C’è chi canta perché ha una bella voce, chi perché ha uno spiccato senso musicale, chi lo fa perché è cresciuto ascoltando musica, e chi lo fa per esprimere le paure che sente dentro.
E’ il caso di Carmen Consoli, che attraverso il canto riesce ad esternare quei sentimenti profondi che altrimenti non riuscirebbe ad esprimere in altro modo.

Sarà sicuramente anche questo che le è valso il secondo premio Amnesty, unica a riceverlo due volte, quest’anno con il brano L’uomo nero, scritto per denunciare i comportamenti sovranisti e razzisti sempre più diffusi nella nostra contemporaneità.

E’ un testo aspro, graffiante, tagliente, quello che caratterizza il brano in questione, contenuto nel suo ultimo album Volevo fare la rockstar. Un testo che non lascia spazio ad incertezze:

Dovrò decidere, dovrò convincere
Saprò ingoiare fango per sopravvivere
Ritorneranno certezze e culle piene
Donna, potrai onorare ancora il tuo dovere
Oh, mein Führer, è il momento di tornare dall’inferno
Storpi, artisti, debosciati, preparatevi i bagagli
Baldi avanguardisti, è tempo di tornare allo scoperto
Sono il vostro condottiero, forse rude, ma sincero
“.

La premiazione di Carmen Consoli è prevista per il 24 luglio a Rosolina Mare (Rovigo), nell’ambito del Festival Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty

Già nel 2010 la cantautrice siciliana si era aggiudicata lo stesso premio con il brano Mio zio, ispirato a storie di abusi sui minori. E non a caso. Perché Carmen Consoli è una donna che non si ferma alla superficie delle cose, ma indaga, scende nel profondo, esplora e si interroga.

Ecco perché vi suggeriamo di riscoprirla con una biografia che ne svela la più autentica identità. Quello che sento. Il mondo, i pensieri, la musica di Carmen Consoli, scritto da Federico Guglielmi (Giunti Editore), è il racconto di una personalità poliedrica e del suo caleidoscopio di canzoni: un affascinante viaggio all’interno di un sentire tutto al femminile, in cui si intrecciano la profondità della miglior canzone d’autore e le armonie del pop, la propensione al rock e le nuance del folk mediterraneo.

Amnesty e le canzoni premiate

Il premio Amnesty, giunto alla ventesima edizione, è un premio creato per mettere in luce la canzone che meglio interpreta l’importanza dei diritti umani. Fra i requisiti fondamentali per la candidatura al premio Amnesty International Italia c’è infatti quello di affrontare un tema legato alla Dichiarazione universale dei diritti umani.

I finalisti del premio 2022 erano: 99Posse con Nero su bianco, Caparezza feat. Mishel Domenssain con El senderoFederica Carta & Mydrama con Tocca a me, Cristina Donà con DistrattiGang con DagoMahmood con Icaro è libero, Mannarino con CongoErmal Meta con Nina e Sara, Erica Mou con Cinema.

Si parla troppo poco di quanto siano importanti le canzoni nel sociale. E questo premio riesce a colmare questo vuoto, andando a riconoscere l’impegno di tanti artisti italiani che non accettano di stare zitti davanti ai diritti calpestati, e denunciano a loro modo, con musica e parole.

Tra i brani vincitori delle serie precedenti vanno ricordati alcune tra le canzoni più intense e profonde della discografia italiana, come Il mio nemico di Daniele Silvestri, Pane e coraggio di Ivano Fossati, Rwanda di Paola Turci, Gerardo nuvola ‘e Polvere di Enzo Avitabile e Francesco Guccini, Io sono l’altro di Niccolò Fabi.

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