Papa Francesco lo ha detto anni fa e ormai lo ripete più volte l’anno. Le cronache delle sue udienze e dei suoi viaggi pastorali sono piene di queste citazioni.

“Più veterinari che pediatri, non un bel segnale”.

Ma qualche giorno fa, al congresso dei giovani economisti, ha previsto anche una pena corporale

“Bisogna bastonare un po’ l’Italia”.

L’ossessione di Papa Francesco

L’ossessione di Papa Francesco contro chi preferirebbe vivere con un cane o un gatto piuttosto che fare un figlio, è però ormai arrivata a livelli preoccupanti. Lo ripete, come uno di quei dischi di un tempo, con un graffio.

“Le nostre case sono tristi e vuote perchè mancano bambini. Si preferiscono gli animali, quelli non mancano mai” è la sua litanìa, arricchita recentemente anche dalla considerazione secondo la quale, parole del Pontefice “C’è una cultura dove si privilegia avere cani e gatti e non bambini”.

Ora, a prescindere che di umani, e di cani e gatti, ce ne sono tantissimi (la sovrappopolazione è un problema vero di sostenibilità, e per quella a quattrozampe è figlia del business dell’allevamento, della moda e del commercio), e che una deviazione nella vita con gli altri animali che li umanizza (e quindi gli fa male) al punto da configurare il maltrattamento (i cani in borsetta, per esempio) la combattiamo in primis proprio noi per i diritti degli animali. Ma chi in Vaticano si occupa dell’esposizione mediatica del Papa, dovrebbe tirare il freno d’emergenza.

Non scomodo Francesco, il santo, nè Antonio Abate, anche lui santo e con un cagnolino amico ritratto sempre vicino a lui (ma certo, non avrebbero potuto avere figli umani), nè scomodo i precursori dell’ingresso dei cani nelle Chiese come il biblista Don Mario Canciani che lo ha fatto dagli anni ‘80 nella San Giovanni dè Fiorentini a due passi da San Pietro e ora Don Cosimo Schena a Brindisi – solo per citare i casi più noti – ma Papa Bergoglio si sbaglia per due ragioni. 

Photo by Jill Schafer on Pixabay

L’Esortazione Apostolica “Laudate Deum”

La prima è che cani e gatti, afferma l’Istat, solo per rimanere all’Italia, ce ne sono di più nelle famiglie con figli che nelle case dei tanto – da lui – vituperati single o coppie senza eredi; la seconda è che l’amore, il rispetto, non hanno confini di specie e che questa sua manìa anti cani e gatti fa a cazzotti con quello che lui stesso ha scritto, solo per citare uno dei suoi Atti, nella Esortazione Apostolica Laudate Deum, il 4 ottobre – una data scelta non a caso – dello scorso anno.

A proposito della crisi climatica, il Papa scrive – punto 15 – che

“le altre creature di questo mondo hanno smesso di esserci compagne di viaggio e sono diventate nostre vittime”, al punto 66 afferma che “il paradigma tecnocratico può isolarci da ciò che ci circonda e ci inganna facendoci dimenticare che il mondo intero è una ‘zona di contatto’”. Ma soprattutto, nelle righe successive, afferma che “siamo costretti a riconoscere che la vita umana è incomprensibile e insostenibile senza le altre creature (…) formiamo una sorta di famiglia universale, una comunione sublime che ci spinge a un rispetto sacro, amorevole e umile”.

E allora perchè mettere in contrapposizione amore, rispetto, cura, di cani e gatti e quello per i cuccioli umani?

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