Il documentarista americano William Eugene Smith diceva: “Vorrei che le mie fotografie non fossero solo documentazione di fatti di cronaca, ma un atto di accusa contro la guerra e contro la violenza brutale e depravata che attacca gli animi e i corpi degli esseri umani. Vorrei che le mie fotografie fossero un potente catalizzatore emozionale e che possano contribuire a evitare che una simile follia criminale possa ripetersi di nuovo”.

Il Centro Sperimentale di Fotografia Adams, nostro partner per la sezione Daily Pic, a cura della direttrice Luisa Briganti, presenta a Palazzo Velli a Roma KromArt expo fotografia 2021, una rassegna fotografica che vede, su tutti, Contro la Guerra. Ritratti dall’infanzia negata, di Pino Bertelli, fotoreporter di Reporters sans frontières, “Migliore fotografo fotoritrattista istantaneista dei nostri tempi” (Ando Gilardi), retrospettiva disarmante del che resterà in scena fino al 19 dicembre, termine della rassegna.

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Sono foto davvero coinvolgenti – spiega Luisa Briganti- a tutti gli effetti atto di accusa contro la guerra reso ineluttabile da quei ritratti di bambini che la stanno subendo non solo con la fame, le brutalità e il terrore, ma anche rendendola parte della loro quotidianità e di una forzata normalità“.

La storia dell’anarchico Bertelli, classe ’43, è bellissima: scrittore e cineasta, oltre che fotografo, per 25 anni ha lavorato come come operaio siderurgico in una fabbrica di Piombino, dov’era nato e cresciuto. Fan sfegatato di Pasolini, iniziò a fotografare in strada, fino ad arrivare, dopo 30 anni, al Premio Castiglioncello per la fotografia sociale e al Premio Internazionale Orvieto, per il miglior libro di reportage (Chernobyl. Ritratti dall’infanzia contaminata). Nel 2014 il regista Antonio Manco ha realizzato il film Pino Bertelli. Ritratto di un fotografo di strada, prodotto dal Festival del Cinema dei Diritti umani di Napoli e Buenos Aires. Ho avuto la gioia di vedere una selezione delle sue fotografie alla Galleria degli Uffizi di Firenze, e il suo progetto Contro tutte le guerre, che è stato esposto alla Mostra d’Arte Biennale di Venezia nel 2011.

Come William Eugene Smith, anche Bertelli utilizza la fotografia come mezzo di trasmissione storica, che è qualcosa di più della semplice memoria storica, perchè contiene un atto d’accusa contro chi perpetra il dolore di tanti per favorire il potere di pochi. In questa retrospettiva di KromArt Gallery esplodono sguardi che trafiggono: occhi di bambini e bambine devastati prima ancora di diventare adulti, corpi segnati, rotti, feriti sotto le fasciature che sembrano emettere lamenti e urla, squarciando il velo delle nostre ipocrisie, diventando lo strazio di tutti, l’urgenza di una insurrezione universale.

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Siamo di fronte a una cartografia del dolore – continua Briganti – a un atlante di volti infantili che hanno visto la guerra e che ci puntano addosso i loro occhi come schermo riflettente delle barbarie e delle tragedie vissute, senza pietismo, ma con il monito dell’ingiustizia subita“.

Oltre alla mostra di Bertelli, la rassegna ospita Giorgio de Finis, Jack Sal, Gaetano Di Filippo, Veronica Benedetti e un insieme di altri lavori su tutt’altro tema, risultato della call L’autoritratto ai tempi del coronavirus.

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