I rapper sono tutti delinquenti? Forse sì :D. Dai, scherzo. Dominique Jones, in arte Lil Baby, è il mio artista di oggi, scelto per voi, con un brano che mi fa volare, questo:

Lil è stato in carcere due anni e durante la detenzione ha anche aggredito un detenuto: no buono! Una volta uscito, ha cominciato subito a rappare per Quality Control, che, dai, non è proprio malaccio: il suo primo mixtape Perfect Timing. A 23 anni fonda l’etichetta 4PF (Four Pockets Full) e l’anno dopo diventa un platino con Drip Too Hard.

Torniamo alla delinquenza (fu arrestato per spaccio di marija): c’è da dire che la sua infanzia non è stata quella di un bebè cullato tra le rose. Nato nel quartiere di Oakland City ad Atlanta, non ricorda il volto del padre, che abbandonò la famiglia che lui nemmeno aveva compiuto due anni di vita.

Lil Baby col figlio

Lil, coi due fratelli, è cresciuto con la madre, lasciando gli studi della hight school. Non proprio facile, insomma. Oggi lo ammmiro, anche come padre, e non mi perdo una sua mossa da quando l’ho scoperto. In realtà la prima volta l’ho visto recitare, non cantare: stavo guardando MTV, il sequel di How High, era aprile del 2019, e lui era nel cast.

Quindi per me tutto nasce nel gennaio del 2020, musicalmente parlando: Lil pubblicò Sum 2 Prove, secondo singolo estratto da quello che era il suo imminente album, il secondo in studio, My Turn, con cui raggiunse la prima posizione tra gli album più ascoltati secondo Billboard.

Ma veniamo al brano di oggi, parte di My Turn, pezzo strepitoso sulla brutalità poliziesca negli Stati Uniti, ovviamente riferita alla morte di George Floyd, appena un mese prima. Anche Lil Baby, quindi, schierato con le proteste del movimento Black Lives MatterGrammy Award.

Godetevi l’ascolto e la vista del video, anche se per me resta insuperabile l’interpretazione ai Grammy Award del 14 marzo 2021 accompagnato da Tamika Mallory e Killer Mike!

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