Da qualche giorno sono disponibili su Netflix le nuove puntate de La Legge di Lidia Poet. La serie, prodotta da Groenlandia è ispirata alla figura della prima avvocata italiana, che  conosciamo quando è stata appena estromessa dall’albo perché donna.

Ambientata a Torino agli albori del Regno d’Italia, la serie tv torna per la sua seconda stagione con 6 nuovi episodi, presentati in anteprima ad Alice nella Città, nel corso dell’ultima Festa del Cinema di Roma, e ci mostra una Lidia Poet sempre più agguerrita, ma anche molto cresciuta, che si batte non solo per il suo diritto di esercitare la professione forense, come già nella prima stagione, ma per i diritti di tutte le donne, a iniziare dal diritto al voto e da quello di sedersi in parlamento.

Ma se la tempra della protagonista incarnata dalla sempre bravissima Matilda De Angelis era già chiara nella prima stagione, uno dei motivi per immergersi nelle nuove puntate è il risveglio degli uomini che le sono intorno.

La Legge di Lidia Poet 2, cosa ci ha colpito dei nuovi episodi

L’energia e le convinzioni di Lidia, capace di rinunciare all’amore della sua vita, pur di rimanere coerente alla sua idea di libertà, in queste nuove puntate si irradiano sugli uomini che la circondano, che arrivano finalmente a comprendere e addirittura condividere le sue istanze di giustizia.

Se Jacopo Barberis (Eduardo Scarpetta) è sin dalla prima stagione l’amore, ma anche il compagno solidale di una donna che combatte per vedersi riconosciuto il diritto ad autodeterminarsi e a realizzarsi secondo le sue aspirazioni e desideri, in queste nuove puntate vediamo entrare in gioco anche un nuovo personaggio, il procuratore Fourneau, interpretato da Gianmarco Saurino che, uomo di legge illuminato, sa perfettamente distinguere la legalità dalla giustizia e comprende immediatamente l’intelligenza di Lidia, al servizio dell’alto ideale a cui anche lui ispira il suo lavoro e le sue giornata.

Ma tra tutti gli uomini nuovi che vediamo aprirsi alle idee della protagonista, quello che più spicca è sicuramente  il fratello di Lidia, l’avvocato Enrico Poet (Pier Luigi Pasino), che viene letteralmente risvegliato dalla tenacia della sorella.  Avevamo conosciuto all’inizio della prima stagione, questo personaggio come conservatore, diffidente e insofferente per le iniziative anticonvenzionali di Lidia, ma nelle nuove puntate, man mano che entra sempre più a contatto diretto con i limiti, i condizionamenti e gli ostacoli, che le donne, sua sorella per prima, ma anche la sua giovane figlia, devono subire, diventa il maggiore complice della protagonista nella sua lotta per i diritti, e addirittura non ci pensa due volte a mettersi a sua disposizione, per fare da megafono a una voce, quella di una donna, che senza il tramite di un uomo non potrebbe essere ascoltata.

Lidia e Enrico, sorella e fratello,
una nuova alleanza

E questa trasformazione avviene grazie alla caparbietà di Lidia, ma anche grazie al fatto che quest’uomo tocca con mano e fa esperienza diretta di limiti, costrizioni, ingiustizie di cui prima non aveva lontanamente coscienza. Ed è da questa alleanza, tra uomo e donna, che non vacilla sulla linea del principio di giustizia nemmeno un secondo, che vediamo Lidia crescere e farsi strada in ambienti a lei preclusi, fino a che Enrico si trova a essere, ormai convintissimo sostenitore della causa dei diritti delle donne, non solo la voce della sorella, ma di tutte le donne.

Poi sì, ci sono anche il crime, la tensione, i singoli casi di episodio, un grande mistero che attraversa tutta la stagione da svelare tassello per tassello, intrighi di potere e intrecci amorosi, insomma il ben bilanciato mix che gli utenti di Netflix di tutto il mondo hanno amato sin dall’uscita delle prime puntate della serie, ma quello che rimane è soprattutto un messaggio sulla necessità di unire le forze per le battaglie giuste e il racconto di figura di uomini nuovi, all’altezza della protagonista con cui si trovano a confrontarsi, pronti ad abbracciare la causa dei diritti delle donne, non per forma o convenienza, ma perché arrivati alla consapevolezza che si tratta anche di una loro battaglia, quella che dovrebbe tutti accomunare, ieri come oggi, per una società più giusta.

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