Viaggiando per l’Europa con Gabriel Kuri e il suo uso alterato dei materiali
L'artista messicano Gabriel Kuri, messicano di nascita, sceglie l'Europa per esprimere il suo amore per la contemporaneità senza confini.
L'artista messicano Gabriel Kuri, messicano di nascita, sceglie l'Europa per esprimere il suo amore per la contemporaneità senza confini.
(English version below)
Dopo avere vissuto per sedici anni nella capitale europea, Bruxelles, Gabriel Kuri gira per il mondo, scoprendo tesori artistici e raccontando di realtà diverse.
Il famoso artista messicano, immigrato in Europa da anni, condivide i suoi viaggi attraverso il tempo e lo spazio, raccontandoci la sua storia di artista in Europa e attraverso l’Europa. Come racconta in un’intervista con Art Tribune, “Non posso affermare che non ci siano opere che non sono legate a una cosmo visione messicana connessa anche alla ritualità e al cerimoniale, ma mi sono sempre interessato alla contemporaneità senza confini”. In tre anni di lavoro, Kuri finisce il progetto al WIELS, il centro di arte contemporanea di Bruxelles, lasciando un regalo speciale a una città che lo ha ospitato per anni. Il viaggio senza confini è un elemento artistico che rimane e riflette, racconta e lascia immaginare, paese per paese, come la mostra di Gabriel Kuri, Sorted, Resorted, la quale si focalizza sul ruolo di alcuni materiali nella nostra società nel mondo del lavoro. In questi ambienti, si scioglie e si slancia un dinamismo contemporaneo e in questo contesto, il pubblico diventa parte del materiale, a suo tempo riciclabile.
A Dublino, le sue opere sono state in mostra alla Dublin Hyde Gallery, la galleria collocata nel Trinity College di Dublino, in uno spazio di natura e calma, offrendo un discorso innovativo sull’ambiente attraverso i suoi pezzi. Tale mostra è attualmente disponibile in formato multimediale, a causa della chiusura della Dublin Hyde Gallery per la durata della pandemia. Dopo Dublino, l’artista cosmopolita, europeo di vita e messicano di vitalità, mette in mostra le sue opere nella propria galleria berlinese, Esther Schipper, dove si esaltano colori e minimalismo, dettagli tanto precisi da sembrare naturali, omogenei e organici se immaginati. La famosa Walter Storms Galerie invita l’artista e le sue installazioni ad esibirsi nella propria sede, all’interno della quale è il pubblico stesso il protagonista dell’opera. Nell’ambito di questo scenario, attraverso una dimensione umana normalizzata da tempo, le piccole azioni, i gesti minuti e le parole sussurrate vengono messe in rilievo. Tramite energia, collage, schiuma, mozziconi di sigarette, isolanti e altri numerosi elementi, l’essere lascia la sua traccia, viene osservato attraverso gli articoli che usa per viaggiare, per passare il tempo. Così, Kuri ci invita a riflettere, ad aprire gli occhi con uno sguardo nuovo, più cosciente, ed infine a re-immaginare.
Continuando il proprio viaggio attraverso varie gallerie tedesche, Kuri contribuisce ad un’opera costruita da un duo di artisti, Gerlach e Koop, al GAK di Bremen. L’artista messicano collabora al progetto con un elemento mobile che diventa parte integrante dell’istallazione. A Londra, la mostra di Kuri esibita alla South London Gallery, chiamata Before Contingency After the Fact, esalta il cambiamento e si focalizza sul ruolo delle varie sovradimensioni all’interno delle quali ci troviamo ogni giorno. Questa mostra nasce come una riflessione sulla capitale britannica, anni dopo averci vissuto come studente. Anche a Torino l’artista mette in mostra le sue opere, questa volta alla Galleria Franco Noero, che ospiterà la sua arte per vari anni, mantenendo centrali alcuni temi legati alla filosofia di Kuri. Per esempio, temi come la diversità, la passione e la vitalità si spargono per l’Europa grazie a questo artista, il quale ha lavorato senza sosta a vari progetti oltre oceano in Messico, come On the Razor’s Edge, rappresentando quelle che sono attualmente in tutto il mondo le situazioni di emergenza, dal clima alla politica, dall’immigrazione all’ambiente e alla libertà. Spesso, un mondo visto attraverso l’arte ci porta a trovare idee ed innovazioni, grazie ad essa l’essere trova un momento per uno sguardo introspettivo, senza il quale il progresso sarebbe impossibile. In tale modo, l’essere diventa un materiale, leggero, con l’abilità di volare, flessibile, diventa parte di una costruzione più ampia, con un’ambizione sensibile ed elegante.
