Le recenti tragedie naturali che hanno colpito in modo particolare negli ultimi giorni di novembre 2024 la città di Valencia, hanno riacceso il dibattito sull’impatto dei cambiamenti climatici sugli eventi meteorologici estremi. Da una parte, studios* come Friederike Otto sostengono che questi fenomeni siano strettamente legati all’aumento delle temperature globali causato dall’attività umana; dall’altra, espert* come Matthew Wielicki mettono in dubbio questa connessione, puntando invece su cicli naturali e sulla mancanza di strutture urbane adeguate. 

Cambiamenti climatici, eventi estremi, Valencia. Il dibattito

Secondo il modello proposto da Friederike Otto, climatologa nota per il suo lavoro nell’ambito dell’attribution science, i cambiamenti climatici rendono più probabili eventi estremi come quelli di Valencia. Otto sostiene che l’aumento delle temperature e la maggiore evaporazione degli oceani contribuiscono a incrementare la quantità di umidità nell’atmosfera, con un impatto significativo sull’intensità delle precipitazioni.

Matthew Wielicki, geologo e docente presso l’Università dell’Alabama, offre una prospettiva differente, sollevando dubbi sull’idea che l’attività umana sia la causa principale dell’incremento degli eventi estremi. Wielicki sottolinea come la Terra abbia sempre sperimentato cicli climatici naturali e che fenomeni estremi come quelli di Valencia potrebbero rientrare in variazioni naturali e non necessariamente dipendere dall’azione umana. Wielicki invita a considerare l’impatto dei cicli oceanici e dei fenomeni periodici come El Niño e La Niña, che influenzano le dinamiche climatiche globali.

Foto di Hermann Traub da Pixabay

Come influiscono i cambiamenti climatici
sugli eventi estremi?

La scienza climatica, tuttavia, riconosce che l’attività umana ha un ruolo crescente nel determinare la frequenza e l’intensità di fenomeni estremi. Secondo un rapporto dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), i cambiamenti climatici hanno aumentato le temperature medie globali di circa 1,1 °C rispetto all’era preindustriale. Questo incremento, per quanto sembri minimo, è sufficiente a destabilizzare molti equilibri atmosferici, accentuando fenomeni estremi.

Nel caso di Valencia, alcuni studi di attribution science indicano che l’intensità delle recenti piogge potrebbe essere stata amplificata dall’aumento delle temperature, che causa un’atmosfera più umida e instabile. Friederike Otto, promotrice della disciplina dell’attribuzione climatica, sottolinea come sia ormai possibile collegare direttamente eventi estremi specifici ai cambiamenti climatici causati dall’uomo.

Verso un futuro di adattamento

A prescindere dalla causa, gli espert* concordano sull’importanza di adottare misure di adattamento per proteggere città e comunità dagli eventi estremi. In Spagna, sono già in atto politiche volte a rafforzare la resilienza delle infrastrutture, soprattutto nelle regioni mediterranee più esposte alle variazioni climatiche. Tra le soluzioni adottate figurano sistemi di drenaggio potenziati, bacini di accumulo temporaneo e piani di emergenza per la gestione delle crisi.

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Il dibattito sull’impatto dei cambiamenti climatici sugli eventi estremi, come quelli verificatisi a Valencia, rimane aperto. Se da una parte la scienza sostiene sempre più l’importanza dei fattori antropici, dall’altra una minoranza di esperti come Wielicki invita a valutare anche le variabili naturali. In ogni caso, l’urgenza di adattarsi a un clima che sembra in costante evoluzione è sempre più evidente.

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