Sostanze stupefacenti vecchie e nuove: ecco come orientarsi
Facciamo chiarezza tra le droghe classiche e le nuove sostanze stupefacenti del XXI secolo. Con l'aiuto di qualche serio documento scientifico.
Facciamo chiarezza tra le droghe classiche e le nuove sostanze stupefacenti del XXI secolo. Con l'aiuto di qualche serio documento scientifico.
Le sostanze stupefacenti sono sostanze chimiche o farmacologicamente attive o dotate di azione psicogena, capaci queste ultime di agire sui processi psichici alterando l’omeostasi mentale di chi le assume.
Le droghe, in base alla modalità di azione, possono classificarsi in tre grandi categorie: stimolanti, sedative, psichedeliche.
Dalla cannabis indica si ricavano la Marijuana e l’Hashish. La Marijuana si ricava dalle influorescenze e foglie della Cannabis indica, mentre l’Hashish viene prodotto dalla resina della pianta e si presenta in forma solida di color marrone con un odore molto forte, e si assume fumandola. Invece l’olio di Hashish si ottiene dalla distillazione di resina o foglie e si assume anche questo fumando.
I recettori dei cannabinoidi sono di 2 tipi: CB1 nel sistema nervoso centrale e CB2 nel sistema nervoso periferico e nelle cellule del sistema immunitario.
Gli effetti della Cannabis possono essere:
Soggettivi: benessere, euforia (high – stoned; ubriachezza), rilassatezza, risata facile, sensazione di lentezza nello scorrere del tempo, sedazione, letargia, cambi lievi nelle percezioni dei colori, suoni, sensazioni tattili, ecc.
Fisiologici: aumento della frequenza cardiaca, irritazione congiuntivale e ptosi palpebrale, secchezza delle fauci, giramenti di testa, instabilità, atassia.
Le reazioni avverse possono essere di tolleranza (necessità di aumentare progressivamente la dose), dipendenza, intossicazione.
L’uso cronico può portare a disturbi psichiatrici, alterazione dei livelli di attenzione e di memoria e a una sindrome amotivazionale. Non sono da trascurare le interazioni con l’alcool ed altri sedativi.
Per le donne incinte sono documentati possibili effetti fetotossici.
Il disturbo da astinenza da cannabis è una condizione clinica che si manifesta in seguito a cessazione di uso di cannabis che è stato intenso e prolungato (cioè abituale uso quotidiano o quasi, almeno per un periodo di alcuni mesi) (DSM-5).
Nei forti consumatori è possibile definire un insieme di sintomi al momento in cui si interrompe l’assunzione di cannabis. Può manifestarsi irritabilità, ansia, difficoltà nel dormire, perdita di peso o calo del tono dell’umore. Desiderio di consumare altri stupefacenti.
L’astinenza si manifesta entro i primi 10 giorni dal momento in cui si interrompe il consumo e può durare fino ad un mese.
Si utilizzano le infiorescenze femminili derivanti da piante con profilo genetico stabile, prodotte in ambienti controllati che forniscono un contenuto di principio attivo in THC e CBD costante.
Le evidenze scientifiche dimostrano che la cannabis può essere un trattamento sintomatico di supporto ai trattamenti standard per analgesia in patologie che implicano spasticità associata a dolore (sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale); in analgesia nel dolore cronico neurogeno, nella nausea e vomito, causato da chemioterapia, radioterapia, terapie per HIV, per il suo effetto anticinetosico ed antiemetico, effetto stimolante dell’appetito nella cachessia, anoressia, perdita dell’appetito in pazienti oncologici o affetti da AIDS e nell’anoressia nervosa; nel glaucoma per effetto ipotensivo sul globo oculare; per la riduzione dei movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette.
E’ in vendita in molti negozi. Sono preparati in cui le concentrazioni del principio psicoattivo THC, sono comprese tra lo 0,1% e lo 0,6%, ma generalmente non superano lo 0,2%. Il contenuto di CBD è invece piuttosto variabile (dal 2% fino al 40%).
I prodotti cannabis light sono venduti con l’indicazione specifica di prodotti ad uso tecnico o profumatori di ambiente. Non sono prodotti per uso medico o alimentare o combustione. Le etichette di solito riportano, ad es. non per uso umano, prodotto da collezione, raccolta erbe.
