Cosa sono: Il vocabolario Treccani definisce l’omogenitorialità come “ruolo, condizione di genitore in una coppia di persone appartenenti allo stesso sesso”, aggiungendo inoltre che “omogenitorialità significherebbe che l’amore omosessuale fonda la genitorialità possibile e permette di sostituire l’eterogeneità sessuale del padre e della madre con l’omosessualità maschile o femminile dei genitori”. Le coppie omosessuali possono diventare genitori attraverso l’adozione o l’inseminazione artificiale nel caso delle donne. Il caso della maternità surrogata è il più controverso per la bioetica, poiché l’attaccamento intrauterino e l’allattamento al seno svolgono ruoli molto importanti nello sviluppo del bambino. Anche se questo metodo può essere usato in modo molto efficace per la genitorialità, è anche controverso all’interno del femminismo stesso. Sono considerate famiglie omogenitoriali anche quelle in cui uno dei due partner ha figli naturali da una precedente relazione. Nel censimento degli Stati Uniti del 2000, il 33% delle famiglie con coppie di donne e il 22% delle famiglie con coppie di uomini hanno dichiarato di avere almeno un figlio di età inferiore ai 18 anni che vive in casa. Alcuni bambini non sanno di avere un genitore bisessuale o omosessuale, in quanto il genitore potrebbe non essersi mai dichiarato ai figli; c’è una certa variabilità su questo tema. Le famiglie omogenitoriali in generale, e l’adozione omogenitoriale in particolare, sono argomenti di controversia politica in molti Paesi occidentali e spesso fanno parte delle guerre culturali tra conservatori e liberali. Nel gennaio 2008, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che le coppie dello stesso sesso hanno il diritto di adottare un bambino. La ricerca ha costantemente dimostrato che due madri sono altrettanto capaci e adeguate di padri e madri eterosessuali. È stato inoltre documentato che non esiste alcuna relazione tra l’orientamento sessuale dei genitori e qualsiasi misura dell’adattamento emotivo, psicosociale e comportamentale di un bambino. L’American Psychological Association osserva inoltre che “i risultati di alcuni studi suggeriscono che le capacità genitoriali delle madri lesbiche e dei padri gay possono essere superiori a quelle di genitori eterosessuali equivalenti”. La letteratura esistente indica che il benessere fisico, economico, psicologico ed emotivo dei genitori è rafforzato dal matrimonio e che i bambini traggono beneficio dall’essere cresciuti da due genitori che sono in un’unione legalmente e socialmente riconosciuta.

Forme: Molte persone LGBT diventano genitori in vari modi, tra cui relazioni passate o attuali, adozione, donatori di sperma e maternità surrogata. In alcuni Paesi, come il Regno Unito e l’Irlanda, le persone LGBT possono anche dare in affidamento e curare i bambini bisognosi. Una persona lesbica o gay può avere figli anche nel contesto di un matrimonio eterosessuale, per paura di discriminazioni, per far fronte a un orientamento sessuale ego-distonico, per affetto o amore, per il desiderio di una famiglia o per motivi spirituali. Alcuni bambini non sanno di avere genitori LGBT.

Sul tema consiglio l’ottimo articolo di Eugenia Romanelli, pubblicato all’interno della rivista Rewriters (https://rewriters.it/riscrivere-la-famiglia-e-un-dovere-verso-i-nostri-figli/).

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