Andai nei boschi, perché desideravo vivere con saggezza, per affrontare, solo i fatti essenziali della vita, e per vedere se non fossi capace di imparare quanto essa aveva da insegnarmi, e per non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto. (Henry David Thoreau)

Vado verso la natura per essere cullato e guarito e avere i miei sensi messi in ordine.(John Burroughs)

Ad ognuno di noi sarà capitato nella vita, dopo un periodo particolarmente stressante, o dopo una giornata no, di rifugiarsi in un parco, immergersi in passeggiata in un bosco, alla ricerca di quiete, facendo ritorno ad un ambiente naturale.

Abbiamo sperimentato almeno una volta come gli odori dei muschi e dei legni che si sprigionano al nostro passaggio, i rumori ed i colori, possano regalare nel loro insieme una sensazione di profondo e autentico benessere.

E se è noto da un punto di vista esperienziale, forse non tutti sanno che la passeggiata per boschi e per foreste ha una efficacia, comprovata da studi scientifici, sulla salute dell’essere umano. Più precisamente, in Giappone questa pratica è riconosciuta e diffusa al punto che le green prescription, sono comunemente impiegate dal medico, ed invitano il paziente a trascorrere maggior tempo in spazi naturali con fini terapeutici specifici.

Senza scomodare i giapponesi c’è da dire che il concetto di  natura maestra che cura è nota all’essere umano dalla notte dei tempi, ma l’avvento dell’era industriale ha sicuramente determinato un allontanamento dagli ambienti naturali sempre più consistente, costringendoci a trascorrere la maggior parte del nostro tempo, in aree urbane e luoghi chiusi.

E’ dimostrato che il contatto con la foresta, il bosco o comunque con ambienti naturali, abbia azioni benefiche sul sistema immunitario, sullo stress e gli stati di ansia e depressivi.

Questo tipo di pratica nel Paese del Sol Levante, è conosciuto con il termine Shinrin-yoku, dove shinrin forestayoku doccia, stanno ad indicare bagno di foresta, o meglio l’immergere il corpo nell’atmosfera della foresta, connettendosi con essa attraverso tutti e 5 i nostri sensi, così che tutto il corpo tocchi, e a sua volta venga toccato, dalla natura.

Lo Shinri-yoku è una pratica di immersione sensoriale, di fatto si tratta di cammini lenti in ambienti naturali con forte presenza di piante arboree, traendo così giovamento dall’inalazione di quelle sostanze emesse dagli alberi, anche se, non è solo questo!
Va tenuto conto infatti che in Giappone la tradizione dello Shinrin-yoku ha origini antiche, e trova le sue radici nella tradizione animista e buddista zen, tanto che questa pratica al suo interno prevede che la lenta passeggiata contemplativa, venga accompagnata da esercizi di respirazione profonda e attività meditative

Il riconoscimento ufficiale di questa pratica terapeutica avviene 40 anni fa, con la coniazione appunto del termine Shirin-yoku entrando così a far parte delle pratiche mediche naturali nipponiche, ufficialmente riconosciute.

Il Dr Qing Li immunologo e fondatore della Japanese Society of Forest Therapy, ne è il massimo esponente, autore di numerose pubblicazioni che dimostrano la stretta relazione tra la foresta ed il nostro sistema immunitario.

Gli studi scientifici hanno infatti evidenziato che l’immersione nei boschi, determina un’azione importante sulla regolazione del sistema immunitario. 

Nei soggetti reclutati che avevano effettuato questo tipo di attività in aree forestali, sono stati prelevati campioni di urina ed effettuati prelievi sanguigni durante i tre giorni di permanenza nell’ambiente naturale e, le analisi su di essi ha riportato un aumento dei Natural killer NK  (cellule citotossiche del sistema immunitario) nonché una diminuzione di adrenalina e dopamina (ormoni dello stress) nelle urine.

Questo tipo di effetti è riconducibile in parte all’inalazione di particolari olii essenziali aromatici, i fitoncidi, monoterpeni presenti nel legno, particolarmente nelle resine e nelle foglie degli alberi, che normalmente l’albero rilascia per proteggersi dall’attacco di agenti esterni, come ad esempio gli insetti.

È stato dimostrato che i fitoncidi, nello specifico α-pinene, 1,8-cineolo, d-limonene, estratti da alberi, hanno determinato un incremento nel rilascio da parte degli NK  di perforina, granzima A (GrA) e granulisina (GRN) sostanze con azione citotossica in grado di uccidere cellule tumorali e cellule infettate da virus.

Non solo, è ulteriormente emerso che l’attività dei NK è durata per più di 30 giorni dopo il viaggio, suggerendo che un viaggio di balneazione nella foresta con cadenza mensile, consentirebbe il mantenimento di un più alto livello di NK nel sangue.

Sicuramente l’effetto benefico non è determinato esclusivamente da queste sostanze, come del resto lo stesso Dr Qing afferma, ma dal respirare l’atmosfera nel suo insieme, composta da numerosissime altre sostanze oltre a quelle direttamente analizzate.

Altri interessanti studi clinici sono stati effettuati circa gli effetti benefici del bagno di foresta su stress e stati depressivi, effettuati utilizzando il test POMS (metodo per identificare e quantificare stati affettivi particolari) che hanno evidenziato che un viaggio di balneazione ha aumentato significativamente il punteggio relativo al vigore, e diminuito notevolmente quelli di rabbia, ansia e depressione.

Ad ogni modo ai già noti effetti sul sistema immunitario e su quello psico-emozionale, si aggiungono effetti benefici sulla regolazione della pressione sanguigna, sulla riduzione della frequenza cardiaca e sulle patologie respiratorie e polmonari.

Dal Giappone questa pratica si è diffusa ampiamente negli Stati Uniti, in Nuova Zelanda e, in Europa, in Inghilterra, Francia e Svizzera, mentre in Italia, dove è più appropriato parlare di bagno di bosco, si è diffusa solo recentemente.

È una pratica alla portata di tutti, oserei dire una pratica di soccorso, alla quale ricorrere all’occorrenza, soprattutto in questi tempi di pandemia. Ad ogni modo ognuno di noi può trarre grande vantaggio da una semplice passeggiata nella natura, godendo di tutti i benefici fruibili grazie ad un lento cammino, un profondo respiro, uno sguardo contemplativo e magari, un caldo abbraccio ad un albero, ricordando come diceva Galeno, che: “il miglior medico è la natura: guarisce i due terzi delle malattie e non parla male dei colleghi.”

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