Così fa Gabriel Kuri: interpreta e rappresenta una realtà odierna estremamente soggettiva, portando l’attenzione verso il dettaglio in uno sfondo più ampio, cosmopolita, che si estende sul continente europeo e ci ricorda responsabilità collettive, speranze comuni. Mostrandoci i fili intrecciati delle sue istallazioni ci ricorda l’interdipendenza umana, la medesima vissuta in tempi di pandemia globale, ma con un gusto dolce e costruttivo. Lavorando con ciò che esiste, ci invita a decifrare l’invisibile. Usando le parole dell’artista: “Continuo a credere che l’arte sia presenza”, il pubblico si pone domande riflettendo sui cambiamenti interni ed esterni e sul dinamismo tecnologico che costituisce una terza realtà – e in tutto ciò, l’essere si posiziona. In questi tempi di isolamento, l’arte proviene da casa, e allora andiamo ad abitarla. Le esibizioni di Gabriel Kuri sono disponibili nelle gallerie multimediali delle varie gallerie tedesche, italiane, londinesi e tante altre. Qui la realtà viene re-immaginata, con sensibilità umana e organica, per portarci verso un legame profondo con Madre Natura.
ENGLISH VERSION
Living for sixteen years in Brussels, the European capital, Gabriel Kuri travels around the world whilst discovering artistic treasures and recounting diverging realities. The famous Mexican artist immigrated to Europe several years ago and now shares the story of his journeys through time and space, conveying the adventure of a Mexican artist in Europe, throughout Europe. As he states in an interview with Art Tribune, “I cannot affirm that there are no pieces of work linked to a cosmos of Mexican vision, also connected to rituals and ceremony, yet I have always been interested in a contemporaneity with no borders”. In three years of work, Kuri finalises his project for WIELS, Brussels’ Centre of Contemporary Art, leaving behind him a special gift to a city that hosted him for years. The endless journey is an artistic element that remains still and allows for reflection, recounting and feeding imagination across countries, similarly to Gabriel Kuri’s exhibition, Sorted, Resorted, which focuses on the role of materials in our working society. In such environments, one rushes and dissolves a contemporary dynamism and, in this context, the public becomes part of the material, recyclable in its time.
In Dublin, his pieces of work were exhibited at Dublin Hyde Gallery, collocated in Trinity College Dublin a space of nature and calm, offering an innovative discourse on the environment through these pieces of work. At the moment, such an exhibition is available in a multimedia format due to the closing of the Dublin Hyde Gallery for the length of the pandemic. After Dublin, the cosmopolitan artist, with European life and a Mexican vitality, shows his pieces in his gallery in Berlin, Esther Schipper, whither colours and minimalism exalt and details are so precise that they may seem natural, homogenous and organic if imagined. The famous Walter Storms Galery has also invited the artist and his installations to be exhibited in its headquarters, within which the public becomes the protagonist of the art piece. In the scope of such a scenario, through human dimension normalised by time whither small actions, minute gestures and whispered words are put in relief. Through energy, collage, foam, cigarette butts, insulators amongst several other elements, beings leave their trace and are prone to observation through the analysis of their travelling items, leisure items. Thus, Kuri invites us to reflect, to open our eyes with a new look, more conscious, and ultimately, to re-imagine.
Pursuing his travel through several German galleries, Kuri contributes to a work built by an artist duo, Gerlach and Koop at Bremen’s GAK. The Mexican artist collaborates to this project with a mobile element that becomes an integrated part of the installation. In London, Kuri exhibits his work at the South London Gallery in a show named, Before Contingency After the Fact, exalting change and focalising on the role of several oversized structures within which we find ourselves daily. This exhibition arose as a reflection on the British capital years after living there as a student. He also exhibits his work in Turin in Franco Noero’s Gallery which has hosted him for years and whose themes and works remain central to Kuri’s philosophy. For instance, thanks to the latter mentioned artist who has unceasingly worked on projects overseas in Mexico, such as On the Razor’s Edge, discussing themes of emergencies from climate to politics, from immigration to the environment and liberty, themes of diversity, passion and vitality are spread around Europe. Oftentimes, a world seen through the lenses of art brings us to find ideas and innovations, thanks to which the being finds a moment to direct an introspective look inwards, without which progress would be impossible. In such a way, the being becomes a material, soft, with the ability to fly, flexible as part of a wider construction with sensitive and elegant ambitions.
This is what Gabriel Kuri does: he interprets and represents a daily reality extremely subjective, bringing attention towards the detail in a wider cosmopolitan background that extends itself on the European continent and reminds us of collective responsibilities and hopes. Through intertwined threats in his installations, he reminds the public of human interdependence, currently experienced in times of a global pandemic, yet he does the latter with a sweet and constructive taste. Working on what already exists, he invites us to decipher the invisible. Using the artist’s words: “I continue believing that art is presence”, the public reflects on internal and external changes, on the role of technological dynamism constituting a third reality – in all this, the being positions itself. During these times of isolation, art comes from home, so let’s live it. Gabriel Kuri’s exhibitions are available in the multimedia section of several German, Italian, and British galleries. Here, the reality is re-imagined with human and organic sensitivity, to build a strong connection with Mother Nature.
Alma Selvaggia Rinaldi