Arnaldo Pomodoro si è spento domenica 22 giugno 2025, nella sua casa a Milano, il giorno prima del suo compleanno quando avrebbe spento 99 candeline. Un traguardo immenso, per chi immenso lo era davvero, per ciò che aveva rappresentato e rappresenta ancora grazie alla sua immensa eredità. Un’eredità che che è racchiusa nelle sue opere uniche, ma anche nella fondazione che porta il suo nome.

La Fondazione Arnaldo Pomodoro, creata nel 1995 per la volontà dell’artista stesso di creare un luogo aperto alla rilettura dell’arte del Novecento e alla creatività dei giovani artisti. Uno spazio collettivo di esperienza viva, che mira ad un coinvolgimento globale con le persone e la società.

Con l’impegno di diffondere il patrimonio materiale e immateriale consegnatole dal suo fondatore, negli anni la Fondazione ha ideato e realizzato mostre, eventi e iniziative di vario genere, come il Premio Arnaldo Pomodoro per la Scultura e il ciclo delle Project Room, ha avviato i progetti ongoing del Catalogue Raisonné online dell’artista e della digitalizzazione del suo archivio, affiancando sempre all’approfondimento scientifico attività divulgative ed educative capaci di entrare in dialogo con tutte le fasce di pubblico.

Arnaldo Pomodoro

Nato nel 1926 a Montefeltro e cresciuto successivamente a Pesaro, è una delle figure più iconiche della scultura contemporanea. Dal 1954 si era spostato a Milano, città che ha accompagnato la sua crescita artistica. Già dagli anni Cinquanta, Pomodoro sviluppa un linguaggio scultoreo personale e innovativo, introducendo una sorta di “scrittura” incisa nei suoi altorilievi. Negli anni Sessanta, il suo lavoro si è orientato verso forme geometriche pure come sfere, dischi e colonne che l’artista rompe, scava e corrode per svelarne l’essenza nascosta, dando vita ad un contrasto poetico tra perfezione esterna e caos interno, divenuto cifra stilistica della sua poetica.

Il 1966 segna una svolta: la realizzazione di una monumentale sfera per l’Expo di Montreal, oggi davanti alla Farnesina a Roma, lo proietta su scala internazionale. Da allora, le sue opere hanno trovato spazio in contesti pubblici di grande prestigio, da Milano a New York, da Dublino a Parigi. Pomodoro ha anche firmato interventi ambientali di forte impatto, come l’Ingresso nel labirinto, ispirato all’Epopea di Gilgamesh, e il suggestivo Carapace, cantina-scultura realizzata in Umbria.

L’attività, le opere, i riconoscimenti

La sua carriera è stata coronata da mostre personali in tutto il mondo, un’intensa attività scenografica e un forte impegno nella didattica presso università americane. I numerosi riconoscimenti ricevuti, tra cui il Praemium Imperiale e premi alle Biennali di Venezia e São Paulo, che confermano la statura internazionale dell’artista, capace di trasformare la materia in racconto e la scultura in pensiero vivo.

Pomodoro lascia un vuoto immenso, che però è accompagnato dall’eredità rappresentata dalla sua associazione e da tutte le persone che ne fanno parte. Quest’ultime hanno voluto ricordarlo così, attraverso il messaggio di addio comunicato dalla direttrice generale Carlotta Montebello:

“Mancherai a tutti noi Arnaldo e faremo tesoro dei tuoi insegnamenti”

Carlotta Montebello, direttrice generale della Fondazione Arnaldo Pomodoro

Nel caso foste interessati ad approfondire la figura di Arnaldo Pomodoro, vi lascio qui il link ad una mini-serie su Youtube che offre uno sguardo ravvicinato su materiali, tecniche e filosofia dell’artista.

Condividi: