Senza addentrarsi in discorsi che risulterebbero troppo complessi e che richiederebbero un approfondimento storico e socio-culturale di tutt’altro tipo, è innegabile che noi donne abbiamo sempre dovuto ribadire la nostra autonomia e la nostra legittima libertà di scelta. Per questo mal sopportiamo chi pretende di darci consigli in un ambito così intimo e personale come la gestione del nostro ciclo mestruale.

Nel 2019 Essity ha condotto la prima ricerca in Italia che indaga il ciclo mestruale a 360 gradi. Sono stati intervistati 1633 italiani, uomini e donne tra i 15 e i 65 anni a cui è stato sottoposto un ampio questionario. Nonostante il ciclo mestruale sia un evento naturale e fisiologico per una donna in età fertile, dai risultati della ricerca emerge che non tutte le donne associano a questo evento un sentimento di normalità, e che il tema in Italia è ancora un tabù. Le mestruazioni infatti sono vissute male da oltre la metà delle donne intervistate (54,1%) che associa al ciclo una sensazione di dolore. Il 27,4% prova disagio ed imbarazzo e il 23,6% considera le mestruazioni una condizione invalidante. Solo il 19,3% delle donne intervistate le associa ad una potenzialità generativa. Nuvenia, uno dei principali brand di Essity, ha lanciato anche in Italia, dopo il debutto in altri Paesi, la campagna #bloodnormal, ideata per rompere tabù e superare retaggi culturali legati all’universo femminile. La campagna mostra per la prima volta il sangue mestruale nel suo colore naturale, mettendo fine a esemplificazioni con liquidi blu. Un video particolarmente esplicito che racconta con grande sensibilità come il ciclo mestruale non sia una condizione invalidante, ma un evento assolutamente normale.

Hai le mestruazioni? Ahi ahi ahi…

Esistono ancora uomini che si imbarazzano sentendo la parola mestruazioni e altri che commentano il comportamento di una donna nervosa con sguardi cospiratori e paternalistico compatimento. Avrà le sue cose”: un atteggiamento che manda in bestia qualsiasi donna vi assista, confermando spesso i malcapitati nel pregiudizio della loro diagnosi. È per questo che ogni iniziativa che porti avanti il discorso (anche solo di poco), ogni piccolo contributo alla battaglia che cerchi di scardinare lo stigma sociale legato al periodo più naturale che una donna possa avere, diventa fondamentale. Questa volta, si tratta di un nuovo colore da aggiungere a quelli che conosciamo: si chiama Red Period ed è stato presentato da Pantone, una delle aziende più influenti per quanto riguarda la classificazione dei colori, una vera e propria istituzione.

Ovviamente esiste un nodo anche prettamente economico legato al mondo delle mestruazioni: Period Products Scotland Bill è il nome della legge che, approvata con 112 voti dal parlamento scozzese, rende completamente gratuiti tamponi e assorbenti. Un vero e proprio punto di svolta nello scenario europeo, dove la tampon tax (l’IVA applicata su assorbenti, tamponi e coppette mestruali) è al centro di un vivo dibattito pubblico. In tutta l’Unione Europea infatti l’aliquota su questo tipo di prodotti è al pari di quella sui beni di lusso. Segnali politici che si inseriscono dunque in un quadro di risposta ad un problema in primo luogo sicuramente economico, ma anche dai risvolti urgentemente culturali.

Ma chi ha inventato gli assorbenti?

Chissà che IVA avrebbero applicato nell’antico Egitto dove si usava papiro ammorbidito, o nell’antica Roma con lana e stoffa. Nelle campagne venivano usate anche pelli di pecora, bollite dopo l’uso. Solo alla fine del 1800 la Johnson & Johnson inventò gli usa e getta, chiamati lister’s towel, ma le donne provavano imbarazzo ad acquistarli. Durante la Prima Guerra Mondiale i tamponi di cellulosa utilizzati dalle infermiere francesi per curare le ferite dei soldati vennero usati anche per il ciclo, perché più assorbenti. Fino a quando non arriva Mary Beatrice Davidson Kenner, una signora di colore della Carolina del Nord con il pallino delle invenzioni. Con l’intenzione di inventare cose che potessero migliorare la vita di tutti i giorni delle donne, a Mary Keller venne l’idea della sanitary belt, una cintura da mettere intorno alla vita con dei ganci molti simili a quelli delle giarrettiere e che potessero tenere in posizione un assorbente impermeabile. Mary depositò il brevetto, ma quando le aziende vennero a sapere che l’invenzione era di una donna di colore il loro interesse decadde e ci vollero decenni (per intenderci 120 cicli mestruali) perché l’assorbente, diventato poi addirittura adesivo, entrasse in commercio.

Oggi esiste una realtà come This Unique, una startup innovativa che ha come missione quella di mettere le persone a proprio agio con il loro corpo, normalizzando il dialogo su temi a lungo considerati scomodi, colmando il divario di genere e veicolando un nuovo modello di consumo, interamente compostabile e in cotone ipoallergenico. La genialità di Lisa Iannello, co-founder del brand, sta nel concetto per cui nasce: portare il modello a sottoscrizione mensile nel mondo delle mestruazioni. Abbonamento a Netflix, Spotify e ad assorbenti, ebbene si.

Sei nervosa? Lacrima facile? Voglia di cioccolato? Hai il ciclo.
O forse no.

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