Alternatives Gallery presenta 18 designer internazionali alla RJW Roma Jewellery Week
Alternatives Gallery valorizza e promuove in Italia la ri-scrittura dei parametri di lettura della gioielleria contemporanea. A Roma dal 7 al 14 ottobre.
Alternatives Gallery valorizza e promuove in Italia la ri-scrittura dei parametri di lettura della gioielleria contemporanea. A Roma dal 7 al 14 ottobre.
Alternatives Gallery di Roma, in collaborazione con AGC Associazione Gioiello Contemporaneo di Padova/Milano, presenterà dal 7 al 14 ottobre 2023 negli spazi espositivi della galleria i lavori di 18 designer internazionali, frutto delle loro ultime ricerche artistiche nell’ambito dell’ornamento personale. Inaugurazione il giorno 7 ottobre alle ore 16.30.
Una straordinaria selezione espositiva di gioielli lontani dai tradizionali canoni classici, ma incredibilmente capaci di emanciparsi dalla tradizione per innovazione tecnica e profondo senso dell’opera. L’esposizione è parte integrante del progetto più ampio di valorizzazione e promozione del gioiello contemporaneo, d’autore e d’artista, promosso dalla manifestazione RJW Roma Jewellery Week giunta alla sua terza edizione.
Con questo appuntamento gli organizzatori hanno portato all’attenzione del pubblico il carattere assolutamente internazionale e multidisciplinare della gioielleria contemporanea, da sempre crocevia di mondi diversi ma contigui, come quello dell’artigianato, dell’arte e del design.
Uno spazio di ricerca in continua trasformazione, attivo nella sperimentazione di nuove tecnologie, nuovi materiali e nuove tendenze, al solo fine di creare un oggetto unico, diverso, mai uguale a se stesso.
La collaborazione tra AGC e Alternatives Gallery ha potuto selezionare 16 percorsi creativi, frutto di culture e sensibilità diverse che ruotano attorno al concetto di ornamento personale, alla sua capacità comunicativa e alla sua innata forza simbolica.
Riscrivendo i parametri della lettura della gioielleria contemporanea, le autrici e gli autori hanno dato vita a gioielli lontani dai tradizionali canoni classici, ma incredibilmente attuali nella loro connotazione temporale. Un caleidoscopio di proposte creative dove l’unica regola è non avere regole.
Ed è con questo spirito che le creatrici e i creatori hanno inteso interpretare il processo creativo facendo diventare il racconto il punto centrale dell’opera, palesandosi attraverso l’uso originale delle idee, dei materiali e la cura nella sua realizzazione.
In mostra: Maura Biamonti, Alice Biolo, Natalia Cellini, Corrado De Meo, Stefano Fronza, Mari Ishikawa, Yukiko Kakimoto, Giulia Morellini, Mariangela Murgia & Alberto Catalano, Liana Pattihis, Roberta Pavone, Daniela Repetto, Roberta Consalvo Sances, Yoko Takirai & Pietro Pellitteri, Yiota Vogli, Babette von Dohnanyi.
I lavori del livornese Corrado De Meo, sono riflessioni sul colore di certi paesaggi toscani all’alba o al tramonto, ombre che la luce produce su una superfice ruvida, o ancora la relazione di forme proiettate in uno spazio dove il tempo è sospeso.
Stefano Fronza è presente con una serie di spille che fondono la sapienza orafa alla fantasia, fissata nell’immagine fotografica elaborata da raffinate tecniche digitali. La realizzazione dei suoi gioielli cela una peculiarità narrativa laddove l’immediatezza dello scatto fotografico, nel cristallizzare dettagli di realtà che lo circondano, ne modifica il loro significato perché l’immagine decontestualizzata diventa altro da sé e dalla sua rappresentazione.
Due artiste prendono spunto dalla stessa tecnica antica giapponese del Kintsugi, l’arte di riparare le ceramiche rotte, ma con un approccio completamente diverso.
