Lidia Ravera lancia una call per scrittori e scrittrici: il suo editing sarà gratuito!
Questa è un'occasione che scrittori e scrittrici non si lasceranno scappare: un tema da sviluppare e sottoporre allo sguardo critico di Lidia Ravera.
Questa è un'occasione che scrittori e scrittrici non si lasceranno scappare: un tema da sviluppare e sottoporre allo sguardo critico di Lidia Ravera.
Ecco, si, vi vedo, siete tornati. Maria, Armando, Attilio, Giovanni, Antonio , Guido, Roberta, Claudia, Giacomo, Giulia, Livio, Alessandra, Anna, Francesca… Una trentina di apprendisti scrittori e scrittrici che, nel corso del tempo, si selezionano per scoraggiamento. Diventano diciannove, diciassette. Hanno in comune un confuso desiderio di diversità, la certezza non dimostrata che la vita non si esaurisce nel guadagnare e spendere, desiderarsi e accoppiarsi, scegliersi una squadra e tifarla, avere successo e farsi invidiare. Non sono torvi nè presuntuosi, non sono superficiali nè ingenui.
Le femmine non prestano troppa attenzione al loro aspetto, carine naturali, nessuna ha le tette rifatte. Hanno tutti meno di 30 anni. Mi guardano col rispetto che si deve all’artigiano anziano, quello dove ti hanno messo a bottega. Per imparare come si fa.
Dico subito: “Verso le scuole di scrittura tutti ostentano un atteggiamento fideistico: ci credo, non ci credo. Come se si trattasse di aderire a una setta. In realtà insegnare a scrivere , fuori dal dominio dei fondamentali – alfabeto, grammatica, sintassi – ha a che vedere con la capacità di instaurare una relazione, fra chi scrive per passione e professione e chi a quella dimensione vorrebbe accedere”.
Dico poche altre cose: che cos’è lo stile. Come ci si pone davanti al progetto di scrivere: psicologicmente, moralmente, tecnicamente. Sulla tecnica occorre essere cauti, troppo facile, per l’artigiano anziano, sfornare cloni, imporre le proprie soluzioni, la respirazione dell propria pagina. E poi intreccio, trucchi, ritmi, mondo poetico, sottotesti. Io ho evitato il rischio cercando di scoprire la voce di ciascuno. Antonio va pazzo per Don De Lillo, e si vede da come scrive spericolato. Claudia ama John Irving. A Giacomo piace Nick Hornby, infatti Giacomo e Claudia si amano fra loro e così via.
Poi ho dettato, come in classe, sei temi. Titolo e sottotitolo, da sviluppare come meglio si crede: racconto poemetto, saggio, elzeviro, perorazione, inchiesta giornalistica, monologo teatrale, canzone… perfino romanzo, purchè liofilizzato… ridotto a brevità, tipo: il primo capitolo più riassunto del seguito.
Li propongo anche a voi, evanescenti followers di questo blog di ri-scrittori. Uno per volta. Non so perchè, ma incomincio dal secondo.
Tema. Svolgimento. Cari saluti. Li riceverò, li leggerò. Ne farò buon uso. Cioè: visto che ci incontriamo nel tempio sacro della riscrittura, vi regalerò un perfetto editing, come quelli per cui si paga.
TITOLO: FAMIGLIE VI AMO! FAMIGLIE VI ODIO! FAMIGLIE CHE PALLE!
(Sottotitolo: genitori carini, genitori cretini, genitori amabili, genitori mascherati da amici, genitori assenti, genitori invadenti… chiunque sia sopravvissuto alla sua infanzia, diceva Flannery O’Connor, è in grado di scrivere un romanzo). E siccome Flannery O’Connor (1925-1964), scrittrice nordamericana, vissuta e morta troppo presto, ha ragionato e predicato sulla scrittura con una profondità mai raggiunta da alcuna scuola Holden o non Holden, vi consiglio: Il volto incompiuto. Saggi e lettere sul mestiere di scrivere. Illuminante.
1 Comment
Cara Lidia
Sono un medico psicoterapeuta di fondi lt, 1954, nel 77 mentre leggevo dietro il sedile di un’auto il tuo Porci con le ali, mi sono improvvisamente risvegliato dall’altro mondo dopo tre giorni di coma.
Il tuo libro non è stato più trovato tanto violento è stato l’incidente
Io sono sopravvissuto , tu eri lotta continua io il manifesto in tasca.
Sono quaranta anni che mi occupo di adolescenza difficile e giovani in difficoltà
Ci siamo conosciuti nel periodo in cui eri assessore alla cultura e politiche giovanili regione Lazio con zincaretti
Abbiamo ricevuto qualche piccolo contributo per le comunità giovanili con la nostra cooperativa sociale
Ho pubblicato un primo romanzo il ladro di rose con lo pseudonimo di francesco speranza, un elogio alla gioventù di ieri post sessantottina e di oggi figli digitali
Molti intellettuali se la prendono con le nuove generazioni che non riescono a mordere il cielo
Sono senza cervello, senza emozioni, senza sogni, sono i peggiori genitori della storia
Ho scritto un romanzo in tre settimane mentre ero in convalescenza da una protesi d’anca, in difesa dei bamboccioni i nostri figli che sarebbero i peggiori della storia, perfino miserabili li ha chiamati qualche teatrante di psichiatria social
In contrasto a mordere il cielo volevo mordere la terra ,ciò che faccio da quando sono nato per vivere
VOLEVO chiederti se posso inviarti il testo, mordere la terra per un tuo parere e se possibile una prefazione. E’ la storia di 4 bamboccioni/e di Terracina che negli ultimi vent’anni si fanno a pezzi per mandare avanti un’azienda agricola e sbarcare il lunario con sostenibilità e biodiversità.
Io sono ancora convinto che i guasti vengono dalle disuguaglianze e dal capitale che mangia tutti come Pasolini e
Tanti altri avevano capito. Non può essere colpa di genitori educatori e giovani senza sogni, con 1300 al mese vorrei vedere chiunque realizzare sogni
Grazie e buona scrittura a te, una volta gli scrittori si scrivevano lettere e parlavano di prosa letteraria e poetica e delle proprie filosofie della vita e del mondo, oggi fanno a gara su quale canale devono stare, grazie lo hai detto tu da qualche parte e sono d’accordo, scusami il tu poetico , con gratitudine e simpatia dr franco di Manno fondi 3894963570