Echoes è la miniserie di Netflix (ormai è consolidato che sono le preferite dal pubblico, che sta tornando al cinema, alleluia, e a uscire dopo il letargo traumatico pandemico e post pandemico,) con protagoniste due gemelle, incarnate dalla medesima attrice, Michelle Monaghan, stupenda quarantasettenne, già vista in True Detective (serie di cui mi riprometto di scrivere anche se vecchiotta ma sempre un cult). Le gemelle sono identiche e si scambiano la propria identità da anni, fino a che non succede qualcosa…

L’inquietante tema del doppio

Coinvolge il tema del doppio, che appartiene a ognuno di noi, e appassionano da subito le dinamiche thriller insospettabili. E poi la provincia americana, che somiglia tanto alle nostre rurali e a ogni provincia del mondo, col paese in cui tutti sanno di tutti, in cui la sceriffa (una carismatica e inquietante Karen Robinson) e la sua vice Rosanny Zayas, lesbica latente dal fascino disarmante, non solo in senso letterario (vedrete cosa combina) da anni indagano sulle misfatte delle due terribili gemelle, con l’aura sentimentale di chi le ha viste crescere e non riesce a sormontare l’affetto che prova per loro.

Roba da paese, tra pregiudizi ed emancipazione, chiese e incendi, cavalli e sangue. Se c’è una serie che avrei potuto scrivere io è questa con le gemelle protagoniste: il mio trip. Ideatrice della miniserie è invece la giovane sceneggiatrice e regista australiana Vanessa Gazy, una delle promesse adempiute del continente anglofono che sta avendo successo planetario. Da vedere, in appendice, anche per i suoi geniali cortometraggi online.

Essere gemelle: 2 psicologie intrecciate

Letteralmente echi di due psicologie che si scambiano, si intrecciano e sono dipendenti l’una dall’altra fino a quando il legame simbiotico si spezza per sempre a causa dell’amore per un uomo.

Un classico, ma qui rivisitato con così tante sfaccettature e suspence che non ci si riesce a staccare puntata dopo puntata come da un cestino di ciliegie. Buon appetito, dunque. La si divora in una sera che diventa in fretta notte di fine estate. Dulcis in fundo.

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