Un test del sangue per la diagnosi di Alzheimer
Un gruppo di ricercatori svedesi mette a punto un esame del sangue con il 90% di affidabilità nel diagnosticare l'Alzheimer. Lo studio
Un gruppo di ricercatori svedesi mette a punto un esame del sangue con il 90% di affidabilità nel diagnosticare l'Alzheimer. Lo studio
Un test del sangue per individuare con un alto tasso di precisione la malattia di Alzheimer. Lo studio condotto dall’Università di Lund in Svezia e pubblicato sulla rivista Jama Neurology, riguarda la misurazione del plasma fosforilato tau 217, o p-tau217, un importante biomarcatore per identificare il rischio di Alzheimer nelle persone con deterioramento cognitivo. Chi è affetto da Alzheimer presenta infatti elevati livelli di questa molecola, oltre a un accumulo di betamiloide e proteina tau nella corteccia cerebrale.
Secondo i ricercatori l’affidabilità del test è del 90%. Lo studio ha seguito 1.213 persone con un’età media di 74 anni che presentavano una lieve perdita di memoria. Di queste, 515 sono state valutati nell’assistenza primaria e 698 in una clinica specialistica della memoria. Il sangue di ognuna di loro è stata analizzata la presenza del biomarcatore il p-tau217, i risultati poi sono stati combinati con misurazioni nel sangue del beta-amiloide e infine sono stati confrontati con quanto era emerso dal tradizionale test del liquido cerebrospinale. Una procedura questa che ha permesso di raggiungere quel 90% di attendibilità del nuovo test del sangue messo a punto dai ricercatori svedesi.
“Il lavoro indica il potenziale miglioramento nella diagnosi con l’adozione di questo esame del sangue negli ambienti sanitari“, ha sottolineato il coordinatore dello studio Sebastian Palmqvist. Secondo i ricercatori, “La semplicità e l’affidabilità di questo test del sangue rappresentano un significativo passo in avanti nella diagnosi dell’Alzheimer, perché fornisce un metodo efficace per escludere la malattia nelle cure primarie. Un aspetto fondamentale anche perché la perdita di memoria può derivare anche da altre condizioni curabili come la depressione o la stanchezza cronica“.
La malattia di Alzheimer è la causa più frequente, circa il 60%, di demenza negli anziani. Si tratta di una patologia progressiva, incurabile e irreversibile. Stime recenti riportano che nel mondo circa 50 milioni di persone sono affette da una forma di demenza e in Italia sono oltre 1 milione e 200 mila. Una cifra, secondo gli esperti, destinata quasi a raddoppiare ogni 20 anni, fino a raggiungere i 74,7 milioni di persone nel 2030 e i 131,5 milioni nel 2050.
Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la Malattia di Alzheimer e le altre demenze rappresentano la settima causa di morte nel mondo e l’appartenenza al sesso femminile rappresenta un importante fattore di rischio per l’insorgenza di questa patologia.
Questa metodica sembra quindi rappresentare un modo più accurato per diagnosticare la malattia rispetto a quelli finora utilizzati che secondo gli specialisti presentano un’affidabilità del 73%, quali i test cognitivi, la Tac (tomografia assiale computerizzata), la Rm (risonanza magnetica), la Pet (tomografia a emissione di positroni cerebrale), la puntura lombare per il prelievo del liquido cerebrospinale. Attualmente il test è utilizzabile solo per scopi di ricerca, ma si prevede che a breve sarà disponibile anche per uso clinico e in un futuro prossimo potrebbe essere usato direttamente anche negli studi medici.