Richard Mosse – “Broken Spectre” a Londra fino al 26 febbraio
La nuova mostra di Richard Mosse propone un approccio innovativo alla distruzione sistematica del cuore dell'Amazzonia brasiliana.
La nuova mostra di Richard Mosse propone un approccio innovativo alla distruzione sistematica del cuore dell'Amazzonia brasiliana.
(English translation below)
Nella capitale britannica, fino al 26 febbraio 2023, l’artista irlandese con sede a New York Richard Mosse, pluripremiato per le sue creazioni avvincenti, mostra il suo progetto Broken Spectre nello spazio londinese 180 Studios, The Strand.
L’artista trasporta il pubblico nel cuore dell’Amazzonia brasiliana con un’installazione video composta da filmati raccolti in un periodo di tre anni. L’obiettivo è di proporre una rappresentazione alternativa delle problematiche relative al cambiamento climatico, focalizzato sui cambiamenti della più grande foresta pluviale del mondo, e delle difficoltà delle persone che ci vivono. Inoltre, il progetto visuale è accompagnato da una selezione di fotografie dell’Amazzonia brasiliana, esposte per la prima volta nel Regno Unito.
Richard Mosse desidera andare oltre ciò che la videocamera può comunicare, espandendo il discorso di una crisi mondiale oltre alla staticità fluida che è l’installazione artistica. Broken Spectre è un’accusa ai reati ambientali, spesso per ragioni economiche, commessi nell’Amazzonia brasiliana.
Il discorso è focalizzato su un’area geografica specifica, ma può essere generalizzato a molti altri popoli indigeni e comunità marginalizzate spesso non rappresentate nella loro richiesta di diritti e giustizia.
L’installazione video è creata in collaborazione con l’artista e cinematografo Trevor Tweeten e con il compositore Ben Frost. La tecnologia usata per questa produzione riesce a divulgare una crisi ambientale nei più minimi dettagli, grazie a immagini satellitari e zoom sia macro che micro.
Come Richard Mosse rivela nel documentario What The Camera Cannot See, che segue l’artista mentre filma,
“la fotografia è al centro della comprensione della velocità della deforestazione e ho iniziato a ricercare le telecamere nei satelliti che producono tutti i dati, ma ciò che mi ha davvero reso più curioso è stato il fatto che le stesse telecamere vengono utilizzate dall’industria agroalimentare e mineraria per massimizzare lo sfruttamento della terra”.
La domanda, sia per nuove che vecchie generazioni è la seguente: è possibile resistere, combattere, con gli stessi strumenti usati da coloro che opprimono?
La documentazione di Richard Mosse non solo è una forma innovativa di resistenza e di giustizia sociale; è anche essenziale per potere concepire i complessi strati che costituiscono la violenza perenne che continua a perpetuarsi in luoghi spesso non coperti dai media tradizionali, lasciando una molteplicità di pubblici nell’ignoranza.
Deliberatamente non raccontare una storia di oppressione e distruzione è una forma di potere, un silenzio che urla ma che non riesce a farsi ascoltare, ricadendo nelle mani di dittatori neoliberali che così, continuano il loro lavoro senza difficoltà.
La deforestazione di massa non è nuova: inizia negli anni Settanta con la costruzione dell’autostrada trans-Amazoniana da parte del regime militare di quegli anni. Quest’idea di sviluppo, di usurpazione da attori esterni, continua a distruggere la foresta Amazzonica: basta osservare le tante industrie minerarie sviluppateci negli ultimi anni per esserne testimone.
Attraverso Broken Spectre, Richard Mosse cerca di sviluppare nuovi metodi di racconto, proponendo un approccio innovativo a una realtà di distruzione sistematica, per la quale la necessità di coinvolgimento è imminente.
ENGLISH VERSION
Richard Mosse’s new exhibition proposes an innovative approach to the systematic destruction of the heart of the Brazilian Amazon.
In the British capital until the 26th of February 2023, New York-based Irish artist Richard Mosse, who has been awarded several times for his compelling creations, displays his project Broken Spectre in the London space 180 Studios, The Strand.
The artist transports the audience to the heart of the Brazilian Amazon with a video installation composed of films collected over a period of three years. The goal is to propose an alternative representation of climate change issues, focused on changes in the world’s largest rainforest, and the difficulties faced by its local population. In addition, the visual project is accompanied by a selection of photographs of the Brazilian Amazon, exhibited for the first time in the UK.
Richard Mosse wants to go beyond what the camera can communicate, expanding the discourse of a world crisis in addition to the fluid static nature of an art installation. “Broken Spectre” is an accusation of environmental crimes, often for economic reasons, committed in the Brazilian Amazon. The discourse is focused on a specific geographical area but can be generalized to many other indigenous peoples and marginalized communities often not represented in their demands for rights and justice. The video installation is created in collaboration with artist and cinematographer Trevor Tweeten and composer Ben Frost. The technology used for this production manages to spread an environmental crisis in the smallest details, thanks to satellite images and zoom both macro and micro.
As Richard Mosse reveals in the documentary What The Camera Cannot See, which follows the artist while filming in the Amazon,
“photography is at the center of understanding the speed of deforestation and I started searching for cameras in satellites that produce all the data, but what really made me more curious was the fact that the same cameras are being used by the food and mining industry to maximize land exploitation”.
The question, for both new and old generations, is: is it possible to resist, to fight, with the same tools used by those who oppress?
Richard Mosse’s documentation is not only an innovative form of resistance and social justice; it is also essential to conceive the complex layers that constitute the perennial violence that continues to perpetuate itself in places often not covered by the traditional media, leaving a multiplicity of audiences in ignorance. Deliberately not telling a story of oppression and destruction is a form of power, a silence that screams but fails to be heard, falling back into the hands of neoliberal dictators who thus, continue their work without difficulty. Mass deforestation is not new: it began in the seventies with the construction of the trans-Amazonian highway by the military regime of those years. This idea of development, of usurpation by external actors, continues to destroy the Amazon Forest: just look at the many mining industries developed in recent years to witness it.
Through “Broken Spectre”, Richard Mosse tries to develop new methods of storytelling, proposing an innovative approach to a reality of systematic destruction, urging all public to engage.