Nella sala ovale è un casino appendere i quadri

È da giorni ormai che il neopresidente Biden cerca di ottenere al telefono il riconoscimento di quello uscente: ”George? You must, George!”.
Ma Trump alza la cornetta e non risponde.
Dopo aver scritto “Fuck Joe” dietro la porta della sala ovale, sta mettendo i dadi da brodo nel telefono della doccia, cavallette nelle dispense.
Tra poco la Casa Bianca si chiamerà Casa Serena, e Joe percorrerà solenne la scalinata che lo porterà nella stanza dei bottoni, Stannah è già al lavoro. I bottoni rinnovati da Brondi, saranno di un diametro di sei centimetri. “Mi serviranno quando dovrò chiamare Breznev” ha dichiarato il neoleletto. Donald non riesce ancora a capacitarsi di come non abbia funzionato il claim “Make America regret again” e di come un paese di immigrati non l’abbia votato.
Per tenersi allenato nel giardino da ex presidente ha fatto installare un muro di 6 metri, per ora al di là ci finirà solo Melania; Giuliani, se perde i ricorsi. Il primo discorso di Biden ha suscitato grande emozione. “Tutto Il mondo ci guarda, siamo la stand up comedy di maggior successo”. Ha poi continuato in un virtuale duetto con Donald: “Mi accusate di essere stato 47 anni in senato? Ma se quando vado non so ancora dove sono i bagni!”(laughing). A cui Donald a distanza ha replicato: “Mi accusate per il piano covid? Ha funzionato, ho salvato almeno un vecchio stronzo!”(laughing).
A Kamala tocca il lavoro sporco. Ha cominciato a licenziare la Fontana&Gallera enterprise, una società di consulenza esterna che si stava occupando dei tamponi.
Ha già ricevuto una rappresentanza del governo cinese; mentre si svolgevano i colloqui e Joe dormiva, un team di funzionari di Pechino ha costruito il primo tratto della Washington-Souhzou. La Harris è la vera icona di una svolta: non solo sarà la prima donna vicepresidente, non solo sarà la prima di colore, sarà anche la prima di professione badante.
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