Dopo Chiamami con il mio nome, Luca Guadagnino torna a raccontare di amore queer con il suo film tratto dall’omonimo libro Queer di William S. Burroughs.

Queer: “Io non sono così”

“Io non sono così”: nel libro, Burroughs lo ripete continuamente. Rifiuta la sua omosessualità, così come lo fa William Lee (Daniel Craig) nel film. Anche il titolo ci rimanda alla negazione: Queer. Perché – anche se nel 2025 questo termine non è offensivo, ansi – nel momento in cui è stato scritto e ambientato, queer aveva un altro significato. Originariamente, Burroughs scrisse il libro negli anni ’50, anche se rimane inedito fino al 1985, e l’ambientazione è il Messico degli anni ’50. In quel momento, queer era ancora un insulto, come fr*cio o ch*cca.

Il protagonista cerca di distanziarsi da questo termine con prove di forza e dimostrazioni di mascolinità, ma non limita le sue tentazioni quando esce a bere e divertirsi, cercando di trovare qualcuno con cui fare sesso: una persona grezza e sporca. Un giorno incontra Eugene Allerton (Drew Starkley), quasi il suo opposto: ordinato, giovane, bello. Uno studente che William vede giocare a scacchi, e qualcosa scatta: c’è uno scambio di sguardi e sorrisi che fa pensare ad una connessione tra i due, che cominciano a frequentarsi.

L’ambientazione di Queer

L’alienazione e la negazione

Nella seconda parte del film, i due affrontano un viaggio nella giungla del continente sudamericano per cercare una droga: una pianta allucinogena che si dice possa indurre forme di telepatia negli umani. Si va a separare l’entità fisica da quella mentale, l’individuo, e il corpo diventa sempre più un fantasma: “I’m not queer, I’m disembodied“.

William e Eugene

Il protagonista è alienato, ripete “io non sono così” non solo come negazione della sua omosessualità, ma anche perché non è come gli altri, vuole distaccarsi dal mondo. William esita, è incerto, teso, soprattutto quando si tratta del corpo degli altri. Guadagnino riesce a trasportare il percorso di consapevolezza del protagonista dal libro al film, partendo dalla corporalità nuda del primo, per poi arrivare al disembodiment di cui parla William.

In Queer, il corpo si scompone, ma anche i due protagonisti sono scomposti e divisi dalle inquadrature segmentate del film: cercano di afferrarsi, ma senza successo.

Trailer ufficiale di Queer
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