No, non è un clickbait. Avete letto bene: un gruppo di ricercatori ha avanzato la proposta di spedire sulla Luna le cellule degli animali a rischio di estinzione per preservare la biodiversità.

Lo scorso 31 luglio, sulla rivista BioScience, un team di ricerca guidato dalla biologa marina Mary Hagedorn, dell’Istituto Smithsonian di Washington, ha presentato un progetto innovativo che potrebbe rivoluzionare la conservazione della biodiversità terrestre.

L’idea, tanto ambiziosa quanto necessaria, nasce dalla consapevolezza che il nostro pianeta sta vivendo una crisi senza precedenti. Il cambiamento climatico, la distruzione degli habitat naturali, l’inquinamento e l’introduzione di specie invasive sono solo alcuni dei fattori che stanno spingendo molte specie animali sull’orlo dell’estinzione.

Davanti a tutto questo, gli scienziati stanno cercando delle soluzioni innovative per poter preservare la vita sulla Terra, considerando anche la possibilità di portarla al di fuori del nostro pianeta.

Il progetto proposto da Hagedorn e dal suo team prevede la creazione di un deposito criogenico sulla Luna, dove potrebbero essere conservati i campioni genetici delle specie animali più minacciate. Questa arca lunare fungerebbe da backup per la biodiversità terrestre, un luogo dove conservare il materiale genetico necessario per ripopolare le specie in caso di disastri ambientali irreversibili.

La Banca dei semi nelle Isole Svalbard

L’idea non è del tutto nuova. Basti pensare alle banche genetiche già presenti sulla Terra, come lo Svalbard Global Seed Vault, situato in Norvegia, che conserva i semi di milioni di piante per garantire la sicurezza alimentare in futuro. Tuttavia, c’è da considerare il fatto che un deposito sulla Luna offrirebbe un livello di protezione senza pari, essendo al riparo da possibili catastrofi naturali e dalle conseguenze delle azioni umane.

Per verificare la fattibilità di tale proposta, i ricercatori hanno condotto alcuni esperimenti preliminari sulla Terra, utilizzando campioni organici di gobite stellato, un piccolo pesce che vive nelle acque del Pacifico. Tali test hanno permesso di studiare e comprendere le condizioni necessarie per la crioconservazione dei campioni, un processo delicato che richiede temperature estremamente basse, come quelle del suolo lunare, per mantenere intatta la struttura cellulare nel corso del tempo.

Ma non è tutto: il team ha previsto di condurre ulteriori studi anche a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, in modo da poter simulare le condizioni di conservazione nello spazio. Allo stesso tempo, gli scienziati stanno sviluppando dei contenitori in grado di garantire la conservazione a lungo termine dei materiali genetici in un ambiente così ostile come quello lunare.

Biodiversità. Possibili sfide e critiche

Ovviamente, l’idea di creare un deposito di cellule animali sulla Luna non è priva di sfide. I costi di un progetto del genere sarebbero enormi e la tecnologia necessaria per poterlo realizzare potrebbe richiedere anni, se non decenni, di ricerca e sviluppo. Inoltre, il progetto presupporrebbe il trasporto di materiali dalla Terra alla Luna, il che solleva ulteriori questioni logistiche e di sicurezza.

Anche da un punto di vista etico sorgono dei dubbi riguardo, per esempio alla necessità di investire in un progetto di questa mole quando le risorse potrebbero essere destinate a iniziative di conservazione terrestri più facilmente attuabili.

D’altro canto però, quali potrebbero essere le alternative? In un’epoca, come quella in cui viviamo, in cui la perdita di biodiversità sta raggiungendo livelli a dir poco allarmanti, investire e cercare soluzioni radicali come questa potrebbe fare la differenza tra la sopravvivenza e l’estinzione di molte specie.

Cosa possiamo fare noi?

Pensare alla Luna come a un santuario per la biodiversità terrestre è un’idea che sembra uscire direttamente da un film di fantascienza, ma ci permette di avere ancora un po’ di speranza. Tuttavia, è doveroso ricordare che non dobbiamo necessariamente guardare oltre i confini terrestri per fare la differenza: ogni piccolo gesto quotidiano può contribuire a salvaguardare e proteggere l’ambiente. Ad esempio, ridurre l’uso di plastica, riciclare correttamente i rifiuti e scegliere prodotti e alimenti a basso impatto ambientale sono tutte azioni che, sebbene piccole, possono avere un grande impatto. Quelli che possono sembrare dei semplici cambiamenti, come ridurre il consumo di carne o sostenere l’agricoltura locale, possono difatti ridurre l’impronta ecologica e preservare gli habitat naturali.

Oltre a questi gesti quotidiani, altri modi concreti per cercare di proteggere la biodiversità sono le iniziative di riforestazione, la partecipazione a campagne di pulizia ambientale e ovviamente l’educazione ambientale.

Sicuramente, l’innovazione nel campo della conservazione ambientale è essenziale per affrontare la crisi ecologica. Per questo, idee radicali e fuori dagli schemi come questa possono servire a stimolare dibattiti e riflessioni sulle soluzioni future. Tuttavia, è altrettanto importante bilanciare l’inarrestabile innovazione con azioni concrete e pratiche che coinvolgano maggiormente la popolazione mondiale, diffondendo così consapevolezza sul tema.

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