Ostinati e contrari, il Festival dei diritti umani
A Milano, dal 5 al 7 maggio, la decima edizione del Festival dei diritti umani, per riflettere ed educare al rispetto dei diritti di tutti.

A Milano, dal 5 al 7 maggio, la decima edizione del Festival dei diritti umani, per riflettere ed educare al rispetto dei diritti di tutti.
Ostinati e contrari così si intitola la decima edizione del Festival dei diritti umani, l’evento che si svolge a Milano dal 5 al 7 maggio.
Il Festival è tra le principali iniziative di mobilitazione e informazione sui diritti dell’uomo e della donna esistenti in Italia. Incontri in presenza e online, cortometraggi, testimonianze in prima persona, studi e buone pratiche sui diritti umani “per parlare a tutti e tutte, a partire dalle nuove generazioni” si legge sul sito della Fondazione diritti umani. La Fondazione, promotrice del Festival, svolge anche progetti didattici e altre attività di sensibilizzazione sui diritti umani.
Danilo De Biasio, direttore del Festival e della Fondazione, ci spiega che
“i diritti umani sono le regole del gioco della società. Ti dicono cosa puoi chiedere, ti mettono al riparo dall’arbitrio, ti difendono dalle violenze, ti permettono di scrivere e leggere liberamente. Se non ci sono tutta la società è squilibrata, pende dalla parte del più forte, del più furbo. Parlarne oggi è ancora più importante perché – appunto – sembra che i più ricchi, i più prepotenti abbiano sequestrato i diritti di tutti”.
La nostra epoca sta attraversando una forte crisi (ahinoi!): le democrazie sono sotto attacco e i diritti umani sono sviliti e violati.
“Forze senza precedenti stanno accerchiando gli ideali dei diritti umani, cercando di distruggere il sistema della giustizia internazionale. Questa offensiva religiosa, razzista, patriarcale e tecnocratica mette a repentaglio le conquiste degli ultimi 80 anni”, si legge nel rapporto 2024 – 2025 di Amnesty International.
Nei 150 Paesi, analizzati dalla storica organizzazione, la situazione risulta sempre più drammatica.
In tutto il mondo milioni di persone sono uccise, perseguitate, cacciate dalle proprie case. Basta pensare all’invasione russa dell’Ucraina e alla conseguente guerra, al genocidio del popolo palestinese da parte israeliana, alle deportazioni di migranti volute da Trump, alla guerra in Sudan, ai campi di sterminio in Messico, ai profughi rohingya in Bangladesh. E ancora, il centro migranti in Albania, le morti sul lavoro e i femminicidi non sono danno lustro al nostro Paese nel campo dei diritti umani.
I diritti delle minoranze sono ridotti o aboliti in tutto il pianeta, come dimostra la campagna di Trump contro diversità, uguaglianza e inclusione. Spesso le proteste pacifiche sono limitate e represse. I giornalisti e gli operatori dei media sono ammazzati o minacciati (lo scorso anno nel mondo sono stati 124 gli addetti all’informazione uccisi).
“Quindi se soffia forte questo vento si può decidere di trovare un precario rifugio o avere il coraggio di andare in “direzione ostinata e contraria”. Noi della Fondazione Diritti Umani abbiamo scelto convintamente la seconda risposta”.
Con queste parole la fondazione spiega perché ha scelto di chiamare il festival di quest’anno “Ostinati e contrari”.
I tre giorni del festival sono dedicati alle tematiche attualmente più rilevanti. Ci si chiede perché l’Onu non ferma le guerre? Come voterebbero i minori di 18 anni se potessero accedere al referendum sulla cittadinanza? Si parlerà di inclusione, multilateralismo, ambiente, intelligenza artificiale e libertà di informazione. Un ricco programma con incontri, dibattiti, proiezioni e concerti per rimettere al centro i diritti umani.
Oltre a proiezioni di documentari e una mostra fotografica, quest’anno anche l’illustrazione darà supporto al percorso di sensibilizzazione. Gli illustratori, guidati da Gianluca Costantini, hanno disegnato coppie di opposti come diritti/privilegi, pace/guerre e così via.
De Biasio ci racconta che il progetto nasca per due ragioni:
“C’è una ragione affettiva: Gianluca Costantini trasforma in oro tutto ciò che la sua matita disegna. È con noi dai primi anni del Festival e ha dato vita alle emozioni che certe testimonianze lanciavano nell’aria. E c’è poi una ragione editoriale. Gli allievi di Gianluca, vista anche la loro giovane età, sanno trasformare in segno dei concetti complessi. Noi volevamo far capire che in questo periodo si stanno confrontando due mondi: egoismo vs comunità; uguaglianza vs privilegio; attendibilità vs fake news. È una caratteristica del Festival: più linguaggi per un solo scopo: valorizzare i diritti umani”.
Da quest’idea è nato TAG – Almanacco illustrato di diritti e i loro contrari, un portfolio di disegni e un modo sicuramente impattante per far riflettere sulle libertà e i diritti umani.