Da Jersey City, una tranquilla città degli Stati Uniti di fronte al fiume Hudson, arrivo a Manhattan in pochi minuti, con l’efficientissima rete della NY Waterway. La skyline della città in questa  splendente giornata di sole, freddissima, è stupefacente.

New York

NY mi fa pensare ad una diva. Vestita a festa, appariscente, perfetta. Ma appena la vedi da vicino, ti accorgi che nasconde tante fragilità. Ti investe con i suoi ritmi ossessivi, i rumori continui e assordanti, il traffico caotico. Una moltitudine di persone di ogni etnia corre a destra e sinistra. Tutto va velocissimo: le persone contemporaneamente riescono a mangiare, bere, parlare, telefonare, guardare lo smartphone, riprendere, fotografare, camminare… forse a pensare… 

Si percepisce che vivere qui è un lusso; ogni cosa ha costi esorbitanti (cappuccino e cornetto, consumati in piedi, non meno di 15 euro!). Se vuoi risparmiare per mangiare basta scegliere il cibo spazzatura, l’offerta è ad ogni angolo, ti attrae con colori e profumi artificiali.

Non c’è  la cultura del cibo semplice, dei sapori autentici.

La caotica Times Square

E poi NY poi ti sbatte in faccia chi, in pieno centro, vive agli angoli della strada, abbandonato a sé stesso, stordito da droga e alcol, fra sporcizia e topi, nell’indifferenza di tutti. A volte gli homeless finiscono nel fiume (ho assistito al ripescaggio di un ragazzo) o congelati sotto i loro fragili ripari, nelle freddissime notti invernali. Sono rimasta sorpresa dal fatto che per la maggior parte fossero ragazzi giovanissimi. Una vera tragedia nazionale.

Tutto corre …

Nonostante ci voglia un po’ per abituarsi a tutto ciò, camminare per Manhattan è il modo migliore per visitarla. Voglio subito andare nell’area intorno al One Trade Center che avevo visitato tanti anni fa.

Dopo il 2001 sono sorte delle opere architettoniche e urbanistiche imponenti e bellissime, orgoglio di una Nazione profondamente scossa e ferita,  ma poi guarita e rinata più bella di prima. Ammirevole che in così poco tempo siano riusciti a realizzare tutto ciò: stazioni, centri commerciali, musei, palazzi altissimi e brillanti, si sta sempre con lo sguardo rivolto verso il cielo.

One Trade Center

Visitare il memoriale, così  imponente, è stato commovente e struggente.

Parte della vecchia struttura tenuta inpiedi simbolicamente

Davanti a Manhattan scorre l’Hudson, indisturbato, che ospita migliaia di imbarcazioni che vanno su e giù. La simbolica Statua della Libertà quasi scompare difronte alla grandezza di tutto il resto.

E poi si scorge una nuova opera artistica, “Water’s Soul” : mai messaggio più azzeccato di quello che lo scultore Jaume Plensa ha lanciato con la sua scultura.

Una testa di donna posta nella baia dell’Hudson che invita al silenzio e alla riflessione , mimandone il gesto.

Water’s Soul

Per vedere un po’ di verde, a parte qualche giardinetto qua e là, affollato di persone e cani, si deve arrivare al Central Park dove trovo un po’ di pace fra gli olmi secolari e protetti.

Central Park

Philadelphia : la città dove si è fatta la storia

Con il treno da NY si arriva in un paio d’ore a Philadelphia, una piccola città piena di storia. È una di quelle città americane dove ci sono le fondamenta di questo Paese. Chi vuole approfondire, può passeggiare nell’Old City e nell’Historic District , dove c’è il museo della rivoluzione e molte altre offerte culturali.

tipica struttura storica

C’è un altro edificio storico che consiglio di visitare,l’ “Eastern State Penitentiary”, dove fu rinchiuso Al Capone durante la sua detenzione. E’ stato operativo dal 1829 al 1971.

È un po’ decadente ma illuminante; all’interno c’è una mostra sulle condizioni attuali delle carceri nello Stato e le statistiche sulla criminalità. I dati colpiscono: su 100000 ospiti più di 4000 sono afroamericani e il 45% in 3 anni rientra in prigione. Chiara connessione fra razza, povertà e criminalità. Le donne rappresentano un numero nettamente inferiore, circa 500 su 100000 ma anche qui la rappresentanza afroamericana è del 50%. 

In America quasi 5 milioni di persone non hanno più diritto al voto per aver commesso dei crimini, cifre impressionanti

Passeggiando per Fairmount Park ai piedi del Museo dell’Arte c’è la famosa scalinata dove si allenava Rocky e la statua a lui dedicata; attraggono molti turisti e anche io, come tutti, non me la sono fatta mancare.

Tramonto a Philly

Washington D.C.

E’ una città molto elegante e signorile; non ci sono grattaceli ma solo palazzi che non superano l’altezza dell’Obelisco, uno dei simboli di Washington.

L’Obelisco

È bellissima e si può visitare a piedi, passeggiando piacevolmente nella zona del National Mall, che racchiude gli edifici più belli ed importanti della città, compreso il Campidoglio, la Casa Bianca e l’Obelisco. Lungo la Independence Avenue si trovano musei gratuiti aperti al pubblico . 

La Casa Bianca

Pensavo di trovare maggiore fermento, viste le recenti elezioni. In realtà tutto scorre come sempre: sulle bancarelle si trovano oggetti e capi d’abbigliamento con la faccia del nuovo presidente, niente di più.

Ci sono memoriali ad ogni angolo. Sono dedicati ai presidenti più importanti, a Martin Luther King e alle migliaia di soldati che sono morti nelle guerre del Vietnam e della Corea. 

Statue di soldati al Memoriale dedicato alla guerra in Corea

Una zona molto bella è il quartiere di Georgetown con le sue case d’epoca. Non a caso tutte le ambasciate sono in questa zona. Anche Washington ha il suo fiume, il Potomac, lungo il quale è piacevole passeggiare fra ciliegi antichi e grandissimi alberi di agrifoglio, dove vivono indisturbati i simpatici scoiattoli.

Squirrel

Un posto a Washington dove consiglio di mangiare sia per la qualità del cibo sia per la bellezza del locale è ” Old Ebitt”.

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