(English translation below)
Si chiama Ida B. Wells la Barbie più nuova appena arrivata in tutti i negozi di giocattoli, e riproduce la fisionomia della giornalista attivista per i diritti delle donne e dei neri d’America Ida Bell Wells-Barnett, vissuta a cavallo tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo. Considerata una pioniera del femminismo negli Stati Uniti d’America, l’afroamericana Ida B. Wells si impegnò per il suffragio femminile e per la parità dei sessi.

Nera, con un lungo abito blu dal colletto di pizzo bianco, i capelli raccolti a chignon dietro la nuca, la Barbie Ida B. Wells è solo l’ultima di una collezione della Mattel ispirata a donne famose della storia o dell’attualità, dal nome Shero.

“La serie Shero si impegna a far luce su un rafforzamento dei modelli di ruolo, nel tentativo di ispirare un sempre più ampio numero di bambine e ragazze. Come parte del Dream Gap Project, stiamo facendo conoscere alle bambine storie di donne straordinarie per mostrare loro che possono diventare qualsiasi cosa” dichiara la Mattel produttrice della Barbie.

Dall’astronauta ed ingegnera Samantha Cristoforetti alla professoressa di vaccinologia presso l’Università di Oxford Sarah Gilbert, la Mattel propone modelli di donne emancipate, indipendenti, eccentriche e non sterotipate. Con il claim You Can Be Anything la Mattel reinventa il gioco delle bambine che, rispecchiandosi in Barbie veterinarie o allenatrici di calcio, artiste o imprenditrici, registe o scienziate, possono immergersi in un immaginario che può diventare realtà. Se puoi sognarlo puoi farlo!

Samantha Cristoforetti
Sara Gilbert

Ne aveva già accennato Carlo Marchese, proprio tra le pagine di Rewriters, parlando di Ken il sirenetto, “una versione di Ken mezzo uomo mezzo pesce che ha spinto quasi tutti a parlare di giochi inclusivi, dai tratti fluidi che possano far avvicinare i giovanissimi ad un’idea di umanità e di generi un pò più varia”.

La strada è questa infatti: concepire giochi più fluidi, che non ingabbino il bambino o la bambina in ruoli stereotipati ma li lancino verso nuove possibilità. Come l’azienda americana Goldiebox, fondata dall’imprenditrice illuminata Debbie Sterling, che ha creato una linea di giochi di costruzioni per bambine. Possono divertirsi a costruire una casa, una stazione spaziale, una mini borsetta, un cuscino a forma di animale e illuminato a led oppure una lampada a forma di nuvola per arredare la propria stanzetta.

Tutti coloro con i quali ne parlavo, mi dicevano che nonostante fosse una causa nobile, quel tipo di gioco non avrebbe mai avuto successo e non sarebbe stato venduto, perché ai ragazzi piace costruire e alle ragazze piacciono le bambole, e non si può andare contronatura”, ha dichiarato la Sterling.

E allora ha fatto di testa sua: con un crowdfunding ha raccolto i soldi per finanziare la sua prima produzione. Ed oggi Goldieblox è una realtà unica nel mondo dei giocattoli: la home del sito ufficiale si rivolge direttamente alle bambine, con il claim Goldieblox shows and toys make science and engeneering fun for everyone (gli spettacoli e i giocattoli Goldieblox rendono la scienza e l’ingegneria divertenti per chiunque).

Già perché l’azienda è cresciuta, ed oltre a produrre giochi di costruzioni, produce anche libri e spettacoli a episodi per il canale Youtube, per rendere le bambine e le ragazze più abili in infiniti campi del sapere, dalla chimica alla matematica. Non a caso uno dei temi del brand è Fast forwards girls, ovvero ragazze avanti veloce.

Nei numerosi spettacoli a tema della Goldieblox alcuni simpatici presentatori spiegano curiose ed originali invenzioni o costruzioni, come gli altoparlanti formati con degli snack o le scarpe telecomandate. L’azienda ha anche prodotto delle app per insegnare alle fanciulle a programmare e creare la propria animazione digitale.

Il tema è quello del girl empowerment, ovvero il tentativo di potenziare nelle bambine e nelle ragazze la fiducia in se stesse per consentire loro di ampliare le proprie prospettive sul futuro ed esplorare un illimitato range di possibilità attraverso il gioco.

E di girl empowerment parla un bellissimo film di Céline Sciamma dal titolo Bande de filles – Girlhood (in Italia il film è uscito con il titolo Diamante nero). E’ la storia di Marieme, una ragazza di banlieue che vive in un contesto familiare e scolastico molto difficile e che, insieme ad altre tre ragazze spregiudicate, intraprende un percorso di ricerca della sua libertà e della sua girlhood.