La cipriota Liana Pattihis realizza i suoi gioielli utilizzando oggetti indesiderati e danneggiati raccolti nel corso degli anni conferendo ai pezzi originali una nuova identità e funzione, mentre la giapponese Yukiko Kakimoto associa simbolicamente questa tecnica al modo in cui cerchiamo di guarire noi stessi nelle nostre vite dalle ferite fisiche o emotive.
Un’altra artista giapponese, Mari Ishikawa, mediante la tecnica della cera persa cattura la bellezza dei momenti fugaci della vita di tutti i giorni e li cristallizza in gioielli, dando la possibilità di osservare gli istanti fuggenti dell’esistenza.
Natalia Cellini, artista toscana, attraverso i materiali racconta la sua storia, la storia della sua terra, la Maremma, territorio aspro, montuoso, una regione di minatori, di contadini, di gente che vive di terra e con la terra, di un’infanzia plasmata da legami e ritualità.
La giovane Alice Biolo si è formata dapprima all’Istituto Pietro Selvatico di Padova per poi proseguire i suoi studi alla Glasgow School of Art. Il concetto esplorato nelle sue opere è il tema del dolore e del trauma. Biolo si interessa al lato nascosto dell’animo umano, creando gioielli con scomparti segreti, atti a stabilire un rapporto intimo solo con chi li indossa.
Daniela Repetto e Roberta Consalvo Sances fanno ampio uso del colore sulle superfici dei loro gioielli, ma con tecniche e materiali diversi. Nel caso della Repetto, che proviene da una formazione pittorica, la costante presenza di cromie è data dall’utilizzo degli smalti a fuoco, antica tecnica che ha affinato nel corso degli anni. Consalvo Sances, invece, utilizza pigmenti che va ad applicare al legno, dove il colore si fonde con le delicate textures create sulla superficie.
Dall’opera di Babette von Dohnanyi traspare un’eleganza dovuta dall’uso sapiente dei metalli, le loro ossidazioni, il trattamento della superficie e l’abbinamento a pietre che conferiscono colore all’opera. Gioca con le geometrie dando rigore e purezza ai suoi lavori, che entrano in perfetta armonia con il corpo.
Nei lavori di Maura Biamonti, Giulia Morellini e Roberta Pavone possiamo osservare l’utilizzo di materiali più consueti per il gioiello, come l’argento, talvolta abbinato a pietre, minerali o ossidazioni particolari, ma dove le forme prendono vita da un contatto diretto e viscerale con la materia che ne guida la costruzione.
Con la modellazione e la stampa 3D, Mariangela Murgia e Alberto Catalano realizzano oggetti estremamente complessi benché apparentemente semplici. I loro progetti partono spesso da forme naturali e organiche; lo scopo è fissare un fenomeno in una forma in movimento, fluida, che ne esprima il divenire e le sue tensioni interne.
Per l’artista greca Yiota Vogli creare gioielli è un processo meditativo atto a trasformare le emozioni come paura, rabbia, tristezza o speranza, in forme multicolore. Mediante l’atto di tagliare, arrotolare ed incollare il nastro adesivo, compone forme fragili sostenute da strutture solide a simboleggiare la fragilità delle nostre vite.
I gioielli di Yoko Takirai e Pietro Pellitteri uniscono la cultura giapponese a quella italiana, in uno studio ed elaborazione del concetto di spazio e movimento. L’ispirazione nel loro lavoro si traduce in forme geometriche che rivelano leggerezza ed eleganza in un continuo gioco tra vuoto e pieno, assenza e presenza, forza e delicatezza. Il risultato finale della ricerca è un gioiello armonioso, coerente e carico di culture millenarie.
I gioielli presentati in questa esposizione rappresentano una finestra sul gioiello contemporaneo di oggi e forse anche su quello di domani, fatto di oggetti ibridi, in parte ricerca artistica, in parte artigianato, in parte design, o anche nulla di tutto questo. E’ un tempo, il nostro, estremamente interessante per il mondo della creatività, difficile da interpretare ma profondamente stimolante per tutti noi.
La pubblicazione delle fotografie per questo Articolo su ReWriters è stata autorizzata da Alternatives Gallery di Roma.