Night People orfana dei Club: intervista a Lawrence Fancelli aka Mouth Water
Da tecnico del suono a producer, la storia di Lawrence Fancelli è tutta da svelare, tra progetti realizzati ed altri in divenire.
Da tecnico del suono a producer, la storia di Lawrence Fancelli è tutta da svelare, tra progetti realizzati ed altri in divenire.
Da tecnico del suono a producer, la storia di Lawrence Fancelli – tra i volti protagonisti del mondo della notte, oggi orfani del clubbing causa pandemia – è una bella favola tutta da raccontare, fatta di sogni realizzati ed altri ancora in fase di costruzione. Tra tutti quelli fatti c’è il progetto Mouth Water, in cui Lawrence combina strumentazioni acustiche e composizioni musicali con synth sia analogici che digitali, miscelando electro-pop con richiami dance.
Per anni Fancelli ha lavorato in diversi studi di registrazione come ingegnere del suono, così come ha suonato in qualità di bassista in diverse band americane e italiane (Estenz, The Hellskulls, Hot Little Sister, Rumori Sospetti). Nel 2019 il suo omonimo album di debutto, uscito sull’etichetta discografica Through The Void (distribuzione Ditto Music), che questo mese torna con nuovi remix e la preziosa aggiunta dell’inedito House. Abbiamo raggiunto Mouth Water per raccogliere la sua testimonianza che si inserisce a pieno merito nella rubrica #orfanidellanotte targata ReWriters e di cui Fabio Vela è stato ultimo ospite.
Lawrence, spiegaci in breve con chi abbiamo il piacere di parlare.
Sono Lawrence Fancelli, generalmente rispondo che sono un tecnico del suono che effettua registrazioni e mix per altri artisti, ma sono molti anni che scrivo e produco musica; ho suonato in diversi gruppi e soltanto da un anno (anche grazie alla quarantena) ho imparato a fare il deejay.
Da quanti anni lavori nel mondo dell’entertainment e più specificatamente nel mondo della notte?
I primi concerti ho iniziato a farli a circa 20 anni come bassista, quindi più di 15 anni fa, oggi preferisco esibirmi con dj set al tramonto, ma non disdegno la notte.
Lo stage più divertente che hai calcato è…?
La Flog a Firenze, per il locale gremito e per il camerino con le groupies.
Che differenza c’è tra le serate italiane e quelle internazionali?
In America ho suonato soltanto in piccoli locali e bar, ma devo dire che negli Stati Uniti, anche nel peggior tugurio, i tecnici del suono sono sempre sul pezzo, mentre alcuni locali in Italia magari preferiscono risparmiare su queste figure essenziali e lasciare che i musicisti facciano un doppio lavoro.
Qual’è la tua particolarità? Perché assistere ad una tua serata?
Sto incorporando synth, campionatori e altri strumenti all’interno dei dj set per trasformarli in un live vero e proprio, e spero a breve di coinvolgere altri musicisti.
Che cosa fai nel tempo libero?
Nel tempo libero pratico diversi sport: sci, sci nautico, kite surf, mountain bike.
Come nasce la tua professione?
La mia professione nasce dalla passione per la musica in particolare da lezioni di pianoforte e clarinetto che ho iniziato a seguire quando avevo 7 anni.
Il genere musicale con cui ti esibisci meglio?
Attualmente sto affinando i miei live set lounge/pop per l’ora di cena ed elettronica/progressive house per la notte.
Cosa ti manca di più della notte?
Gli amici!
L’artista o il dj con cui hai avuto più piacere a lavorare?
Il mio vecchio amico Duccio aka Didjedoo, con cui suonavo nei Mesa Verde qualche anno fa.
Credi ci sia un futuro per il mondo del clubbing?
Credo proprio di si, anche se ci vorrà ancora diverso tempo per lasciarci alle spalle le mascherine, ma sicuramente si ripartirà.
Quale scenario si profila per il settore degli artisti legati al mondo della notte? Sono figure riutilizzabili in altri ambiti?
I dj sono figure con doti diverse: alcuni sono anche pierre, altri sono forti nella composizione e nella produzione, comunque sia in tutti i business coloro che sopravvivono sono coloro che si sanno adattare.
Come immagini la prima festa post covid?
Un po’ come stanno facendo adesso in alcuni stati degli USA: ‘socially distanced’ ossia con un numero abbastanza limitato di spettatori e l’assenza di assembramenti; è un po’ triste, ma sempre meglio di niente.
Scopri Lawrence Fancelli aka Mouth Water su instagram.
#InClubWeTrust, il blog che suona forte. Per segnalare eventi e proporre interviste: robertasavonascrive@gmail.com