“Symphonicities”, l’album in cui Sting incontra il classico
Oggi vi parlo di un album che potrà accompagnare le vostre serate attraverso l’unione del pop con la musica sinfonica. Si tratta di Sting...
Oggi vi parlo di un album che potrà accompagnare le vostre serate attraverso l’unione del pop con la musica sinfonica. Si tratta di Sting...
Oggi vi parlo di un altro album che potrà accompagnare le vostre serate attraverso l’unione del pop con la musica sinfonica. Non è certo una novità ascoltare degli artisti pop che cantano le loro hit con un’orchestra sinfonica. Certo quando lo fa Sting le aspettative salgono e ci fanno incuriosire.
Per quanto riguarda il cantante e compositore britannico sono state usate fiumi di parole per descrivere la sua musica e la sua espressione artistica. Di certo possiamo dire che negli anni ci ha regalato tantissima ottima musica. La mia formazione classica mi ha fatto soffermare in questo album che ho riscoperto e che vorrei raccontarvi.
Iniziamo col dire che questo album è stato registrato negli Abbey Road Studios di Londra assieme alla Royal Philharmonic Concert Orchestra diretta da Steven Mercurio con il quale poi Sting ha svolto un lungo tour.
Symphonicities di Sting edito per la Deutsche Grammophon, incarna un’osmosi straordinaria tra la sua inconfondibile voce e l’eloquenza sinfonica dell’orchestra.
Del resto bisogna dire che questo album arriva da una collaborazione di Sting con la famosa casa discografica specializzata nella musica classica, appunto la Deutsche Grammophon. Ricordo il riuscito album sul compositore rinascimentale John Dowland, dove Sting interpretava delle Songs trasportando le canzoni dell’autore inglese in una nuova dimensione, accompagnato da un liuto.
Anche in questo caso il connubio nell’Album Symphonicities si traduce in una reinterpretazione orchestrale di alcuni dei brani più iconici di Sting, offrendo una sublime commistione di sonorità e raffinatezza musicale. Da Next to You che apre l’album fino a Straight to my heart che lo chiude, ascolterete molti dei brani più celebri di Sting.
Sting, con la sua voce intrisa di profondità emotiva, si fonde armoniosamente con gli arrangiamenti orchestrali, creando un paesaggio sonoro ricco di sfumature e nuances inaspettate.
L’orchestra agisce come valore aggiunto alla voce, elevando le composizioni a nuovi e inusuali colori, suscitando un coinvolgimento emotivo ancora più intenso nell’ascoltatore.
L’album Symphonicities si rivela un viaggio attraverso la maestria di Sting, dove le radici rock e pop del suo repertorio si rivelano in una veste sinfonica avvincente.
Bella anche la copertina realizzata dall’artista scozzese Steven Campbell. Una curiosità che vi racconto, Symphonicities è uno dei rari album a non riportare la foto di Sting sul fronte copertina.
In conclusione credo sia un album da riscoprire e un’opera che trascende le convenzioni musicali, regalando un’esperienza piacevole e raffinata.
Buona musica!