Cercare un afterparty a Roma è come cercare un ago in un pagliaio. La Club culture stereotipicamente chiama il buio e le tenebre è vero, ma la notte, a meno di non trovarsi in Norvegia a gennaio, ha una durata media di 8, massimo 10 ore.

La gente della notte, irrefrenabilmente ballerina, spesso e volentieri esce dai club alle prime luci dell’alba, eppure non è mica detto che abbia scaricato tutte le batterie, in molti continuerebbero volentieri l’immersione nelle vibrazioni dei suoni metallici dell’elettronica.

Molte città europee, prima fra tutte Berlino, ma anche più vicine ai nostri ritmi come Barcellona, offrono, ai clubber più tenaci e instancabili, diverse alternative afterparty per proseguire a festeggiare.

Nella capitale tedesca ad esempio i club aprono il venerdì sera e chiudono la domenica o addirittura il lunedì mattina, volendo si potrebbe ballare anche 72 ore filate, per quanto ogni medico credo lo sconsiglierebbe.

A Barcellona chiude un locale e ne apre un altro, se vuoi… puoi. E a Roma? Va bene che in molti magari proseguono in case private, ma chi ha i vicini sul piede di guerra, che può fare? Purtroppo poco o niente.

L’afterparty non è un dettaglio, può fare una gran differenza tra una serata finita bene e una finita male. Sì ok, siamo nella città magica, il clima è mite e il cibo una favola, quindi ballerini romani niente polemica, andate in un forno a prendere un bel cornetto, godetevi l’alba dal terrazzone del Gianicolo e tutti a ninna.

Questa è una prospettiva che spesso viene avanzata a chi si domanda come proseguire la serata e, per carità, è una gran bella opzione, sarebbe bello però che non fosse l’unica.

Se esco da un locale alle 5 di notte e voglio continuare a ballare, credo proprio che dovrebbe essere possibile poterlo fare. Ci sto, Roma non è e non sarà mai Berlino, dove la club culture scorre quasi nella rete idrica della città, ma non stiamo neanche parlando di una provincia sperduta tra gli Appennini, credo che una via di mezzo tra le due situazioni si possa immaginare.

Ho chiesto a qualche conoscente ballerino di indicarmi qualche locale dove fare after a Roma, d’altronde poteva essere una mia mancanza e sinceramente avrei preferito che lo fosse: sui 1.285 km² della città siamo riusciti a localizzare solo due locali dove poter effettivamente ballare, che però non sono attivi neanche ogni weekend.

Uno è il Neo Club e sta a Via degli Argonauti, a Ostiense, accanto ai club più battuti nel weekend, quali il Rashomon e il Circolo degli Illuminati. Quando questi ultimi chiudono i battenti, i loro sopravvissuti si riversano nelle salette sotterranee del Neo, che li accoglie fino a tarda mattinata.

Un altro locale è l’INIT, che sta in Via della Stazione Tuscolana, e si presta meglio ad accogliere le anime danzanti che vengono dal Cieloterra o dai locali in via di Pietralata. Anche qui arrivi con le prime luci ed esci a mezzogiorno se vuoi.

In alternativa ci sono diversi bar aperti 24h, ma lì di ballare non se ne parla, questi si addicono più agli stomaci di ferro che magari vogliono bere ancora una cosetta.

La club culture romana va ancora un po’ a rilento in quest’ambito. D’altra parte sono molto contenta di notare quante iniziative propriamente notturne siano state sfoderate: dai party nelle ville sull’Appia a quelli nei parchi alle serate indescrivibili tra le scenografie di Cinecittà World. Qui nulla da ridire.

Vorrei solo lanciare un monito agli organizzatori di eventi perché Roma è un terreno fertilissimo. Non so quante volte negli ultimi tempi, fuori dai club chiusi, ho incrociato sguardi delusi di amici, conoscenti e sconosciuti, con poco sonno e tanta fame di musica. E allora credo che promuovere afterparty, inventare locali in grado di soddisfare questo tipo di desideri, possa essere un bel guadagno economico per chi ci investe ed emotivo per chi ci finisce.

Club culture non è solo nightlife, i clubber non sono solo vampiri, ballare è bello di notte, di giorno, al tramonto e all’alba. Anche a Roma.

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