Quattordici chilometri di isola, una sola strada principale, sette spiagge di cui una poco accessibile e due solo dal mare. I centri abitati di Agistri sono quattro, due sul mare (Milos e Skala), che sono anche piccoli attracchi per i traghetti, uno più in alto, Metochi, e l’ultimo, davanti al Peloponneso, Limenaria.

L’isoletta di Agistri, infatti, è a 45 minuti di aliscafo dal porto del Pireo, e per questo meta prescelta dagli ateniesi, che in poco tempo sono in paradiso (un po’ come Ischia per i napoletani).

Campeggio libero

Non immaginatevi stradine pittoresche e casette bianche, perchè Agistri è un’isola del Golfo Saronico e non una ciclade. Tutto è un po’ spartano (che poi, l’aggettivo ci sta a pennello!), verace, vero.

Ma non manca niente: ristoranti sul mare coi polipi a seccare al sole, due-tre club con un dj che fanno cocktail internazionali, una spiaggia di nudisti e LGBTQI+ friendly (Halicada), il campeggio libero (nonostante i cartelli che lo vietano), un noleggio canoe e barche, e perfino un arrangiato parco giochi acquatico per bambini e bambine (Aponisus) che vi ricorderà di quanto poco ci sia bisogno per divertirsi.

Nikos Nicolaides

La caratteristica principale, però, è il suo essere insolitamente verdeggiante: ogni centimetro è infatti occupato dai pini, che crescono fino in riva al mare, e dunque profumano l’ambiente di resina. Amatissima dall’intellighenzia ateniese, come scrivevo per l’Ansa già nel 2015, è residenza del musicista Nikos Nicolaides, dalla cui terrazza sopra gli scogli di Meliza, spesso arriva il suo flauto dolce.

Insalata di capperi

Anche per gli esploratori di taverne e tipicità c’è da fare: dall’insalata di foglie di cappero, sbollentate con un po’ di olio di oliva, aceto e sale, ai dolmadakia, riso avvolto in una foglia di vite (che in questo nuovo oggi globalizzato ricorda tanto il sushi). E poi, naturalmente, i souvlaki, di pollo o di maiale: essere carnivori qui non fa vergognare, perchè gli animali (in pascolo nella vicina Egina) sono allevati dignitosamente e nutriti in modo naturale.

Luna piena a Skala

A proposito di animali, il must dell’isola è la spiaggia di Aponisus: in un isolotto di pochi metri a cui si accede (a pagamento) da un ponticello artificiale, subito dopo una salina dove si possono fare gite a cavallo, circondato di accessi agevolati al mare che, però, è scoglioso, gironzolano liberi pavoni e caprette. I lettini e gli ombrelloni (anche suggestive tende indiane o baldacchini) sono ad esaurimento e ogni area si affaccia su scorci azzurri di acqua trasparente e piena di pesci (e ricci!!).

L’isolotto di Aponisus

Infine, la chicca di questo articolo: l’isolotto di Moni, a circa 20 minuti di barca, è disabitato (solo un minuscolo beach bar con lettini e ombrelloni, e perfino un dj) ma pieno di cervi, cerbiatti e pavoni che, ormai abituati al rapporto intraspecie, si fanno avvicinare e prendono la frutta dalle mani.

Isola di Moni

Per prenotare, ci sono gli studios e anche qualche hotel garbato, abbastanza rispettoso del contesto, mentre per una indimenticabile cena con vista, suggerisco Alkyonis o, dall’altro lato, la taverna Aponisus (googlate, non c’è un sito ma solo un telefono). La taverna più tradizionale è quella di Metochi, Parnassos, ma attenzione a non sbagliare strada perchè vi ritrovereste su una salita che nessun motorino è in grado di affrontare.

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