Da un lato, l’emergenza sanitaria, tutt’altro che sconfitta, con le varianti del virus e una campagna di vaccinazioni a dir poco articolata; dall’altro, una situazione economica e sociale ancora più complessa, perché bisogna ricostruire e ripartire davvero. Ora più che mai serve una leadership lungimirante. È il momento di tirare fuori il coraggio e innovare, dove innovare vuol dire anche cambiare le regole del gioco.

Ma quali sono le caratteristiche che contraddistinguono un vero leader? E soprattutto leader si nasce o si diventa? Si può essere leader nella vita lavorativa senza esserlo nella vita privata

Daniel Goleman, autore di Intelligenza emotiva e di altri libri sulla leadership, ci parla di sei diversi stili di leadership – visionario, coach, democratico, esigente, armonizzatore, autoritario – facendo riferimento a diversi modi di porsi con gli altri. In particolare in questo video sottolinea l’importanza dell’empatia, e io sono molto d’accordo con lui. Ci dice che: “l’empatia, per un leader o in una squadra, è assolutamente fondamentale perché un leader che non dimostra empatia tende a essere un capo odiato da tutti. E il motivo è che un capo si limita a dare ordini, non entra in sintonia con le reazioni degli altri, non capisce come ciò che dice e che fa influisca sulle persone e va fuori strada. Dunque, alle squadre ad alto rendimento e ai leader ad alto rendimento, serve l’empatia poiché permette al leader di comprendere che impatto ha ciò che fa e ciò che dice, per regolarsi e, se necessario, cambiare. Se non lo fa è davvero triste. Se lo fa avrà successo”.

Alessandro Benetton, fondatore di 21 Invest e presidente di Cortina 2021, dedica alla leadership un video su TikTok. Innanzitutto, risponde implicitamente alla domanda del nostro titolo, con il suo contributo “Come si diventa leader”. E io sono d’accordo con lui, leader si diventa. Il manager sottolinea che: un leader non pensa a essere quello che comanda, pensa a una sola cosa: il team. Quando create un team cercate di mettere insieme persone diverse tra di loro. Pensate a un’orchestra: per funzionare ha bisogno di violini, flauti, percussioni, tutti strumenti che sono molto diversi tra di loro. È proprio l’unione dei suoni diversi a creare delle melodie straordinarie. Se volete essere dei leader, smettetela di pensare a voi stessi e pensate solamente al bene della squadra. Citando l’esploratore James Cook, colui che vuole condurre l’orchestra deve voltare le spalle al pubblico.

Si potrebbero scrivere davvero fiumi di parole sulla leadership. Io penso che si possa anche avere una leadership innata ma, soprattutto, leader si diventa nel tempo. Il leader deve principalmente guidare una squadra. D’altronde la parola leader deriva dal verbo to lead, che vuol dire proprio condurre e guidare. E deve avere tante altre qualità, tra cui me ne vengono in mente tre, prima di altre: il coraggio, perché il leader deve saper prendere le decisioni sempre, anche nei momenti difficili; la lungimiranza, perché occore avere vision e anticipare gli scenari futuri; il carisma, per ispirare la squadra e portarla verso l’obiettivo desiderato.

Noi di BPRESS abbiamo affrontato l’argomento della leadership in una recente puntata di R3START! TV, con tre ospiti che tutti i giorni si confrontano su come essere leader:  Andrea Granelli, founder Kanso, esperto di innovazione e change management, in precedenza amministratore delegato di tin.it e dei laboratori di ricerca del Gruppo Telecom, oggi impegnato sul fronte del digital nelle sfide manageriali; Simona Scarpaleggia, Ceo Edge Strategy, fino a pochi mesi fa Ceo prima di Ikea Italia e poi di Ikea Svizzera, che in linea con i valori dell’azienda ha puntato sul fattore umano come leva del cambiamento; infine Benedetto Levi, Ceo di Iliad Italia e prima di Trainline, fra i 40 manager che guidano l’economia italiana nella classifica di Capital 2021.

Se volete guardare la puntata la trovate qui!

Beatrice Caputo, BPRESS

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