Donald Trump ha vinto le elezioni americane e il prossimo 20 gennaio si insedierà alla Casa Bianca diventando il 47° Presidente degli Stati Uniti. Ricoprirà questa carica per la seconda volta dopo il 2017, quando sconfisse la candidata democratica Hillary Clinton.

Durante la sua campagna elettorale Trump fece numerose promesse agli americani, la maggior parte delle quali avrà delle inevitabili conseguenze sul futuro del nostro Pianeta se verranno mantenute. A partire dall’intelligenza artificiale per poi arrivare agli accordi sul clima, di cui si sta parlando proprio in questi giorni alla COP29, ecco cosa potrebbe cambiare con la prossima amministrazione Trump.

Le conseguenze sul clima

Il ritorno di Trump alla Casa Bianca potrebbe avere profonde ripercussioni sul futuro del nostro Pianeta, considerando l’auspicato ritorno a una linea politica più rigida che contribuisce a diffondere una grande incertezza su temi come il clima, la salute e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale

Anche nel corso del suo primo mandato, Trump aveva adottato una politica di deregulation in molti settori, da quello energetico a quello finanziario, e ora si prevede un ulteriore allentamento dei vincoli ambientali e normativi.

Con Trump alla guida, le politiche americane potrebbero prendere una strada completamente opposta a quella percorsa finora dall’amministrazione Biden. Soprattutto in merito alle questioni ambientali, su cui si concentra la COP29 che si tiene in questi giorni (11-22 novembre) a Baku, in Azerbaijan. Un cambio di rotta che preoccupa i leader di tutto il mondo che, senza la partecipazione degli Stati Uniti, non vedono un futuro per gli Accordi sul Clima. L’ombra di Trump sulla COP29 ha infatti riacceso il dibattito sull’efficacia stessa di questi vertici, spingendo alcuni Paesi a chiedersi se gli obiettivi concordati in passato possano ancora reggere nonostante l’assenza degli Stati Uniti. 

Drill, drill, drill!

Le dichiarazioni di Trump puntano chiaramente a incentivare l’uso di combustibili fossili e ridurre i vincoli per le industrie tradizionali. Drill, drill, drill, ovvero trivella a più non posso petrolio e gas, era uno degli slogan di Donald Trump nella campagna elettorale di quest’anno. Una promessa che il tycoon intende mantenere uscendo dagli Accordi di Parigi sul clima e dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, ignorando il conseguente aumento dell’effetto serra e degli eventi climatici estremi.

Gli Stati Uniti, il secondo maggiore emettitore di gas serra al mondo, sotto la seconda presidenza Trump, potrebbero quindi diventare un ostacolo generando ripercussioni globali e tensioni con gli altri attori internazionali. Tuttavia, non tutti gli studiosi sono pessimisti. Tra loro, l’economista della Columbia University Jeffrey Sachs spiega che Trump sarà frenato dagli interessi di Elon Musk e della Silicon Valley nella green economy, nonché dalla necessità di fronteggiare la concorrenza cinese nel settore tech e dagli investimenti delle imprese americane sulle energie rinnovabili. A risollevare gli animi ci ha pensato anche l’inviato speciale per il clima John Podesta, che alla COP29 ha detto: 

Anche se l’amministrazione Trump metterà le politiche per il clima nel dimenticatoio, il lavoro per contenere il cambiamento climatico continuerà negli Stati Uniti, con impegno e passione.”

I grandi assenti della COP29

Scoraggia comunque la grande assenza del Presidente uscente Joe Biden e dei principali leader mondiali: da Xi Jinping a Ursola von del Leyen, da Vladimir Putin a Emanuel Macron. Invece, in risposta alle ultime dichiarazioni del tycoon, il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres ha detto:

L’accordo di Parigi può sopravvivere, ma a volte le persone possono perdere organi importanti, o perdere le gambe e sopravvivere. Non vogliamo un accordo di Parigi paralizzato.

C’è comunque da considerare che, se Trump dovesse fare dichiarazioni in merito al tema ambientale nei giorni in cui si tiene la COP, quest’ultima potrebbe perdere la sua efficacia. Potenze come l’Arabia Saudita e la Russia, da sempre scettiche sugli impegni di decarbonizzazione, ed economie emergenti come la Cina e l’India, che ancora sono legate al carbone, potrebbero vedere nel disimpegno americano un’opportunità per allentare i loro sforzi.

Le conseguenze sul futuro dell’AI

Per quanto riguarda il settore tecnologico e dell’intelligenza artificiale, Trump si è mostrato determinato a smantellare il sistema di norme adottato dalla precedente amministrazione. Il suo approccio privilegia uno sviluppo “senza catene”, incentrato sulla libertà d’innovazione e sulla riduzione di controlli e vincoli. Un cambio di rotta che, anche in questo caso, implica il rischio che le aziende statunitensi operino in assenza di regolamenti essenziali per la sicurezza e la privacy degli utenti, in un settore che già oggi è altamente vulnerabile agli abusi e alla fuga di dati

Per non parlare delle conseguenze che l’assenza di regolamenti potrebbe generare a livello internazionale, in particolare in rapporto con la Cina, con la quale si intensificherebbe la competizione rendendo più difficile anche stabilire standard condivisi in materia di sicurezza.

Prospettive di una salute cagionevole

Anche sul fronte della salute pubblica le previsioni non sembrano essere delle più rosee. In questo ambito, il ritorno di Trump potrebbe segnare una riduzione delle risorse dedicate alla sanità e ai programmi di prevenzione. Negli anni della pandemia, la sua amministrazione ha spesso preso posizioni critiche riguardo le misure restrittive attuate per contenere il numero dei contagi. Per questo, oggi gli esperti temono che questa politica potrebbe ridurre la capacità di risposta del Paese a eventuali crisi sanitarie future.

In merito alla sanità, Trump ha anche espresso la sua intenzione a smantellare il sistema di regolamentazione sanitaria in favore dell’industria farmaceutica e delle assicurazioni che in questo modo avrebbero maggiore autonomia e meno limitazioni. Una scelta che ovviamente aumenterebbe le disuguaglianze nell’accesso alle cure, considerando che un’assicurazione sanitaria in America va dai 700$ ai 1000$ al mese pro capite.

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