Una clip del film Girlhood

Girlhood: parola intraducibile in italiano

Parola, questa, impossibile da tradurre in italiano: si potrebbe tradurla con adolescenza, ma il termine cancella del tutto la componente femminile del vocabolo. Girlhood infatti è una parola composta: la prima parte significa ragazza, la seconda (hood) viene forse dall’inglese antico had con il significato di condizione, o dal termine hat (cappuccio) con riferimento al senso di appartenenza, come a dire sotto lo stesso cappello. Dunque girlhood (letteralmente condizione di ragazza) identifica quel periodo, nella vita di una persona di sesso femminile, di transizione dall’infanzia all’età adulta. Un termine specifico quindi, ad indicare una condizione propriamente femminile dell’adolescenza.

Una parola, girlhood, che parla di identità femminile, e che grazie ad alcune aziende illuminate come Goldieblox e Mattel, viene reinventata per offrire alle donne di domani un futuro ancora tutto da scrivere. E a scriverlo saranno loro stesse.

ENGLISH VERSION

Reinventing girlhood: from Mattel to GoldieBlox the toys that inspire
little girls to empower themselves

The newest Barbie just arrived in all toy stores: its name is Ida B. Wells and reproduces the physiognomy of the journalist-activist for the rights of women and blacks of America Ida Bell Wells-Barnett, who lived between the nineteenth and the twentieth century. Considered a pioneer of feminism in the United States of America, African American Ida B. Wells was committed to women’s suffrage and gender equality.

Black, with a long blue dress with a white lace collar, her hair tied up behind the neck, the Barbie Ida B. Wells is just the latest in a collection by Mattel inspired by famous women from history or current affairs, from name Shero.

“The Shero series is committed to shining a light on empowering role models in an effort to inspire more girls. As a part of the Dream Gap Project, we’re introducing girls to remarkable women’s stories to show them you can be anything” says Barbie maker Mattel.

From astronaut and engineer Samantha Cristoforetti to professor of vaccinology at the University of Oxford Sarah Gilbert, Mattel proposes models of emancipated, independent, eccentric, and non-stereotyped women. With the claim, You Can Be Anything, Mattel reinvents the game of little girls who, reflecting themselves in Barbie veterinarians or football coaches, artists or entrepreneurs, directors or scientists, can immerse themselves in an imagination that can become reality. If you can dream it you can do it!

Carlo Marchese had already mentioned it, right in the pages of Rewriters, speaking of Ken the little mermaid, “a version of Ken half man half fish that prompted almost everyone to talk about inclusive games, with fluid features that can bring the very young to a slightly more varied idea of humanity and genres”.

In fact, this is the way: to conceive more fluid games, which do not cage the boy or girl in stereotyped roles but launch them towards new possibilities. Like the American company Goldiebox, founded by the enlightened entrepreneur Debbie Sterling, who created a line of construction toys for girls. They can have fun building a house, a space station, a mini purse, an animal-shaped pillow with LED lights, or a cloud-shaped lamp to decorate their own room.

“Everyone I spoke to told me even though it was a noble cause, it would never go mainstream and it wouldn’t sell because boys like building and girls like dolls—and that you can’t fight nature” says Sterling.

And so she did his own thing: with crowdfunding, she raised the money to finance her first production. And today Goldieblox is a unique reality in the world of toys: the home of the official site is aimed directly at girls, with the claim Goldieblox shows and toys make science and engineering fun for everyone.

Yes, because the company has grown, and in addition to producing construction games, it also produces books and episodic shows for the Youtube channel, to make girls more skilled in infinite fields of knowledge, from chemistry to mathematics. It is no coincidence that one of the themes of the brand is Fast forwards girls.

In the numerous Goldieblox themed shows some nice presenters explain curious and original inventions or constructions, such as loudspeakers formed with snacks or remote-controlled shoes. The company has also produced apps to teach girls to code and create their own digital animation.

The theme is female empowerment, which is an attempt to build self-confidence in girls to enable them to broaden their prospects for the future and explore an unlimited range of possibilities through play.

And girl empowerment is about a beautiful film by Céline Sciamma entitled Bande de filles – Girlhood. It is the story of Marieme, a banlieue girl who lives in a very difficult family, neighborhood, and school context and who, together with three other unscrupulous girls, embarks on a path of search for her freedom and her girlhood.

Girlhood: untranslatable word in Italian

This word is impossible to translate into Italian: it could be translated as adolescence, but the term completely cancels the feminine part of the term. In fact, girlhood is a compound word: the first part means girl, the second (hood) comes from the Old English had with the meaning of condition. Therefore girlhood (literally the condition of a girl) identifies that period, in the life of a female person, of transition from childhood to adulthood. A specific term, therefore, to indicate a strictly feminine condition of adolescence.

A word, girlhood, which speaks of female identity, and which thanks to some enlightened companies such as Goldieblox and Mattel, is reinvented to offer the women of tomorrow a future yet to be written. And they will write it themselves.

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