È un alcaloide che si ottiene dalle foglie della coca (Erythroxylum coca), pianta originaria del Sud America, principalmente del Perù, della Colombia e della Bolivia.
La forma di consumo tradizionale nei paesi andini è attraverso le foglie di coca masticate con sostanze alcalinizzanti, la percentuale di principio attivo in questa forma è dell’1%.
Con l’estrazione si ottiene o la pasta di coca che contiene solfato di cocaina con una percentuale di principio attivo variabile dal 40% all’85% o il sale, cloridrato di cocaina, che può essere inalato o trattato in cristalli con bicarbonato di sodio: il crack fumabile, così chiamato per lo schioppettio che si provoca nel fumarlo.
L’inalazione intranasale di 50-100 mg genera euforia, aumento dell’attività motoria, bruxismo, anoressia, psicosi, tachicardia e aumento della pressione arteriosa (vasocostrizione), aumento della temperatura corporea, dilatazione della pupilla.
La cocaina provoca una pioggia di dopamina nello spazio intersinaptico.
Le reazioni avverse possono essere:
cardiovascolari: angina, infarto acuto miocardio, aritmie, ischemia vasi nasali ed in generale ischemie periferiche); psichiatriche: condotte violente, psicosi, ansietà
neurologiche: incidenti vascolari cerebrali, convulsioni
polmonari: in fumatori di crack – dispnea, edema polmonare
body-packers: per ostruzione intestinale o rottura degli involucri
possibili alterazioni fetali (con diminuzione della dimensione cerebrale del feto e basso peso alla nascita)
E’ un termine tecnico per indicare le Amfetamine, sostanze ottenute per sintesi chimica dal precursore feniletilamina. Le forme normalmente rintracciabili sul mercato clandestino sono costituite da compresse, compresse ricoperte, pastiglie, gocce o soluzioni iniettabili, polvere bianca, cristallina, venduta in carta d’alluminio o piccole buste di plastica.
Le designer drug sono sostanze che non si trovano in natura, ma sono prodotte artificialmente dall’uomo
MDMA detta anche ECSTASY, XTC, Adam, ecc. altro non è che la 3,4-metilendiossimetanfetamina
La struttura chimica ricorda alcuni neurotrasmissori, la anfetamina (feniletilammine) e la mescalina.
Sostanze simili sono: la pillola dell’amore (MDA: 3,4-metilendiossianfetamina) e l’Eve (MDE: 3,4-metilendiossietilanfetamina).
Aumento empatia e capacitá di contattare intimamente con gli altri, maggior facilità per la comunicazione.
Spesso si definiscono club drug in relazione all’ambiente di consumo (club, party, rave, feste).
Altre sostanze stupefacenti sono le ketamina, GHB, LSD, … (www.clubdrugs.org).
Possiamo dividere gli effetti in psicostimolanti: euforia, benestare, piacere, aumento dell’energia, diminuzione del sonno e dell’appetito; gli effetti entattogeni: stato emozionale positivo, empatia; gli effetti sulla percezione: cambi nella brillantezza e intensità dei colori, maggiore acutezza visuale ed auditiva
A livello fisiologico si producono effetti cardiovascolari e sul sistema nervoso autonomo, aumento pressione arteriosa, aumento della frequenza cardiaca, aumento diametro pupillare, sudorazione, aumento della temperatura corporea, secchezza delle fauci, sete, bruxismo, tensione muscolare e tremore.
L’inizio degli effetti si ha in un intervallo compreso tra i 45 minuti e 2 ore e perdurano fino 4-6 h.
L’ecstasy provoca la liberazione di serotonina da parte delle cellule nervose, un neurotrasmettitore implicato nel controllo regolazione della temperatura corporea nella regolazione del sonno e svolge una importante funzione sulla variazione dell’umore.
L’ecstasy, inducendo la liberazione di serotonina nello spazio intersinaptico, potenzia i processi della neurotrasmissione e provoca quindi un apparente aumento delle prestazioni psicofisiche, affabilità, spensieratezza, riduzione dell’ansia.
