E’ da un po’ che non vi propongo libri di divulgazione invece, come ormai saprete, ho estremo interesse ed anche estrema fiducia nelle capacità della letteratura di non-fiction, ovvero di quei libri che per bellezza e chiarezza riescono a raccontare e spiegare pezzi di realtà.

Oggi allora corro ai ripari proponendovi non uno ma due libri di divulgazione di cui secondo me non si può fare a meno, a casa o a scuola, dall’età di… direi dall’età di sempre perché questi libri si prestano ad essere consultati, sfogliati, domandati e letti anche quando si è un pochino più piccoli e piccole di quando alcuni concetti e significati possano arrivare in tutta la loro complessità storica e di contenuto.

I libri sono: Il libro del potere edito da Settenove e Diritti Umani di Quinto Quarto.

Perché voglio raccontarvi questi due libri insieme? Perché secondo me sono strettamente legati, storicamente e saldamente legati perché il percorso, lungo e difficile per la conquista, ogni giorno da ribadire e continuare, dei diritti civili va di pari passo con il ragionamento di chi e come detiene il potere.

Il libro del potere: che cos’è,
chi ce l’ha e perché?

Scritto a molte mani da Claire Saunders, Hazel Songhurst, Georgia Amson-Bradshaw, Minna Salami e Mio Scarlet, illustrato da Joelle Avelino e David Broadbent, con la traduzione di Guia Risari e la prefazione di Roxane Gay edito da Settenove – si apre con un pensiero sul potere quotidiano per poi dipanarsi in maniera non lineare tra epoche storiche diverse alla ricerca dell’evoluzione del concetto di potere nei suoi vari ambiti: il potere di parola, il potere di votare o il potere esercitato sulle persone adulte.

Si chiude con una parte interessantissima dedicata al potere che hai tu, e il tu è il lettore bambino o bambina. Qual è il tuo stile di potere? Come prendere coscienza di sé e della storia che ci ha portato sin qui, basata, prevalentemente, sul modello patriarcale?

E’ da qui, ma anche prima o dopo, a seconda di come uno vuole raccontare la storia e improntare il ragionamento e di quanto tempo si prende per farlo (io mi immagino molto tempo e tanti ritorni ad ogni età), che si innesta Diritti umani – di Yayo Herrero e Luis Demand, con la traduzione di Maura Romeo edito da Quinto Quarto – che sceglie un’impostazione più cronologica in cui alla ripresa dei vari articoli delle singole dichiarazioni dei diritti, seguono due pagine di approfondimenti dedicati ad alcuni articoli determinanti.

Abbiamo le pagine dedicate a Tutti gli esseri umani devono essere considerati e trattati come liberi e uguali (art. 1 e 2) ma ci sono anche le pagine dedicate al Diritto di autodeterminazione dei popoli, le lotte contro il razzismo, le lotte delle persone disabili.

Punteggiano le pagine le biografie di chi si è battuto per ogni singolo diritto e riconoscimento e il libro si chiude con lo sguardo al presente e al futuro, in maniera diversa ma concettualmente vicina alla chiusa de Il libro del potere: quali sono le sfide presenti e future per garantire che i diritti non solo non restino solo su carta ma aumentino e vengano applicati e riconosciuti da tutti i Paesi?

il potere narrativo accattivante
di questi due volumi

Va da sé che ho scelto questi libri non solo per il loro valore di contenuto divulgativo, che ritengo oggi più che mai necessario da tenere ben presente e raccontare, ma anche, se non soprattutto per la loro bellezza estetica perché è lei, la bellezza, che permette ai contenuti di essere narrati in maniera accattivante e più semplice, così da essere memorizzata ed anche interrogata. Libri a cui tornare ogni volta che ci poniamo una domanda o cerchiamo domande e magari proviamo a incrociare i libri per cercare di trovare qualche risposta provvisoria.

E i bambini e le bambine in tutto questo dove sono?

Sono dappertutto, non solo in forma di lettori e lettrici a cui raccontare queste storie di potere e diritti, ma sono pienamente riconosciuti come soggetti di diritto e anche di qualche dovere. I bambini e le bambine come persone e cittadini non da educare oggi perché siano domani adulti consapevoli. No, no, non è questa la prospettiva che dobbiamo avere, credo. I bambini e le bambine come persone a cui riconoscere diritti e garantire cure oggi, adesso, nel presente e per il presente.

“L’umanità deve ai bambini e alle bambine il meglio che ha da offrire”.

Eglatyne Jebb (1876-1928)
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