Vi sembra un festival bizzarro? Provocatorio? Pericoloso? E’ normale, perchè da noi, in Italia, non si fa educazione sessuo-affettiva nelle scuole, e quindi il tabù su tutta l’area sessualità segnala massima allerta. Però si può aprire gli occhi, informarsi e.. cambiare!!

Il movente c’è eccome, dato che siamo il Paese più arretrato in termini di educazione sessuale nelle scuole, e in famiglia. Lo segnala Mario Puiatti, presidente AIED (Associazione Italiana Educazione Demografica), all’ultimo convegno nazionale svoltosi a Roma presso la Casa internazionale delle Donne lo scorso novembre: «l’Italia è una delle pochissime nazioni in Europa, insieme a Cipro, Bulgaria, Polonia, Romania e Lituania, prive di programmi curricolari nel merito». 

Lo Studio Nazionale Fertilità, presentato dal Ministero della Salute nel 2019 sulla situazione attuale, dice che l’80% degli studenti di medie, superiori e università cercano su internet per sapere di più su sesso e riproduzione e che il 94% vorrebbe ricevere informazioni a scuola.

Isabella Borrelli, Andrea Giorgino, Flavia Restivo

Ecco perchè questo festival, dal titolo suggestivo Saperlo prima, in scena a Largo Venue di Roma dal 17 al 19 febbraio, è necessario: nato dall’idea di Flavia Restivo, Andrea Giorgini e Isabella Borrelli (autrice di un nostro mag-book a cura di Eleonora Santamaria, Intersezionalità e queerness: la chiave dell’innovazione socioculturale), tenta di fare ciò che dovrebbero fare le scuole, e cioè informare ed educare alla sessualità positiva e onnicomprensiva all’interno del più ampio spettro del benessere individuale e sulla salute sessuoaffettiva, offrendo strade per quella consapevolezza che rende liberə.

Con il festival viaggia anche una petizione che ha già raggiunto oltre 35 mila firme:

Attualmente l’educazione sessuale o quella sessuo-affettiva è presente in alcuni istituti italiani in forma discrezionale e autogestita. È importante che l’educazione sessuo-affettiva sia prevista per legge così che sia uno strumento di informazione, prevenzione e autodeterminazione non esclusivo“, dichiarano i tre autorə.

L’educazione sessuaffettiva deve partire dalle scuole e diventare obbligatoria perchè, sostengono gli autorə, è il luogo dove, tra i 5 e i 13 anni, bambini e ragazzi passano quasi tutte le loro giornate (UNESCO, 2008) e dove quindi si possono raggiungere tutti o quasi, persone di diversa estrazione, in un modo replicabile e sostenibile, certi che questo non avrà come conseguenze l’aumento dell’attività sessuale o il favorire un comportamento sessuale a rischio o aumentare i tassi di infezione da IST/HIV (UNESCO, 2009; Fonner et al., 2014; Shepherd et al., 2010).

Fondamentale, inoltre, insegnare agli adulti di domani cosa sono affettività e consenso, per sostenerli nello sviluppo delle emozioni, del rispetto, e contrastare la violenza maschile contro le donne, l’odio di genere, l’omolesbobitransfobia.

In collaborazione con l’Associazione Selene APS e finanziato dalla Regione Lazio, con la media partner Skuola.net, il festival vede ospiti di spicco del dibattito contemporaneo, come lo psicologo, docente e volto tv Fabrizio Quattrini, la direttrice della School of Gender Economics all’Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza Azzurra Rinaldi, la giornalista e scrittrice Giulia Blasi (autrice di un nostro magbook a cura di Lorena Spampinato, Post feminism), la narratologa Marina Pierri, la scrittrice Marina Cuollo, ma anche personaggi social come Leonardo Bocci.

Personalmente sarò presente al festival, per portare il plauso di ReWriters che considera la questione di primaria importanza, tanto da averla inserita nel suo Manifesto fondativo: sono felice che ci siano intellettualə, influencer, attivistə, artistə, ma anche autrici tv come Angela Rafanelli (a cui va il merito di aver portato per la prima volta in RAI il programma di educazione sessuoaffettiva Sex) impegnatə a costruire nuovi paradigmi per un mondo socialmente più sostenibile.

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