E’ uno dei fumetti più belli dell’anno ed è stato scritto da Gipi e disegnato da Luigi Critone. Il fumetto traccia una bellissima trama che riguarda questo orfanello (Aldobrando appunto) che, adottato e cresciuto da un padre stregone, un giorno esce dalla sua capanna in cerca di un’erba magica per curare il padre ammalato. Da qui si innesca una serie di grandi avventure che porterà ad un bellissimo lieto fine.

Leggere questo fumetto mi ha fatto pensare ai libri di Chrétien de Troyes, a quei racconti cavallereschi, dove amore e coraggio si mescolano, portando a storie tanto lontane quanto affascinanti. Ecco, Aldobrando è sulla stessa scia di queste tematiche. Ancora una volta, come spesso cerco di dire, il fumetto riesce a rievocare illustri trame e contenuti, codificandole in un contesto di disegni e vignette, senza però far perdere valore alla storia, anzi migliorandola!

Ed è proprio su queste tematiche che vorrei soffermarmi: questa sorta di amor cortese fumettistico in un contesto medievale e cavalleresco. Credo che sia una bellissima scelta e che non faccia altro che elevare il contenuto artistico. Già perché in un contesto del genere, dove anche l’amore ed il rispetto vengono mercificati, queste trame ci ricordano la purezza di alcuni sentimenti, di cui spesso ci dimentichiamo.

L’amor cortese/cavalleresco conduce le fila di Aldobrando, dove il protagonista, seppur debole ed inerme, vuole a tutti i costi salvare la principessa. L’amore veste un duplice ruolo: in primis diventa un alimentatore di coraggio, spesso guidato da un gran dose di incoscienza (fiera compagna dell’amore), e in secundis diventa un vero e proprio banco di prova per testare la caratura degli eroi.

Abbiamo finalmente un concetto di amore attivo, che cambia il personaggio e lo fa crescere. 

Non trovate che sia un concetto di amore alternativo e sicuramente superiore a quello che oggi giorno ci viene sbattuto in faccia? Mi riferisco a quell’amore solamente fisico e banalizzato, che rischia di confondere piuttosto che rassicurare.

Invece no, in Aldobrando finalmente ritorna la tematica, tipica cavalleresca, dell’amore che innalza e nobilita. Non solo, va anche sottolineato il ruolo della donna. In un contesto dove troppo spesso si sente parlare di violenze e uccisioni perpetrate contro il genere femminile, ripescare queste tematiche diventa quanto mai essenziale. Vi chiederete perché.

Beh, perchè nell’amor cortese e cavalleresco, la donna torna in una centralità quasi divina, dove l’uomo soccombe, rispettandola.
Il rispetto appunto, un valore che manca e che rischia di perdersi anche tra le nuove generazioni, rischiando di portare ad una continua guerra tra generi, che non procurerà alcun vantaggio. Insomma questo tipo di storie potrebbe educare all’amore ed al rispetto.

Per questo, secondo me, l’antidoto in uno scenario come questo, è proprio un fumetto come Aldobrando: un fumetto che ci parla di Re, Cavalieri e Principesse. Un fumetto che ci parla di amore puro ed incoraggiante. Un fumetto che ci parla di posti lontani. Un fumetto che ci fa sperare che forse, prima o poi, tutti avremo il nostro lieto fine.

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