Ripartiamo da qui: La poesia scritta sui muri e urlata sui social è la risposta del nostro decennio alla minorità intellettuale in cui ci siamo confinati e che abbiamo finito per trovare confortevole. Ho deciso arbitrariamente di scomodare Kant, di citare e rinnovare quella luce che lui intravedeva nell’Illuminismo e lasciarmi accecare dal verbo che si scaraventa nelle rovine urbane dei nostri pensieri alla deriva e ci scuote.

Qui auget scientiam auget et dolorem”, già, sapere è dolore, lo è sempre stato. Il torpore familiare del sapere di massa ci incatena dolcemente alle sedie del consumismo e ci concede pochi minuti di finta libertà per poi riattrarci nella nostra gabbia dorata e noi, dimentichi, ci siamo lasciati cullare.

Siamo scesi nel Medioevo culturale di nostra volontà, ma alcune coscienze non hanno perso la voce e hanno continuato a gridare senza sosta, hanno continuato a chiedersi cosa sono le nuvole e ne hanno semplicemente scritto poesie.

In questo viaggio allora abbiamo trovato dei compagni, poeti senza penna, poeti della rivoluzione del sapere di cui possiamo fare parte anche noi.

Er Pinto, nato tra i Poeti der Trullo, allora deve essere quel lampo che abbatte i muri che non dobbiamo temere, anzi nella pioggia grigia del quotidiano vestiamoci di metallo e grida e facciamoci attraversare dalla energia elettrica delle sue parole e sorridendo abbattiamo i confini del sistema della cultura canonica, spaccandoli con le parole.

Non mi date voce, bene vi urlo le mie poesie tra le pareti delle metropoli, congelando quel tempo che vorrebbero fermarci vivere spasmodico e senza riposo, mai. Allora se ne avete voglia fermiamoci insieme tra le poesie del Pinto e lasciamoci colpire e svegliare.

La poesia come un atto sociale è quella in cui credo e crediamo noi di Ready, il nostro programma radiofonico che mi ha dato la possibilità di inciampare in due giovani che la poesia la fanno sui social, che sono rivoluzionari quanto è più di noi.

Sono Lorenzo e Martina che hanno inondato di versi le pagine social e hanno sorriso genuini al bello che può regalare perdersi nelle parole.  Poesia social, poesia che diventa virale, poesia in vortice tra le ricette di make up e le liste dei desideri del consumo. La poesia che ti lascia senza fiato e che abbatte le porte delle scuole e si prende il suo spazio tra i banchi.

Noi ci crediamo nella rivoluzione. Io ci credo nel cambiamento, e ogni mio attimo lo voglio immolare al pensiero che la parola è un fiume in piena.

Il mio compito? Abbattere gli argini.

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