‘Hasta siempre Maradona’, il libro scritto come una autobiografia apocrifa: l’intervista all’autore
El Pelusa è tornato: intervista a Cosimo Damiano Damato sul suo nuovo libro, un dialogo visionario tra Maradona e Mercedes Sosa La Negra.
El Pelusa è tornato: intervista a Cosimo Damiano Damato sul suo nuovo libro, un dialogo visionario tra Maradona e Mercedes Sosa La Negra.
Il drammaturgo, poeta, regista e sceneggiatore Cosimo Damiano Damato, nonché nostro blogger, firma una originalissima storia che sviscera la parabola del grande calciatore Maradona, attraverso un ritratto inedito e sorprendente in cui l’autore si mette nei panni del calciatore, come se fosse lui stesso a parlare.
Lo incontriamo per farci raccontare la genesi di questo libro e le motivazioni che lo hanno spinto a scriverlo.
Cosimo Damiano Damato, come nasce il tuo interesse verso Maradona?
Maradona è stata la mia educazione sentimentale. Negli anni sono state anche le frequentazioni con Renzo Arbore, Lucio Dalla, Erri De Luca e soprattutto Gianni Minà ad accendere in me l’amore per Napoli. Poi il genio di Eduardo, di Massimo Troisi e Pino Daniele. Le storie prima o poi arrivano e finalmente è arrivata Hasta siempre Maradona (compagnia editoriale Aliberti). Un libro che ho dedicato a Gianni Minà e Papa Francesco.
Con questo libro sei stato capace di entrare nella psiche del personaggio, parlando come se fosse lui stesso a parlare. Come ci sei riuscito?
Ho indossato le Puma King di Diego ed anche il suo dolore per raccontare la parabola del suo vissuto umano, il genio, i valori, i sentimenti, le lotte, le vittorie e le sconfitte. L’immortalità.
«Sono nato nella terra di Che Guevara e di Papa Bergoglio. Ernesto mi ha ispirato, Francesco mi ha benedetto. Per qualcuno sono un santo, bueno!, per altri un profeta, claro! per altri ancora un martire, un pazzo, un brigante, un fuorilegge. Sono il sole amaro di Pino, il caffè di Eduardo, la maschera di Totò, il pagliaccio di Caruso, la malinconia leggera di Troisi, l’ala sola dell’angelo di Bellavista, la rabbia e la luce di Caravaggio, il coraggio di Masaniello, lo scugnizzo di bronzo di Gemito. Ho miracolato il sangue di San Gennaro. […] Ho palleggiato, scartato, sofferto, sudato, incantato, segnato, volato e fermato il tempo oltre l’attimo della felicità […]. Credete di sapere già tutto di me. Conoscete il conto in banca, i debiti, le sentenze e le condanne, le amanti, gli spacciatori, i goal segnati e quelli sbagliati, i figli legittimi e quelli illegittimi. Forse conoscete Maradona ma non sapete nulla di Diego».
Brano tratto dal libro ‘Hasta siempre Maradona’
A impreziosire il volume di Cosimo Damiano Damato la prefazione di Erri De Luca, un dialogo con Gianni Minà, le illustrazioni di Vito Moccia e altre due biografie apocrife, quella di Mercedes Sosa e Astor Piazzolla.
“Questa è un’autobiografia apocrifa, scritta cioè da un altro io per conto del soggetto.
Erri De Luca
Cosimo Damiano Damato raccoglie le ceneri di Maradona e le dispone nell’urna di un riassunto. […]
Palla o non palla al piede lui corre, scatta, gambe corte, baricentro basso, lascia indietro i più alti, di un gioco che si è messo a reclutare centimetri, taglie da pallavolisti, invece che giocolieri con lo zigzag dei pipistrelli e zampe di camoscio sui burroni.
Oggi che si parla di lui per ingiustificata assenza, statuetta rimossa dal presepe, mi aiutano queste pagine in cui un autore inventa di essere lui scrivendo, descrivendo, una parabola”.
“Maradona era un uomo con un guizzo unico, capace di rompere le barriere delle inutili formalità, capace di farti discorsi profondi e lievi come poesia. Ma nello stesso tempo, capace di togliersi la pelle, fino a farti toccare le cose più intime di un uomo, più nascoste”.
Gianni Minà
Spesso porti le storie dei tuoi libri a teatro e l’hai fatto anche con Maradona con uno spettacolo teatrale che mette in musica la vita di Maradona e non solo. Ce ne vuoi parlare?
Di ‘Hasta siempre Maradona’ ho realizzato l’adattamento teatrale ‘El Pelusa y la Negra’ (la storia cantata di Maradona e Mercedes Sosa) attualmente in tournée, con la produzione
di Antonio Convertini, e in scena con me la cantattrice Simona Molinari. Abbiamo debuttato da La Città del Teatro di Cascina (PI), in estate ci saranno alcune date speciali in luoghi magici fra cui segnalo quella del 27 agosto al Palazzo delle Arti Beltrani di Trani
per poi riprendere in autunno e per tutta la prossima stagione teatrale.
In che consiste lo spettacolo?
Sono io stesso a prestare la voce a Maradona attraverso dei monologhi che si alternano con quelli interpretati da Simona Molinari nei panni di Mercedes Sosa. E attraverso i nostri dialoghi si snoda un viaggio musicale d’autore con un canzoniere potente, commovente e civile che vede la rilettura di perle di Mercedes Sosa e del repertorio classico argentino e cantautorale italiano: da Canción de las simples cosas a Todo cambia e Gracias a la vida.
E classici come Don’t cry for me Argentina e gli omaggi a Pino Daniele e Edoardo Bennato che hanno saputo cantare Napoli e Maradona con Napul’é e E’ asciuto pazzo ‘o padrone.
Gli arrangiamenti e la direzione musicale sono affidati al Maestro Valentino Corvino con il Sudamerica Quartet.
“È stato bello entrare in punta di piedi nella vita di Mercedes Sosa. Attraverso le parole di Cosimo mi è parso quasi di osservarla dal buco della serratura, di scorgerne i confini, i sentimenti, le motivazioni, i dolori. Mercedes Sosa si sentiva parte della storia, parte in causa, attiva, viva. Le sue scelte e il suo lottare, con i mezzi che aveva, l’hanno resa più grande della sua voce e delle sue canzoni. Lei che, in quella storia, scelse di non essere solo colonna sonora, ma volto, corpo e pensiero, ci ha lasciato infatti molto di più che canzoni. Ci ha lasciato uno stile di vita e uno sguardo sul mondo che rimette in pace con l’essere umani, nel senso più ampio e bello del termine. Una donna argentina del suo tempo, diventata il volto e la voce di miliardi di donne e della libertà stessa, ancora oggi è vanto e ispirazione per molte donne. I suoi versi scavano dentro giorno dopo giorno, diventano parola viva e abbraccio di madre, sorella, amica, donna. Il suo sguardo profondo sul mondo è protesta dolce, è rivoluzione cantata, è amore per la vita, anche quando quella vita diviene meno forte. Ci sono poche cantautrici nel mondo che portano il dono di questa intensità, e sono contenta di entrare anche io in questa storia, di poterle prestare voce, di poterla raccontare e cantare, perché possa ancora ispirare e scavare piano nelle nostre scelte di ogni giorno”.
Simona Molinari