Alessandro Gassmann, attore, regista e doppiatore, figlio di chi nemmeno ve lo dico perché ci siamo annoiati tutti ormai a sentirlo ripetere, è uscito con un libro qualche mese fa.

Il solito libro di ricordi di famiglia e percorsi di vita? No, ma in un certo senso sì, e mi appresto a spiegarlo.

Io e i #green heroes” (pag. 280–euro 17,90-Edizioni Piemme-2022), libro scritto in collaborazione con Roberto Bragalone, è un atto di amore e militanza a favore della natura, l’impegno politico, non partitico, di Alessandro Gassmann al contrasto ai cambiamenti climatici.

Le prime centro pagine circa partono proprio dall’infanzia, il rapporto con i genitori; l’educazione impartitagli è sana, intelligente e agreste: lunghi periodi con la madre nella casa di campagna insegnano ad Alessandro Gassmann ritmi, regole e rispetto per tutti i regni. E poi la giovinezza, gli studi universitari alla facoltà di Agronomia, l’edonismo degli anni ottanta, gli amici di sempre e l’amore della vita, sua moglie Sabrina.

Proprio da colei che l’attore poeticamente definisce

“luogo dove avrei voluto dormire, mangiare e rassicurarmi”,

nasce Leo, il figlio che cambierà per sempre la prospettiva di Alessandro verso le tematiche ambientali di cui non si era occupato fino a quel momento.

“In futuro come vivrà questo figlio? E i suoi figli? Ora toccava a me e non avrei smesso di guardare le spalle a Leo”.

Dalla passione per le macchine agricole di quando era lui il bambino, Alessandro, divenuto padre, sente l’importanza di comprendere, analizzare e cercare soluzioni per la crisi climatica, prendendo su di sé il ruolo di cittadino attivo e attuando cambiamenti nello stile di consumo.

L’incontro con Annalisa Corrado, ingegnera meccanica, ecologista e autrice inquieta, e con gli esperti scientifici del Kyoto Club farà il resto. Alessandro si fa megafono di un’importante battaglia, la più importante, quella ambientale il cui risultato stabilirà la qualità della presenza del genere umano sul Pianeta Blu.

Dai suoi canali social e dalle colonne de La Stampa-Tuttogreen e del Venerdì di Repubblica sta da tempo sensibilizzando le persone, utilizzando generosamente e positivamente la sua popolarità. “Io e i #green heroes” è quindi un tassello ulteriore  del suo attivismo.

Più della metà del libro è dedicata appunto agli eroi verdi, cioè imprenditori ed imprenditrici che con coraggio, capacità e pensiero innovativo, stanno cercando di invertire la rotta.

E’ apprezzabile e commovente aver voluto iniziare, raccontando una storia che non è andata a buon fine, quella di Agitu Ideo Gudeta, la pastora delle capre felici, uccisa con violenza e cattiveria mentre realizzava una microimpresa sostenibile nella valle dei Mocheni. Lei è un’eroina che non dimenticheremo.

Consigliandovi quindi questo libro, vorrei fare anche io la stessa cosa: chiudere l’articolo con una storia di innovazione, impresa e sostenibilità. Per raccontarvela però dobbiamo fare finta che mi sia stato dato un esercizio: scrivere una frase che contenga la parola cactus e la parola divano.

Un esercizio che mi creerebbe un problema. Non saprei come collegare la pianta tanto succosa quanto spinosa con il mobile da svacco per antonomasia.

Provo: “mentre la ascoltavo darmi quella tremenda notizia, il divano mi sembrò diventare più pungente di un cactus.”
Ah, che brutta questa frase. Sembra di quelle inventate sul momento da un professore di italiano che, dettandole alla classe, vuole tanto allenare l’analisi logica dei suoi alunni quanto la sua inventiva scadente.

Ed invece a fare la frase perfetta ed incredibile che comprende la parola cactus e la parola divano, ci è riuscita la NicolaQuinto di Matera: eccola.

Attraverso la creatività e l’intuizione di un giovane imprenditore lucano nasce il divano ecosostenibile grazie alla pelle di cactus.

Questo era l’incipit. Era questa la frase giusta! Giusto così per introdurre l’argomento. Ora vi racconto la storia di questo mobile perché dietro ogni creazione c’è una storia e questa porta con sé una grande novità.

ll divano in pelle di cactus, prodotto dalla NicolaQuinto di Matera è stato presentato per la prima volta in occasione del Salone Internazionale del Mobile a Milano 2022.

La novità sta proprio nella pelle che riveste il divano, una pelle non come le altre, ma una vera e propria pelle vegana, prodotta dal cactus.

Sulla pelle vegana, chiamata anche pelle vegan o similpelle, ci sono molti nodi da sciogliere e spiegazioni da dare. La pelle vegana generalmente è costituita da materiali sintetici creati in laboratorio come alternativa alla pelle animale di cui cerca di riprodurre le caratteristiche.

La base è quindi artificiale e spesso legata al ciclo degli idrocarburi (insomma petrolio). È dunque un’alternativa cruelty free, ma è anche un’alternativa ecologica? La risposta ovvia è NO.

I materiali però di ultima generazione non solo rispettano gli animali, lasciandogli risparmiata per l’appunto la pelle, ma anche la natura. La pelle vegana vegetale è prodotta a partire da varie materie prime come la mela, il mango, l’acqua del cocco o le foglie di ananas, ma anche funghi e miceti. E fichi d’india e cactus, dunque il divano!

La pelle di cactus è un biomateriale la cui coltura è sostenibile: richiede poca energia e poca acqua, non necessita di sostanze chimiche come pesticidi ed erbicidi. Insomma una ficata pazzesca.

Ah, del fico non si butta niente, a parte le spine. La parte esterna è usata per fare ecopelle che risulta resistente, durevole e soffice, lasciando sulla pelle un gradevole profumo e una sensazione di fresco (certo, è una pianta!) che la pelle animale non potrà mai dare. La parte interna, invece, è indirizzata nel settore agroalimentare. Insomma: zero rifiuti!

Questa interessante proposta green è stata presentata in occasione del Salone Internazionale del mobile 2022, con la speranza che ancora una volta, le creazioni e l’inventiva divergente e sostenibile possano contribuire a salvare il nostro mondo. 

A questo proposito, i commenti fatti in occasione delle varie interviste, dal direttore generale dell’azienda Anna Teresa Cerabona:

La Nicolaquinto è stata una protagonista in fiera in tal senso con questa novità, ma è doveroso specificare che la pelle di cactus è portavoce di un intero progetto, Green Consciousness, che prevede inoltre l’utilizzo di Tessuti Riciclati, di varia origine, plastica, vetro o tessuto stessi, e di materiali di produzione alternativi, come la fibra di mais, canapa e bambù. L’impegno sarà costante e comprenderà l’ottimizzazione e la semplificazione dei processi produttivi quanto più possibile. Ci piace pensare che per avere un divano in pelle in casa, non dovrà più essere necessario sacrificare animali ma semplicemente piantare una distesa di cactus”.

Il consiglio finale dunque è: accomodatevi a leggere questo libro, possibilmente seduti su un cactus senza stare sulle spine!

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