L’ultimo singolo di Achille Lauro s’intitola “MALEDUCATA” e per fortuna maleducatA è lui, la sua persona e la sua natura. Non seguendo le regole di buona educazione convenzionale si libera di qualsiasi modello, cultura e sigla e con la nonchalance di un pavone che non sa di esser tale sfodera la sua natura; natura per alcuni non conforme ma molto più conforme alla natura stessa di quanto altri non possano pensare.

Con le sue performance sfonda i muri che incasellano, i concetti binari, abbatte qualsiasi forma di stereotipo e riscrive l’immaginario restituendoci non una fantasia ma la realtà così com’è, fatta di sfumature, di corpi come basi creative, di look e nature sempre più fluide.

Ancora prima dei suoi singoli di successo quello che è interessante di questo artista è lui stesso e le sue performance. E’ chiaro, a chi è altrettanto MALEDUCATA come lui, che non si tratta di un progetto studiato a tavolino, un personaggio o chissà cos’altro. Lui è quello che molti di noi hanno bisogno di esser: se stessi.

L’ultimo video è un tributo al film “The Rocky Horror Picture Show” e anche un esplosione di libertà tra uomini in calze a rete, accessori in pelle, velette, rossetti e giochi sensuali.

Quello che qualcuno definirebbe una provocazione o una strategia commerciale, per noi rewriters è una rappresentazione di nature, di sfumature che desideriamo siano rappresentate. Achille Lauro con la sua fisicità, l’utilizzo degli spazi intorno a lui, con abiti unici come vere e proprie installazioni, rivendica non solo se stesso ma tutte noi maleducate.

Il titolo MALEDUCATA non può che esser più idoneo per definire un comportamento fuori da quell’educazione al conformismo, alla cultura stereotipata, macista e patriarcale di cui siamo ancora intrisi. Achille Lauro esprime una sensualità trasversale, la sua figura ha contemporaneamente il meglio della sensualità maschile e femminile, se proprio vogliamo usare i due riferimenti biologici più comuni a tutti.

Nell’ultimo periodo in molti hanno accostato questo performer ad altri artisti nostrani che in passato hanno giocato con l’ambiguità; per l’appunto i precedenti sono sempre stati identificati come ambigui, variamente interpretabili, con una certa doppiezza e in questo risiede la differenza tra questi artisti e Achille Lauro; se i primi giocavano lasciando molto all’immaginazione, lasciando intendere, ammiccando, il secondo è se stesso, prima della performance dà in pasto se stesso e la sua immagine al pubblico senza lasciare molto spazio all’immaginazione; ti sbatte in faccia quello che è con orgoglio. Sesso, sessualità, generi, indumenti di un sesso o dell’altro (ancora troppo ben distinti nella nostra società) si mischiano in un corpo sexy non per le sue misure ma per la libertà con cui si esprime.

Invito tutti a guardare questo artista mettendo da parte gusti musicali e qualsiasi preconcetto e osservarlo come un quadro che può impressionare. Che ben vengano anche artisti che possano, per provocazione o per loro natura, portarci fuori strada; proprio così, fuori da quella strada su cui ci hanno messo, quella strada che ci hanno dato come unica via senza voltarci, senza guardare strade alternative perché poco praticate. Osiamo, proviamo a svoltare l’angolo e imboccare nuove vie, saremo sorpresi nello scoprire quante persone prima di noi le hanno esplorate e quanta libertà si possa respirare rispondendo a noi stessi e non alle aspettative degli altri.

La musica è un ottimo veicolo di messaggi, di emozioni e a volte di modelli. Se un modello può incoraggiare una persona a non pensare a quel che si indossa purché ci si senta bene con se stessi, e non dover rispondere ad aspettative estetiche dettate da modelli culturali e sociali, può esser solo positivo.

Liberiamoci dei bravi bambini che sono dentro noi e ridiamo un valore alla maleducazione,  non nel senso più banale e canonico del termine ma come atteggiamento che ci libera da tutto ciò di limitato e codificato a cui siamo stati educati.

Non dobbiamo scontrarci contro qualcuno, ma semplicemente aprire la nostra coda di pavone e sfoggiare ciò che siamo, gli uni diversi dagli altri, iniziare a guardarci l’un l’altro per quel che siamo, esseri unici, diversi e all’occorrenza maleducatE.

Condividi: