English version below

Dal 2023, il Centro di Fotografia Contemporanea Robert Capa a Budapest propone la prima esposizione permanente dei capolavori del fotogiornalista. Non solo, la mostra racconta la vita di Capa, e ne traccia il percorso professionale.

Il Centro Capa fu aperto nel 2013, con l’obiettivo di esporre le sue fotografie comprate dallo stato ungarese nel 2008. Lo spazio propone anche altre mostre, dedicate ad altri fotografi importanti a livello ungherese e internazionale.  

Robert Capa. La mostra

La mostra presenta intorno alle 138 fotografie, che, accompagnate da didascalie posizionate in modo cronologico, passo per passo, raccontano l’impatto della fotografia di Capa sui cittadini del suo mondo. Inoltre, il lavoro del fotogiornalista contribuì in modo essenziale alla visione storica dei movimenti politici e delle guerre dell’ultimo secolo. Le fotografie si fermano al 1954; infatti, l’artista visse una vita corta, che cominciò a Budapest nel 1913 e finì con la sua morte su una mina durante la guerra dell’Indocina.

Capa, per rimanere onesto ai valori del giornalismo e perciò anche alle sue fotografie, si posizionava spesso vicino a scene di morte, di guerra, di soldati al fronte. Come diceva lui:

“Se le tue foto non sono abbastanza buone, significa che non eri abbastanza vicino”.

Fu pioniere nel giornalismo contemporaneo, e il suo coraggio e bisogno di verità continuano ad ispirare nuove generazioni.

Nella nostra società iper-tecnologica, la ricerca dell’informazione verificata con un paio di occhi, più che con sistemi virtuali, diventa un lusso. Un lusso da proteggere e stimare, come dimostra il lavoro di Capa.

ENGLISH VERSION

Robert Capa in Budapest: the story of an iconic photojournalist

Since 2023, the Robert Capa Center for Contemporary Photography in Budapest has been offering the first permanent exhibition of the photojournalist’s masterpieces. Not only that, the exhibition tells Capa’s life and traces his professional path.

The Capa Center was opened in 2013, with the aim of exhibiting his photographs purchased by the Hungarian state in 2008. The space also offers other exhibitions, dedicated to other important Hungarian and international photographers.  

The Exihibition

The exhibition presents around 138 photographs, which, accompanied by captions positioned chronologically, step by step, tell the impact of Capa’s photography on the citizens of his world. Furthermore, the photojournalist’s work contributes in an essential way to the historical vision of the political movements and wars of the last century. The photographs stop in 1954; in fact, the artist lived a short life, which began in Budapest in 1913 and ended with his death by stepping on a mine during the Indochina War.

Capa, to remain honest to the values ​​of journalism and therefore also to his photographs, often positioned himself near scenes of death, of war, of soldiers at the front. As he said:

“If your photos aren’t good enough, it means you weren’t close enough.”

He was a pioneer in contemporary journalism, and his courage and need for truth continue to inspire new generations.

In our hyper-technological society, the search for information verified with a pair of eyes, rather than with virtual systems, becomes a luxury. A luxury to be protected and esteemed, as demonstrated by Capa’s work.

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