Incontriamo Lisa Ferlazzo Natoli, attrice, regista e sceneggiatrice di spettacoli contemporanei, per parlare del suo nuovo spettacolo Arrival, tratto dal celebre racconto di Ted Chiang Story of Your Lifepubblicato in Italia da Frassinelli nel 2016, a cui si è ispirato anche il film Arrival di Denis Villeneuve.

1.    Arrival riscrive diversi codici: il legame tra una linguista e gli extraterrestri, l’azione sincretica di un linguaggio che influenza la mappa neuronale di chi incontriamo, l’identità riscritta dalla percezione altrui – innesto apparente di una distopia pirandelliana –  il lutto per una bambina: vuoi raccontarci qualcosa in più?
E’ vero, “Storia della tua vita” di Ted Chiang, ovvero Arrival, riscrive codici diversi, legami tra lingua umana e aliena, la mutazione neuronale che avviene quando ci tuffiamo letteralmente e siamo modificati da un altro linguaggio, sia esso alieno o animale, l’identità riscritta dalla percezione dell’altro, rispetto alla nostra, questa costante bascula, e il lutto per la giovane figlia – nel film bambina – cui la madre, pur sapendo che morirà, non impedirà di andare ad arrampicare, dove sa che perderà la vita. Questa è la giunta fondamentale che viene dal racconto. Il sincretismo temporale, affettivo, emotivo, di conoscenza che la protagonista letteralmente scopre, grazie al dono dei semiogrammi degli alieni, la mette anche in condizione di lasciare liberi gli altri nella propria esistenza, in quella che ognuno di loro considera vita e libertà. Abbiamo inoltre provato a fare un grande omaggio ai White Patterns di Feldman, con il lavoro di Alessandro Ferroni e Gianluca Ruggeri, che sono una grande scrittura musicale sull’annullamento del tempo e in parte un omaggio visivo ai semiogrammi con il lavoro di Maddalena Parise – come dei mandala del film di Villeneuve che sono resi in maniera meravigliosa, mentre a Chiang scrittore interessava più il discorso sulla conoscenza che la resa visiva, essendo appunto un matematico.

2.Tra i temi del vostro spettacolo spicca l’indagine sulle tracce della memoria: esiste una memoria del futuro?
Rovelli dialoga con questa tua domanda e si chiede per quale motivo conserviamo tracce del passato e non del futuro, e la domanda del grande fisico già forza un campo d’azione di riflessione. Sì, io credo che esista una memoria del futuro, la fantascienza parla infatti di futuro anteriore che si disegna davanti, una costruzione architettonica psichica – l’inconscio produce – del setaccio passato presente futuro che già stiamo vivendo.

3.Reciti accanto ad altre due attrici, ma come parte di un’unica protagonista, quali le ragioni della scelta e quali le innovazioni relativamente a precedenti analoghi?
Le ragioni della scelta nella formidabile intuizione di Roberto Scarpetti sono far credere allo spettatore che queste tre donne in tre età diverse siano appunto tre figure diverse, tre scienziate che si trovano a fronteggiare gli alieni in momenti diversi della vita e via via far fare al pubblico l’esperienza della sincronia , ovvero che in realtà le tre sono un’unica donna che infesta se stessa, coabita con se stessa nel presente, nel passato e nel futuro. E’ un tentativo di traduzione concreto della esperienza che Louise Banks, appunto la protagonista di “Storia della tua vita” fa. Certo che ci sono precedenti analoghi … è la questione del tempo, per tutti noi di lacasadargilla è un questione fondamentale, un’ossessione artistica e di vita,  infatti in When the rain stops falling i protagonisti coabitano con apparizioni, proiezioni e intuizioni di se stessi nel passato e nel futuro, e lo spettacolo dialoga con Arrival, non è un caso che ci abbia innamorati così tanto. In questo caso l’innovazione è che loro siano assieme, l’una accanto all’altra e starà allo spettatore dirimere questo apparente terzetto.

4. Il lavoro integra più arti e si inserisce in una cornice unica come quella di un festival di fantascienza: ci sintetizzeresti gli elementi chiave?
Integra più arti per metterle nella cornice unica di un Festival di Fantascienza del tutto atipico.  Credo che IF/INVASIONI(DAL)FUTURO e Arrival in particolare riescano ad integrare un lavoro digitale per immagini, il video mapping, una partitura/esecuzione musicale (di Gianluca Ruggeri) che fa assomigliare i diversi lavori quasi a dei melologhi, facendo relazionare fisicamente l’attore al linguaggio/scrittura che ha di fronte, che non manda a memoria, scoprendo il tempo della relazione nel tempo della visione. In generale Tutto IF, con la videoinstallazione di Alessandro Ferroni e Maddalena Parise che apre la serata, è come una porta sull’universo, un omaggio alla fantascienza e un prologo a ogni diverso dispositivo spettacolare che ci sarà, ma anche RADIO IF appunto nella sua forma completamente digitale, le tante rubriche pazze come le Sinossi Pangalattiche su racconti e romanzi sconosciuti, le interviste semiserie a scienziati, neurologi, neuropsichiatri, astrofisici si costituisce proprio come una galassia riflessiva su ciò che la fantascienza ha detto e sta dicendo nel ventunesimo secolo. Ecco gli elementi chiave, spostandosi da un dispositivo all’altro, da una matrice all’altra di riflessione, proprio come ha saputo fare la fantascienza con i suoi diversi linguaggi.

5. Lo spartiacque covid ci ha resi più alieni o più intimi gli uni agli altri, nella tua esperienza?
Da una parte ho l’impressione del tutto personale che nel nostro cerchio d’intimità qualcosa sia diventato più nitido, proprio nell’avere il tempo di guardarsi. Se invece mi allontano un po’ sento una grandissima alienità, non un’alienità di presunzione ovvero io faccio meglio, ma di non comprensione, ed è un allarme.

Teatro India, 24 – 30 agosto 2020 

IF / Invasioni (dal) Futuro_New Era
Un progetto di lacasadargilla / Lisa Ferlazzo Natoli, Alessandro Ferroni, Alice Palazzi, Maddalena Parise e Gianluca Ruggeri / ARS Ludi con la collaborazione di Tania Garribba, Silvio Impegnoso, Fortunato Leccese, Roberta Zanardo.

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