In tempi di pandemia globale, in cui gli amanti di teatro si ritrovano immobili a casa, il teatro viene al pubblico, evitando una fase buia e sperimentando alternative. Il bisogno di svago, storia e cultura diventa più vitale che mai in tempi di Covid, tempi in cui il mondo teatrale si sposta su altre piattaforme, rivisitando i suoi metodi e i suoi temi.
La piattaforma multimediale What’s On Stage offre un’ampia varietà di programmi teatrali, introducendo spettacoli e performance di tutta Europa, e riproducendo rappresentazioni teatrali dal Globe Theater di Londra al Cirque du Soleil, via streaming. Non solo lo spettatore in poltrona ha l’opportunità di godersi lo spettacolo, ma se lo desidera può anche diventare attore, ottenendo un ruolo unico in spettacoli telefonici interattivi, costituendo un modo nuovo di sentirsi vicino all’altro. What’s On Stage offre opere classiche e contemporanee, da Richard II al Globe di Londra agli eventi più recenti del Festival Teatrale di Edinburgo e di Dublino.

Attraverso l’amore per la scena, questi eventi riuniscono un pubblico continentale con lo stesso desiderio d’incontrare e conoscere, diffondendo e condividendo sensazioni uniche, consapevole dello stato di staticità universale e con un desiderio di andare oltre. Inoltre, giovani talenti provenienti da tutta Europa si divulgano e rivelano originalità e progetti, attraverso piattaforme online, remote ma presenti, potendo condividere idee ed esperienze, creando uno spazio di scambio e ispirazioni, re-immaginando la scena da casa, viaggiando con la mente. Ciò che a un tempo era messo in scena in un teatro nazionale si ritrova adesso virtualmente per tutta Europa.

What’s on Stage è una delle diverse piattaforme di espansione teatrale. A Dublino, il Dublin Theatre Festival, adattandosi alla pandemia, offre spettacoli telefonici live online a un pubblico assetato di teatro. Prodotta al centro artistico di NYU ad Abu Dhabi, e con l’aiuto di diverse università americane, l’opera A Thousand Ways, composta da Abigail Browde e Michael Silverstone, si svolge al telefono. Questi eventi teatrali alternativi invitano lo spettatore all’incontro con lo straniero, partecipando a una chiamata guidata da un narratore, con attenzione e dettaglio all’inclusione di ogni partecipante. Nell’inconscio dell’individuo, con il telefono in mano e gli occhi chiusi, si svela il ritratto di un altro personaggio, colui si espone momentaneamente, presentandosi e creandosi attraverso il telefono, lavorando con immaginazione e soggettività. 

Non solo ciò esalta immaginazione e altruismo, ma, contemporaneamente, intensifica cultura e innovazione, in cui attore e spettatore si ritrovano in contatto, connessi virtualmente. Così compaiono e si scambiano visioni di sceneggiatura provenienti da piccoli angoli del mondo. Tra giovani, questi sono luoghi per discutere temi che comprendono esperienze condivise ovunque. Il quotidiano e più famoso giornale irlandese, The Irish Times, pubblicizza lo spettacolo Beat, e la sua discussione della salute mentale e della mascolinità tossica negli anni della famosa linea d’ombra per molti giovani. Accompagnato da ritmi ardenti e testi musicali, creato da studenti universitari di Trinity College, recensito con cinque stelle, Beat aiuta giovani artisti a raccontare la loro storia lanciandosi nel mondo del teatro. Così, l’uno inspira l’altro, trovando similitudini nelle differenze. Per artisti, sceneggiatori e attori, in questi tempi sconcertanti non si perde speranza, anzi, si impara da esperienze altrui, attraverso queste piattaforme.

In questo ambito, un network teatrale alternativo che offre l’opportunità di crescere come artista è ECT, l’European Theater Convention, e più specificamente il progetto Young Pope III. L’ambito artistico si focalizza sul concetto di integrazione, motivazione e immaginazione da parte di giovani che si sentono legati a una cultura espressiva come il teatro, coinvolgendo un pubblico europeo. Questo progetto ambizioso e innovativo, come nel successo di Beat, offre opportunità di sviluppo alternative a giovani pieni d’idee, fornendo coraggio e motivazione, con partecipanti da Ungheria, Romania, Germania, Paesi Bassi e molti altri luoghi. Il ruolo e l’esistenza di questo progetto è essenziale allo sviluppo di un’identità culturale e artistica europea, in cui il creare un progetto insieme diventa un fattore elementare nel conoscere la storia dell’altro.
Il futuro dell’universo teatrale è nelle mani dei giovani, viene dal basso, dall’attore che diventa spettatore. Questi progetti combattono la pandemia con la mente, sviluppando piani e piattaforme per soddisfare lo spettatore, creare lo spettacolo e coltivare il lavoro del suo sceneggiatore in modi innovativi e diversi, valorizzando immaginazione e svagando il pensiero.

Nell’immobilità dei nostri confinamenti il teatro virtuale è un viaggio. Un modo di scappare dal presente con un corpo fluttuante e la mente al volante, occhi chiusi e braccia aperte per emozioni e storie altrui, alle quali ci si rilega e ci si ritrova, immaginando. Queste piattaforme offrono esperienze uniche e stimolanti, in particolare per giovani artisti, in periodi di solitudini e stagnazione come adesso, in cui il desiderio del pubblico teatrale viene in qualche modo appagato, e il giovane artista continua ad imparare, crescere, re-immaginare. Questo tempo di stasi si trasforma in un’epoca di scambio.

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