Quando si fa un viaggio così appagante e interessante è arduo raccontarlo, perché le sensazioni sono difficili da descrivere; sono infatti condizionate dalla nostra sensibilità e dallo stato emotivo del momento. Sentire è veramente un lavoro senza fine…

La Corsica mi ha regalato giorni stupefacenti e i miei occhi si sono posati su visioni rare. La natura corsa è selvaggia, ricca, incontaminata. Raramente nei viaggi precedenti ho provato questo senso di unione con essa.

Un plauso alla politica di questa regione francese che ha voluto mantenere  il territorio così naturale.

Anche per questo, però, la Corsica non è facile da visitare perché le strade sono poche e piuttosto strette e trafficate; non ci sono autostrade. Solo statali che collegano le città principali. 

Si deve mantenere sempre una andatura lenta: per fare 100 km ci vogliono anche 2 ore! Ma vi posso assicurare che ne vale la pena.

Si visita comodamente in moto o in macchina ma bisogna evitare di andare con mezzi più voluminosi (camper o roulotte) perché alcune strade potrebbero risultare inaccessibili.

In Corsica si arriva comodamente con un paio d’ore di navigazione, imbarcandosi da Piombino.

Il mio viaggio si è limitato solo alla Corsica del Nord. La prima parte l’ho dedicata al mare e l’altra ad alcune regioni interne e alla parte montana.

Il mare l’ho vissuto percorrendo sentieri. Il primo che ho percorso è il Sentiero dei Doganieri che va da Macinaggio a Centuri e prosegue fino a Capo Corso. Se ne può percorrere anche solo una parte fino a Barcaggio e poi tornare a Macinaggio. È questa la parte più ricca di splendide spiagge e torri genovesi.  

 È molto semplice seguirlo perché fiancheggia nella sua interezza il mare.

Una delle tante Torri  Genovesi lungo la costa

Macinaggio è un piccolo porto turistico, accogliente e ben organizzato. La sera, dopo la camminata, gustate la cucina locale e l’aragosta a La vela d’oro.

La seconda tappa del mio viaggio è Saint Florent. Percorrete pazientemente la strada costiera per poter ammirare le innumerevoli insenature e i piccoli paesini arroccati fra le rocce.

Ognuno ha una fonte idrica dove viandanti e ciclisti possono riempire le loro borracce.

Fra i tanti paesini consiglio di fermarvi a Centuri. È un delizioso porticciolo che vive di turismo e produzione di aragoste, piatto tipico e prelibato di questo territorio. La pesca del crostaceo è una tradizione locale che va avanti dal XVIII secolo ed è regolata da leggi ferree per evitare lo sfruttamento e l’estinzione della specie.

Il piccolo porto di Centuri

Soffermatevi anche a Nonza. Dalla sua Rocca si vede la famosa spiaggia di ciottoli nera (il colore è dato dai residui di una vecchia miniera ormai in disuso). Potete scendere i 500 gradini e fare una nuotata nel mare:  ha un colore blu intenso proprio per il fondale scuro e argenteo.

La lunga spiaggia argentea di Nonza

Proseguendo sulla costa  si attraversa la zona vinicola di Patrimonio dove vengono prodotti alcuni dei 9 vini DOP della Corsica. Ci sono molti i punti vendita e di degustazione dove potersi fermare.

Spiagge libere e macchia mediterranea

Arrivati a Saint Forent ci si accorge subito della sua vivacità. È il secondo porto turistico della Corsica, dopo Ajaccio. È una cittadina accogliente e piena di locali. La sua lunga spiaggia, Roya, offre tanti punti dove poter attività ludiche sul mare (canoa, wind surf, sci d’acqua, ecc).

Ma la cosa più sorprendente è che è libera, come tutte quelle che ho visto  in Corsica, l’accesso gratuito; è pulita e assistita. 

Alla fine della spiaggia di Roya inizia il secondo sentiero che consiglio di fare: il Sentiero del Litorale. Si sviluppa interamente nel Deserto delle Agriate, 16 mila ettari di macchia selvaggia stupenda, un vero patrimonio della biodiversità, mantenuto intatto.

Si può visitare in vari modi: con barche turistiche che portano comodamente alle spiagge più famose; oppure si possono noleggiare dei fuoristrada che permettono di visitare anche l’interno.  

Io e le mie gambe convinte, percorriamo a piedi il litorale per apprezzare e vivere al meglio ciò che offre: mare, pineta, sabbia, rocce, paesaggi incontaminati e stupefacenti. Magnifiche trasparenze.

Costa nei pressi della Spiaggia di Lotu

Il percorso completo si deve fare in più giorni: non ci sono alberghi ma solo un camping all’interno del deserto, molto spartano. Nessun ristoro.

