel 2017. Nel primo anniversario della scomparsa, il 7 gennaio 2024 il comune di Cremona ha intitolato a Vialli il settore Distinti dello stadio Giovanni Zini; nello stesso giorno, la municipalità di Rapallo gli ha intitolato un viale nei pressi dello stadio Umberto Macera.

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