La tossicità acuta può essere fatale, si può produrre ipertemia e porosi mortale con edema cerebrale (questo effetto è particolarmente accentuato nel sesso femminile per una diversa azione dell’ormone antidiuretico nella donna rispetto all’uomo), emorragie ed infarti cerebrali, epatite acuta, insufficienza multiorgano, coagulazione vascolare disseminata, Rabdomiolisi,Convulsioni , Iponatremia (secrezione inadeguada di ADH), sindrome serotoninergica
L’uso degli oppiacei è antico quanto la civiltà umana: da tempo immemorabile, infatti, la medicina utilizza come anestetico-antidolorifico il lattice essiccato proveniente dall’incisione delle capsule immature del Papaver somniferum. Questo lattice è costituito dal 9-17% di morfina, dallo 0,5-4% di codeina, dal 2-9% di noscapina e da percentuali minori di papaverina e tebaina.
Tappe storiche nella scoperta ed utilizzo degli oppiacei:
Sydenham (1680): “Tra tutti i rimedi che Dio ha donato all’uomo per alleviare i propri dolori, nessuno è tanto universale ed efficace come l’oppio”.
Nel 1806 Sertüner isola la morfina dall’oppio (morpheus).
Nel 1973 vengono descritti i recettori oppioidi le endorfine.
Nel 1975 vengono descritte le encefaline.
E’ un derivato semisinteico dell’oppio, ottenuto per diacetilazione della morfina (la diacetilazione è la reazione contraria all’acetilazione e consiste nell’eliminazione del gruppo acetile dalla molecola). Dotata di elevata liposolubilità, attraversa molto facilmente (e più velocemente della morfina) la barriera emato-encefalica.
Per i suoi effetti psicotropi, è stata tra le sostanze d’abuso più utilizzate nel 20° secolo. Viene generalmente assunta per via endovenosa o per via inalatoria. La Morfina è il metabolita attivo dell’eroina.
Produce stupore e coma accompagnato da depressione respiratoria ed intensa miosi. Triade classica: coma, depressione respiratoria e miosi.
L’eroina può essere mortale, il trattamento dell’overdose si avvale del naloxone (NARCAN). Invece il trattamento della disintossicazione si avvale del Metadone.
Sono un fenomeno del XXI secolo che presenta aspetti completamente differenti da quelli delle Sostanze d’abuso classiche.
Le Nuove Sostanze Psicoattive (NSP) rappresentano un gruppo molto ampio di sostanze farmacologicamente attive, sia naturali (presenti nelle piante) che sintetiche, che appaiono agli inizi del 2000 sul mercato telematico (INTERNET), negli smart shop, nelle tabaccherie e, al momento dell’uscita nel mercato legale (telematico o smart shop) o illegale (spaccio da strada o dark web), non risultano inserite nelle tabelle delle Convenzioni internazionali e in quelle delle leggi nazionali.
Le classi più importanti di NPS sono:
· Catinoni sintetici: psicostimolanti chimicamente simili al catinone, principio attivo della pianta del Khat
· Cannabinoidi sintetici: agonisti dei recettori cannabinoidi, con effetti molto più pronunciati del principio attivo della cannabis, il delta-9-tetraidrocannabinolo
· Fenetilammine: sostanze psicostimolanti con effetti simili a quelli delle amfetamine
· Piperazine: sostanze psicoattive con azione sui recettori cerebrali della serotonina
· Triptamine: sostanze con azione allucinogena e psichedelica
· Ketamina: anestetico umano e veterinario che agisce come stimolante a basse dosi e allucinogeno ad alte dosi.
· Potenziatori delle performance sessuali: Sildenafil (viagra), Vardenafil (Levitra) e Tadalafil (Cialis) farmaci prescritti nella terapia delle disfunzioni erettili vengono utilizzati impropriamente e senza prescrizione medica come potenziatori delle performance sessuali
Per concludere citiamo quattro NPS di origine naturale:
• Kratom (Mitragyna speciosa Korth), una pianta indigena del sud-est asiatico che contiene l’alcaloide mitragina. A basse dosi ha proprietà stimolanti mentre ad alte dosi è un sedativo.
• Salvia Divinorum una pianta diffusa in Messico contenente il principio attivo salvinorina con proprietà allucinogene.
• Hydrangea (Ortensia) contenente cianoglicosidi che si trasformano in acido cianidrico (il più conosciuto Zyklon B, usato dai nazisti nelle camere a gas dei campi di concentramento) che portano a raggiungere stati allucinatori con il rischio di morte.
• Anadenanthera Peregrina (Yopo) i cui semi vengono tostati, polverizzati ed inalati per le sue proprietà allucinogene.
Per approfondire:
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