Social media e disturbi alimentari: quanto ci costa il confronto con la perfezione?
I disturbi alimentari, preoccupazione crescente, soprattutto tra i giovani: responsabili anche i social media. Il libro "Social Fame"
I disturbi alimentari, preoccupazione crescente, soprattutto tra i giovani: responsabili anche i social media. Il libro "Social Fame"
Negli ultimi anni, i disturbi alimentari sono diventati una preoccupazione crescente, soprattutto tra i giovani. Un fattore cruciale che contribuisce a questo fenomeno è l’influenza dei social media. Piattaforme come Instagram, TikTok e Facebook, pur offrendo opportunità di connessione e condivisione, possono anche trasformarsi in ambienti tossici in cui il confronto con modelli ideali di bellezza e perfezione fisica aumenta il rischio di sviluppare malattie legate ai disturbi alimentari.
I social media sono una vetrina costante di immagini perfette e vite apparentemente impeccabili. Questo confronto continuo può generare un senso di inadeguatezza e insicurezza, specialmente tra gli adolescenti, particolarmente vulnerabili a questo tipo di pressione. Vi siete mai chiesti che prezzo stiamo pagando, soprattutto a livello emotivo e psicologico, per questa ricerca costante di approvazione? L’esposizione a corpi ideali, spesso irrealistici, porta a una percezione distorta del proprio, alimentando l’ansia e spingendo verso comportamenti alimentari malsani.
L’uso diffuso di filtri e fotoritocco sui social media è un altro elemento preoccupante. Questi strumenti permettono di creare immagini che non rispecchiano la realtà, ma che vengono comunque presentati come standard da raggiungere. Ma quanto di ciò che vediamo online è davvero autentico? E, soprattutto, quale impatto ha sulla nostra autostima l’inseguimento di un’immagine di perfezione che, in fondo, non esiste? Questa continua esposizione a modelli irraggiungibili può alimentare sentimenti di frustrazione e inadeguatezza, sfociando in disturbi alimentari come anoressia, bulimia o binge eating.
Un altro aspetto critico è la diffusione sui social di contenuti che promuovono comportamenti alimentari pericolosi. Hashtag e gruppi dedicati al thinspiration (ispirazione alla magrezza) o a diete estreme sono facilmente accessibili e possono influenzare negativamente chi già è in una condizione di vulnerabilità. Ma perché questi contenuti continuano a proliferare nonostante le misure adottate dalle piattaforme per limitarli? Forse stiamo sottovalutando l’effetto a lungo termine di queste influenze negative? Sebbene molte piattaforme abbiano adottato misure per ridurre la visibilità di questi contenuti, il problema persiste e rappresenta una minaccia significativa per la salute mentale degli utenti.
Le piattaforme social hanno una grande responsabilità nella gestione dei contenuti pubblicati e condivisi. Ma stanno facendo abbastanza? O sono troppo concentrati sui profitti derivanti dalla popolarità e dall’engagement degli utenti? Il controllo e la regolamentazione dei contenuti dovrebbero essere più efficaci e rigorosi, per prevenire la diffusione di immagini e messaggi che possono avere un impatto negativo, specialmente sui giovani.
Affrontare il problema dei disturbi alimentari in relazione ai social media richiede un approccio complesso e multidimensionale. Oltre alla regolamentazione dei contenuti, è fondamentale promuovere l’educazione digitale, aiutando i giovani a sviluppare una consapevolezza critica rispetto a ciò che vedono online. Ma siamo pronti a mettere in discussione la nostra dipendenza dai like e dai follower per il bene della nostra salute mentale? Educare gli utenti a riconoscere i pericoli del confronto sociale e a valorizzare la diversità dei corpi potrebbe essere la chiave per ridurre l’incidenza dei disturbi alimentari legati all’uso dei social media.
La domanda finale che dovremmo porci è: siamo disposti a cambiare il modo in cui utilizziamo i social media, per creare un ambiente online più sano, dove la realtà e la salute mentale siano priorità rispetto a standard irrealistici di bellezza e perfezione?
Sull’argomento consiglio la lettura del libro Social Fame. Adolescenza, social media e disturbi alimentari (Il pensiero scientifico Editore, 2023) di Laura Dalla Ragione e Raffaela Vanzetta. Tutti abbiamo fame di essere riconosciuti e i social media non fanno che alimentarla. Le hall of fame, da cui è nata l’idea del titolo di questo volume, sono stanze della gloria, luoghi fisici in cui chi è degno di essere ammirato ha il suo posto riservato. Sulle piattaforme social ognuno può avere il suo spazio dove condividere le proprie capacità ed essere ammirato. Ma se ognuno può, allora ognuno deve: la fragilità tipica dell’adolescenza diventa così facile preda di questo continuo bisogno di essere ammirati, costi quel che costi.