Avete mai ascoltato un quartetto di Sassofoni? Oggi vorrei farvi conoscere una formazione rarissima quanto sorprendente.
Si tratta del gruppo SteelWind Chamber Saxophone Quartet con il suo Album Quarantine

Il Sax è presente in quasi tutti i generi musicali moderni. Nella musica classica potreste ascoltare ad esempio, l’assolo per sax alto in Il Vecchio Castello dai Quadri di un’esposizione di Mussorgskij orchestrati da Maurice Ravel nel 1922. Inoltre esiste un crescente corpus di musica cameristica originale per sassofoni, spesso in quartetto, e di trascrizioni. 

Il sassofono ha un vasto uso bandistico, che potete immaginare nelle bande militari statunitensi. Anche per questo motivo fu quasi subito presente nelle prime formazioni jazz, un genere musicale di cui è diventato il simbolo internazionale.

Il quartetto StellWind e
il New Classical World

La famiglia dei sassofoni, come concepita da Adolphe Sax, è costituita da quattordici strumenti, di cui solo sei sono ancora in uso. Quattro di questi li possiamo ascoltare dal quartetto StellWind che è formato da Iacopo Sammartano – sax soprano, Davide Vannuccini – sax contralto, Andrea Lucchesi – sax tenore, Roberto Frati – sax baritono.

Il gruppo è nato nel 1983 e ha sviluppato un’identità che alcuni definirebbero non purista, ma a me, come sapete, non piacciono le negazioni, amo piuttosto le inclusioni. In questo senso mi piace inserire questo gruppo nella famiglia del New Classical World di cui vi ho parlato alcune volte.

Il New Classical World, nel mondo musicale, è un nuovo modo di fare musica che attinge dalle conoscenze del percorso classico ma anche da tradizioni culturali diverse. In questo senso, per New Classical World si intende anche l’opera di artisti che rifiutano di adottare un qualsiasi specifico linguaggio musicale tradizionale. Si attinge da tutta la musica del mondo, intesa come un tessuto continuo di esperienze correlate e componibili, in opposizione alla visione tradizionale della musica suddivisa in generi e tradizioni musicali indipendenti. 

Il nuovo lavoro dei SteelWind si intitola Quarantine, titolo ovviamente ispirato al periodo che abbiamo tutti vissuto con intense emozioni.
Lo considero un lavoro da ascoltare in casa, dove la sicurezza delle mura domestiche ci coccola e ci porta in una dimensione onirica e allo stesso tempo serena. Un omaggio all’ascolto interiore dove la tessitura degli strumenti si sviluppa partendo dal minimalismo per arrivare ad un carattere indipendente e dinamico.

Vi segnalo l’ascolto di Tubular Bells, un omaggio al grande Mike Oldfield e al suo Progressive Rock. Questo genere nacque rispondendo all’esigenza di dare alla musica rock maggiore spessore culturale e credibilità. Il nome del genere, considerato da alcuni inadeguato, indica la progressione del rock dalle sue radici blues, di matrice statunitense, a un livello maggiore di complessità e varietà compositiva.

Ci sono poi due composizioni dell’Olandese Jacob Ter Veldhuis noto come Jacob TV che dice delle sue musiche una frase che mi è piaciuta molto: “Condisco la mia musica con lo zucchero”.

Ascolterete Jesus is Coming un brano davvero originale nella sua struttura che prevede l’interazione fra gli strumenti e una base composta da vagiti di un neonato, un predicatore di strada e un coro della Salvation Army. 

Postnuclear Winterscenario n.10 è una composizione minimale che, come ricorda il titolo, vuole rappresentare un inverno di sentimenti arrivati dopo la devastazione di una guerra, ma la musica ci porta anche verso un risveglio di spirito poi assopito da un ritorno ad una visione invernale. 

Il brano Quarantine che da il titolo all’album è formato da una lunga serie di citazioni e riferimenti tra i quali i Genesis di Firth of Fifth, il Banco del Mutuo Soccorso de Il Giardino del Mago e i Gentle Giant di The Advent of Panurge. Un bellissimo omaggio al Progressive Rock e alla sua Storia.

Vi parlo infine delle tre composizioni originali che aprono l’album. Soonrise, Alpenacht e Landscape sono brani originali, scritti da Roberto Frati. I brani, dal carattere apparentemente minimale, si sviluppano in sorprendenti atmosfere ed eleganti virtuosismi e colori strumentali. L’invenzione melodica si intreccia assieme ad un sapiente uso della polifonia.

Sono delle composizioni di difficile classificazione, e direi per fortuna. In questo periodo di introspezione da parte di moltissimi artisti, abbiamo bisogno di ritrovare il vero senso del musicista che interpreta, scrive musica e crea bellezza senza preconcetti.

Un Album, Quarantine, che si apprezza ascoltandolo, con un bicchiere di vino rosso e dei sogni nelle tasche. 

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