L’educazione intergenerazionale è lo strumento sociale che si fonda sull’incontro tra soggetti di età molto distanti invitandoli all’ascolto, alla partecipazione e integrazione, fino a far loro considerare le differenze come occasione di apprendimento e l’altro come risorsa.

E in tema di educazione intergenerazionale vi voglio segnalare un documentario che può diventare un modello virtuoso per il futuro in Italia e nel mondo. Si intitola The Growing Season (precedentemente Present Perfect) ed è stato realizzato nella scuola materna Providence Mount St. Vincent, inserita all’interno di una casa di riposo di Seattle.

Un esempio di educazione intergenerazionale oltre oceano. Il Present Perfect è il tempo che collega il passato al presente, come un ponte tra ciò che è già successo e ciò che accade ora. In questo caso, Present Perfect è il documentario di Evan Briggs che mostra una reale esperienza di ibridazione di una scuola materna e un centro anziani, riunendo insieme giovanissimi e persone molto avanti negli anni.

Quello dell’educazione intergenerazionale è un tema molto sentito in questi ultimi tempi, soprattutto per quanto riguarda il rapporto nonni-nipoti. Sappiamo bene che i nonni sono persone speciali, amorevoli ed insostituibili. Rappresentano il fil rouge con il nostro passato che ci permette di conoscere ed apprezzare maggiormente il presente.

Cos’è successo a queste figure uniche durante gli ultimi due anni in particolare? Come si sono modificati gli approcci, le dinamiche familiari e sociali?

Direi molto e anche di più! Con infinite sfaccettature. Consideriamo le più evidenti o comuni:

  • Alcuni nonni sono rimasti esclusi dalla vita dei nipoti per via delle distanze o per situazioni di particolare fragilità.
  • Altri si sono ritrovati assunti a tempo pieno, mascherina compresa, per affrontare le nuove realtà fra DaD, presenza fissa dei bambini in casa e scarsità di tate.

In entrambi i casi non è stato sicuramente semplice creare un nuovo equilibrio. Soprattutto per chi, entrando nello specifico della seconda opzione, non era abituato ad occuparsi dei nipoti in maniera continuativa e con un interazione attiva e dinamica fra le parti. Non soltanto l’esserci ma la compartecipazione.

Ed ecco che l’affiancamento di una figura che possa essere da guida diventa il pilastro della  nuova visione e della riscrittura attualizzata del ruolo.

La storia che ora vi racconterò è vera, solo i nomi sono stati modificati per esigenze di privacy.

Nonno Carlo, 80enne e vedovo da alcuni anni, percepisce fortemente l’esigenza di seguire un percorso di parental coach (letteralmente istruttore di genitorialità) per conseguire il risultato desiderato da tempo e cioè: essere presente, con una nuova modalità, alla crescita delle due nipotine Gaia 5 anni e Celeste 7 anni, nei loro momenti di gioco e nella loro vita in genere integrandosi sempre meglio.

A tal proposito utilizza una metafora molto interessante per definire il suo ruolo percepito fino a quel momento: dice di sentirsi un nonno-guardiano e di soffrire nel  non riuscire a trovare il punto di incontro. Si sente bloccato e congelato.

Si è chiuso in questa figura pensando fosse corretto sorvegliare le nipotine senza intervenire direttamente affinché si sentissero piu libere.

Mi contatta, quindi, durante il primo lockdown chiedendomi informazioni e da subito mi accorgo delle difficoltà, delle paure e delle credenze limitanti che lo fanno soffrire. 

La sua decisione giunge immediata – “Catia sarai la mia guida!” – come un’ urgenza che non può essere rimandata… iniziamo così un percorso molto coinvolgente.

Dapprima c’è stato un lavoro su se stesso nella consapevolezza di riappropriarsi di quei ruoli di accudimento, gioco, divertimento che scaturisce anche solo dall’osservazione e manualità creativa, che lui aveva da sempre associato culturalmente alla figura femminile, semplicemente delegando alla nonna, come se non gli potessero appartenere. 

Poi ha trovato le risorse che gli hanno permesso di fare un piano d’azione nel quale ha individuato le cose a lui più congeniali da poter fare nell’immediato.

Ha reso il suo minuscolo giardinetto, inutilizzato, uno spazio vivibile ed interessante per due bambine; inserendo una pergola con la panca e dei bei rampicanti, dove potevano sedersi e fare disegni, compiti, merenda.

Un grande ombrellone, oltre ad un telo tipo capanna, ha completato il tutto, rivelandosi utile non solo con il sole, ma anche con la pioggia per ascoltare l’acqua che tamburella e crea musica.

giochi outdoor

Poi ricerca e trova idee online su giochi semplici e coinvolgenti da poter fare all’aperto o, nei periodi di brutto tempo, all’interno. Caccia al tesoro, percorsi ad ostacoli con sedie, sgabelli, cassetti e altro, musica per ballare, indovinelli, etc..

giochi indoor

Altro importantissimo strumento che gli ha permesso di rafforzare il legame emotivo è stata la creazione di un diario, grazie ad un libro chiamato: Nonno parlami di te! Libro predisposto per scrivere all’interno, anche tramite domande guidate, la storia della propria famiglia.

Gli ha dedicato molto tempo ed è stata una ricerca emozionante delle origini tramite foto, racconti, episodi vissuti o ascoltati a sua volta da piccolo dai suoi genitori. In pratica un viaggio nel tempo e nel suo passato.

libro_nonno_parlami_di_te
Libro diario

Questo diario è diventato il regalo di Natale per le nipotine ed ha coinvolto l’intero nucleo famigliare in una compartecipazione emotiva molto intensa

Oggi vuole condividere la consapevolezza raggiunta nel sentirsi un adulto migliore grazie al magico mondo dei bambini per aiutare chi come lui crede nell’educazione intergenerazionale  come nuovo paradigma culturale.

Vi riporto delle parti scritte da nonno Carlo al termine del suo percorso:

“Da una parte posso tranquillamente affermare che in questo cammino io ho cercato di dare il mio convinto contributo alla crescita delle mie nipotine, unitamente ai genitori ed insegnanti, ma al contempo posso con certezza confermare che loro, forse senza rendersene conto, hanno fatto crescere anche me come nonno, nonostante la mia veneranda età. Questo era nelle mie speranze ma non era scontato in partenza”.

Poi aggiunge:

“È proprio vero che a fronte di ogni grande problema esiste sempre anche una grande opportunità… basta saperla trovare e sviluppare. Chiedere aiuto a te, Catia, è stata la cosa più bella che abbia potuto fare. Mi ha restituito il ruolo di adulto responsabile ricevendo vari stimoli per mantenere attivi mente e corpo e per superare questi anni difficili senza sentirmi abbandonato o solo”.

E infine conclude:

“Io e le mie nipotine siamo una squadra vincente. Non avrei potuto desiderare di più.”

Da parte mia sono convinta che la risposta alle difficoltà è sempre celata in noi e dall’interno arrivano le risorse preziose ben custodite. 

Lasciamo libere le emozioni, non nascondiamo ciò che abbiamo di più bello e vero… ma soprattutto cerchiamo il fanciullo che è in ognuno di noi. Grata a nonno Carlo, alle sue splendide nipotine ed a voi tutti.

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