Io l’ho percorso in due tappe partendo dagli estremi: da Saint Florent alla magnifica spiaggia di Lotu e poi di Seleccia ; dalla spiaggia di Ostriconi fino Punta di Corbu.

Tratto di costa in prossimità della spiaggia di Seleccia

Percorrere il sentiero è impegnativo perché si cammina quasi sempre al sole e su tratti sabbiosi o rocciosi. Bisogna considerare il percorso di andata e ritorno e prendersi il tempo necessario. Tassativo portare acqua in abbondanza e tutto il necessario perché non c’è assolutamente nulla, se non il deserto.

Deserto delle Agriate

Viaggiare in Corsica è adattarsi all’ambiente

Alla fine di questa esperienza un po’ estrema mi sento più forte. Mi eccita l’idea di essermi adattata alla natura, di non aver lasciato traccia del mio passaggio, di aver lasciato tutto come era e come, spero, continuerà ad essere.

Questa è la migliore forma di rispetto: adattarsi alla natura e non cercare le comodità, stravolgendola.

La tappa successiva  del viaggio è la graziosa Calvi, che ha dato i natali a Cristoforo Colombo. È un ottimo punto di partenza per visitare l’interno della Corsica.

L’isola, infatti, è anche montagna. La vetta più alta è il monte Cinto che ha una altitudine di ben 2706 metri!

Il primo giorno lo dedico alla regione della Balagne.

Tratto di Costa nella Balagne

Si percorrono tratti di costa a picco sul mare per arrivare fino a Porto da dove ci si addentra nell’entroterra. Si passa fra canyon scavati dai fiumi e foreste di lecci. Dopo qualche chilometro si arriva ad Ota dove c’è il famoso Ponte Genovese.

Consiglio di lasciare l’auto e proseguire a piedi, risalendo le Gole della Speluca. C’è una mulattiera che arriva fino ad Evisa. Si trovano dei punti meravigliosi; si può fare il bagno immergendosi nel fiume e nelle sue vasche naturali.

Ponte Genovese di Ota

 Nei dintorni c’è la Foresta dell’Aitone. Camminando sotto lecci altissimi, in compagnia di cinghiali, capre e bovini, all’improvviso troviamo una cascata dove possiamo rinfrescarci.

Foresta e Cascate dell’Antone

Per passare la notte e proseguire la visita, consiglio di arrivare a Corte;  la cittadella è arroccata e ci si arriva risalendo tortuosi e ripidi vicoli. Questa cittadina nel passato era il centro più importante della Corsica e capoluogo della repubblica indipendente.

La Corsica venne definitivamente annessa alla Francia nel 1769, non prima di essere stata difesa strenuamente da tutta la popolazione e dall’eroe nazionale Pasquale Paoli. L’indipendenza è un sentimento forte che ancora esiste, specie in questa parte della regione.

Corte: la città vecchia
 

Corte è immersa  nella Val Restonica  famosa per i suoi sentieri panoramici. Fra i tanti scelgo il Sentiero dei laghi di Melo e Capitello, il più popolare e spettacolare.

Si arriva con l’auto fino ad un parcheggio risalendo l’unica strada che c’è (talmente stretta che ci passa una macchina alla volta!). Lasciata l’auto, si comincia a salire a piedi. Si incontrano subito un paio di ristori tipici e qualche azienda a produzione diretta di formaggi di capra, squisiti. Consiglio la sosta al ritorno, altrimenti si rischia di rimanere lì a gustare formaggi e vino! 

Il percorso presenta dei punti molto ripidi ma ci si può aiutare con delle corde. E’ fiancheggiato dal fiume che in alcuni punti scende esplodendo a cascata. Uno spettacolo da mozzare il fiato.

Si arriva prima al lago di Melo a 1711 metri e poi al lago di Capitello, uno specchio d’acqua gelida e di un profondo blu. Non sono balneabili.

Lago di Melo
Lago di Capitello

Anche se a valle la temperatura è estiva, in quota tira un vento gelido: che meraviglia! Veramente energizzante. Dopo una sosta per riposare un po’, si ridiscende a valle.

Approfitto per bagnarmi nel fiume limpido e ghiacciato.

Cascata e piscina naturale lungo il sentiero

A Corte consiglio di dormire al Residence Restonica, accogliente con la vista meravigliosa sulle montagne del Massiccio del monte Ritondu.

Faccio ritorno a malincuore nella caotica e trafficata Bastia. La città è piena di turisti e di conseguenza un po’ trasandata; quasi scioccante, dopo tanti giorni di tranquillità, ritrovarsi nel caos cittadino e dover perdere tanto tempo. Il parcheggio, poi, è quasi impossibile da trovare.

Bastia presenta un parte più moderna e la parte del porto. Quest’ultima è pedonale e più antica; è ricca di ristoranti e locali alla moda. Si può mangiare ovunque perché tutti i locali offrono ottimi piatti di pesce, base della cucina corsa.

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